Halloween
si avvicina, e io non potevo non parlarvi di Cimiterock, un bizzarro
neologismo coniato dalla sottoscritta che funge da titolo sia per un racconto
che per una canzone.
Il
racconto è la mia unica zombie-story, più caciarona che spaventosa, più
riflessiva che orrida, più divertente che angosciante, ma parliamo pur sempre
di un tizio che rimane chiuso in un cimitero la notte di Halloween! Nel 2020,
quando lo scrissi, temevo di incorrere in critiche e giudizi negativi, invece Cimiterock è diventato col tempo il racconto preferito dai lettori di Miracoli metropolitani.
Veniamo
alla canzone.
Arrivò
con un’ispirazione fortissima, impossibile da ignorare… tanto che dovetti
interrompere la stesura della storia per imbracciare la chitarra! Il motivetto rockeggiante
l’ho inserito in diverse presentazioni; quel “suonando un po’ di rock - rock”
l’ho sentito canticchiare a bambini e gente di settant’anni, che meraviglia…
Il
brano, scritto nella finzione dal protagonista Antonio Fortunato, parla di
morte metaforica. “A ben vedere siamo come morti viventi per come rinunciamo ai
nostri progetti.” Antonio è un musicista 'sfigato' che, dopo essere stato deriso dal pubblico, si rifugia nel luogo di pace per antonomasia: il cimitero. Solo che, essendo la notte di Halloween, forse non è stata una grande idea...
Ma è soltanto affrontando le proprie paure che si può rinascere. Antonio riscoprirà sé stesso, il suo talento, i suoi affetti, in maniera rocambolesca e con improbabili alleati.
Cimiterock,
in definitiva, è un ossimoro oltre che un neologismo.
Se
vuoi perderti fra le tombe – in maniera un po’ spassosa e un po’ riflessiva – insieme
ad Antonio, ti lascio il link per sbirciare / acquistare la raccolta: www.amazon.it/Miracoli-metropolitani
Qui sotto, invece, eccoti la canzone. Ho cercato di migliorarla rispetto alla prima versione, ma rimane una demo voce e chitarra: tu, comunque, immaginatela arrangiata e cantata dai Ramones o dagli Iron Maiden 😉
Buon ascolto!
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