Cuori e (ri)picche


Questa storia è il sequel di Scala(ta) di picche.

Eppure, la partita di Pinnacola era ancora aperta.
La giocatrice scrutava maniacalmente le sue 24 carte. Quanto avrebbe retto quella strategia? La cartachetuttopuòcambiare non s'era ancora palesata, e ormai il mazzo stava assottigliandosi sempre più. Fra le carte v'era sempre la donna di cuori, regina inconsapevole, la quale stava sforzandosi di dimenticare Jack Spades, dopo che il bel fante le aveva rifilato un più che esplicito messaggio, chiedendo al 2 di picche di mettersi in mezzo a loro. Ora aveva proprio voglia di una ripicca.
Nonostante i pochissimi punti fino a quel momento fatti, la giocatrice era riuscita a tener duro; il suo sogno di una scala di picche epocale r-esisteva ancora. 
Toccava a lei. "Fa' che sia il 7 di picche, ti prego!" recitò dentro di sé, mentre allungava la mano per pescare dal mazzo, preda dell'euforia più totale. Ma la carta pescata non era affatto un 7 di picche, dunque il suo sogno avrebbe dovuto attendere almeno un altro giro (col rischio che qualcuno dei suoi avversari avrebbe potuto chiudere, ponendo fine a sogno e partita). La giocatrice notò comunque che il fante di cuori appena pescato avrebbe reso meno amara l'eventuale fine: ella scese infatti sul tavolo 9-10-fante-donna di cuori, tenendo il resto delle carte in mano, e ben coperte. Perché ci credeva ancora.
Intanto, il fante ultimo arrivato era rimasto folgorato dalla donzella che gli stava accanto. Dal canto suo però, la donna di cuori non lo degnava di molta attenzione, presa com'era dal meditar ripicche contro l'altro Jack.

La giocatrice scartò un 3 di fiori, mentre il suo vicino - il cui gioco andava a gonfie vele - sorrideva ironico. Egli pescò e poi gettò sul tavolo un ennesimo tris, stavolta di picche; e tra il 6 e l'8 v'era proprio il 7, il suo sette accidenti, la cartachetuttopuòcambiare! La giocatrice cercò di rimanere lucida, parzialmente consolata dal fatto che il suo vicino non aveva ancora chiuso, anche se era molto prossimo a farlo... Il giocatore esitò un momento prima di scartare finché, dopo un'espressione perplessa, decise di disfarsi di una carta che evidentemente doveva essere un doppione: era proprio un 7 di picche. Un altro. L'ultimo.
La giocatrice sentì il cuore batterle sempre più forte, come se ora qualsiasi ipotesi di via di mezzo fosse dissoltasi: doveva portare a termine la scalata epocale, altrimenti il suo gioco sarebbe sfumato. Trattenne il fiato quando il giocatore di fronte, dopo un breve momento di riflessione, pescò dal mazzo e fece tranquillamente il suo gioco, senza peraltro scendere carte. La giocatrice tornò a respirare; ormai toccava soltanto più al suo vicino di destra, ultimo ostacolo fra lei e la scalata, il cosiddetto pinacolone.
Il giocatore, però, stava indugiando con troppo interesse sulle carte a terra. Troppo. Il 7 di picche, scartato e prezioso, brillava lì in mezzo. L'avversario allungò la mano verso quelle carte. "E' finita" pensò la giocatrice, consapevole che, anche se non avesse usato il 7, avrebbe potuto tenerlo in mano per chissà quanti giri...
Attorno al tavolo cresceva la tensione. La giocatrice seguì minuziosamente il movimento del braccio destro del suo avversario, finché egli afferrò con veemenza l'ultima carta, un 5 di quadri, e niente altro; incredula, ella lo osservò poi scendere un poker di 5, e scartare subito dopo un 3 di fiori. I due giocatori si guardarono con aria di sfida; la povertà di punti di lei era quasi imbarazzante rispetto ai vari poker messi a segno da lui, che per ripicca amorosa s'era anche divertito qualche giro prima a prendere tutte le carte a terra, solo per rovinarle il gioco... Ora però, il rivale ignorava completamente l'importanza del sette di picche, giacché ella aveva giocato a carte coperte, copertissime. Aveva celato il suo gioco, sopportato la povertà di punti per quella faticosa strategia, corso un rischio, ma infine il destino l'aveva premiata. Certo, dopo averla tenuta sulle spine, probabilmente l'invisibile quinto seme del gioco...
Sorridendo, la giocatrice prese a scoprire con inaudita lentezza tutta la sua bella scala, partendo dall'asso e salendo fino ai reali, aggiungendo poi in ultimo l'altro asso. Frattanto, la donna di cuori aveva notato che il fante di cuori non era poi tanto male; decise dunque di abbandonare i suoi progetti vendicativi cedendo qualche sorriso al suo esplicito corteggiatore, proprio mentre la giocatrice concretizzava fior di punti.

L'avversario alla sua destra rimase allibito. S'era concesso qualche piccola ripicca convinto che lei fosse bloccata, e invece proprio lei li aveva appena beffati tutti.
Dopo aver sceso il pinacolone, la giocatrice si accorse d'avere in mano anche un tris di 3, collezionati negli angoli del suo ventaglio di carte e quasi dimenticati. Li scese, poi scartò il 9 di quadri, pur avendo ancora in mano altre carte. Ma che le importava di chiudere e vincere... Lei aveva già fatto ciò che voleva...
Nel mezzo del pinacolone di picche spiccava Jack Spades, bello fiero. Quando però il fante di picche si voltò, vide una scena inaspettata: l'altro Jack stava flirtando con la regina di cuori, la quale sembrava starci. Suonava un po' come una beffa per lui. Ma non v'erano ripicche, soltanto cuori.

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