Fascette... alternative

 

FASCETTE… ALTERNATIVE

Le fascette sui libri sono, di solito, altisonanti e celebrative. I toni entusiastici cercano di attrarre il lettore attraverso numeri da capogiro, veri o stimati che siano. Tizio, un autore da millemila copie. L’opera che ha stupito milioni di lettori. Il libro vincitore del tal premio letterario.


E se, invece, la fascetta ci parlasse del libro che abbiamo fra le mani, del perché dovremmo leggere quella storia? Fascette responsabili, insomma.


Non potendo avere né le une né le altre, mi sono divertita a immaginare delle fascette autoironiche per i miei libri.

Non mi dispiacerebbe proporle in una futura presentazione per far ridere il pubblico!


Ma non solo. Ho cercato di andare oltre la facile battuta: nella seconda cover ho inserito, infatti, una fascetta fittizia che fornisse un’informazione autentica sulla mia opera.


…Ci ho messo davvero 11 anni a pubblicare L’amore provvede, e potrebbe non essere nemmeno il mio record!


Quanto alla fascetta responsabile: ne lascio una da completare… se ti fa piacere, scrivila tu ✍

Su LinkedIn sono già uscite fuori alcune belle idee: un romance che va oltre le apparenze; un romance che esce fuori dagli schemi; un romance che era inedito.



Se ti ho incuriosito, trovi il romanzo qui: www.amazon.it/Lamore-provvede-Elisa-Cugliandro-ebook


DIRITTI DEL LETTORE: QUALE AGGIUNGERESTI?

 


DIRITTI DEL LETTORE: QUALE AGGIUNGERESTI?


Nelle ultime settimane abbiamo visionato ogni singolo diritto del decalogo di Pennac, esplorandone le varie sfumature, ma… manca forse qualcosa?


Il decalogo va bene così com’è, sia chiaro, però mi sono divertita a immaginare un diritto... supplementare.


Vi propongo dunque un potenziale diritto del lettore che, ne sono certa, piacerebbe ad alcuni e molto meno ad altri: il diritto di leggere più libri contemporaneamente.


Se un lettore può sentirsi libero di non leggere, di saltare le pagine, di leggere dove e cosa gli pare, perché mai non dovrebbe sentirsi libero anche di leggere più opere insieme?


Io, lo confesso, ogni tanto lo faccio. Non è una routine, ma nemmeno un qualcosa che evito. Una buona combinazione potrebbe essere un saggio al mattino e un romanzo rilassante la sera, ma ognuno può agire come meglio crede. Essendo comunque roba per lettori esperti, forse non è un diritto così inclusivo come quelli del decalogo.


Si conclude qui questa rubrica sui diritti del lettore, che è cresciuta di lunedì in lunedì anche grazie ai tuoi commenti e contributi.


Ti capita di leggere più libri contemporaneamente?

C’è un qualche altro diritto che aggiungeresti?

Progetto Tealtro

 


PROGETTO TEALTRO

Oggi ricorre il decimo anniversario del primissimo workshop del Tealtro.

Il Tealtro è stato un mio (folle) progetto sperimentale. Uno dei tanti ;)

Dieci anni fa, però, avevo molte meno competenze di oggi. Eppure, mi lanciai in quel progetto senza sindrome dell’impostore, desiderosa sola di sperimentare qualcosa di nuovo. In questo, devo dire, mi aiutò l’antecedente esperienza in terra francese, dove mi ero presentata ancora più sprovveduta…

Il primo workshop che proposi era surreale: i partecipanti dovevano autoassegnarsi un ruolo in un ipotetico musical, che avrebbero messo in scena successivamente. Ebbene, quel workshop è a tutti gli effetti l’antesignano di Attraversare il ponte, in salsa ludico-teatrale.

In totale ideai 8 workshop. Cambiavo il tema dell’incontro, passando dalla moda all’horror, dalla distopia ai sogni, dalla musica al cinema… Il tutto molto divertente, ma ancora acerbo. L’anno successivo si unì in co-conduzione una psicologa, che alzò subito il livello, dando modo ai partecipanti di scendere più in profondità di loro stessi.

Il progetto andò avanti per 15 mesi, durante i quali coinvolsi circa 30 partecipanti per un totale di 14 incontri, in diverse realtà locali torinesi.

Avrei voluto proseguirlo, farne addirittura un lavoro, ma le circostanze mi portarono decisamente altrove. Ed è stato giusto così: dovevo maturare.

Il punto, però, è che da qualche parte dovevo pur cominciare.

Spesso si pensa solo alle qualifiche del professionista, ai suoi titoli e quindi in generale alla teoria, ma senza dimensione pratica non si fa esperienza del mondo. Insomma, per realizzare un progetto non basta studiare: bisogna buttarsi e sperimentare, senza complessi. È solo sperimentando (e sbagliando) che si impara!

E difatti, seppure in maniera caotica, disordinata e caciarona, il Tealtro è stato un progetto fondamentale per me.

Cosa ne resta oggi?

Tanto. Non solo perché nel frattempo ho acquisito titoli, metodi e quant’altro, ma anche perché molti dei semi piantati allora risiedono ancora nei miei attuali laboratori - meno teatrali eppure più efficaci e centrati sui bisogni della persona.

Se ti va di scoprire te stesso, ti aspetto al prossimo laboratorio Attraversare il ponte.

IL DIRITTO DI TACERE

 


IL DIRITTO DI TACERE


“Le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere. E nessuno è autorizzato a chiederci conto di questa intimità.”

 

Il celebre decalogo dei Diritti del lettore si chiude con questo diritto che è un invito a una non-azione.


Fin dai tempi della scuola siamo abituati a dire qualcosa su quanto letto: dalla scheda libro alla recensione sui social, fino al più semplice parere… Eppure Pennac ci ricorda che, dopo aver finito di leggere un’opera, possiamo avvalerci del diritto di tacere.


Possiamo non avere qualcosa da dire.

Non dimostrare a tutti i costi di aver capito quanto si è letto.

Non accelerare i tempi di “digestione” di un libro.

Possiamo, insomma, tenerci per noi le nostre intime sensazioni.


Questo decimo diritto è prezioso perché ci ricorda che non siamo tenuti a rendere conto per forza di quanto letto, compreso, interpretato.

Tacere è un diritto di cui dovremmo avvalerci senza problemi né sensi di colpa.


Il decalogo è finito, ma io ho preparato un ultimo approfondimento (lunedì prossimo) con cui chiuderò questa rubrica dalla quale ho imparato moltissimo, soprattutto grazie ai vostri preziosi interventi.


Quanto senti tuo il diritto di tacere?

C’è un libro che ti ha lasciato senza parole?

E i romanzi prendono vita



--- PRESENTAZIONE A TRINO VERCELLESE, 14 MARZO 2024 ---

Questa è stata una settimana pazzesca per “L’amore provvede”. Ieri ho presentato entrambi i romance a Trino Vercellese, nella rassegna “Mangiare parole” condotta dal bravissimo Raffaele Borghesio. Anche stavolta ho condiviso la serata con un collega autore di grande esperienza, Fulvio Di Sigismondo. È stata una gran bella presentazione!


E pensare che lunedì sono arrivate le prime valutazioni su Amazon a una stellina… Di quelle brutali, senza recensioni scritte. Per un’opera auto-pubblicata non è proprio il massimo.


In presenza, però, è tutta un’altra storia.

Perché si ha l’opportunità dell’incontro.

E i romanzi prendono vita.

Leggendoli a voce alta (come suggerisce Pennac).


Cantando e suonando “Close your eyes”, proprio come fa Chiara nella storia.


Ascoltando il feedback di una lettrice soddisfatta, in particolare, della parte diaristica del primo atto.


Firmando dediche, spacciando segnalibri e ampliando il pubblico attorno alla serie.


E poi, verso casa, distrutta di stanchezza, ascoltando “Iris” che passa in radio.


Ecco, scelgo di essere grata per quanto di bello sia accaduto attorno ai libri, ma scelgo anche di accettare con serenità le cose che non posso controllare.


Vi lascio, infine, un breve contributo sonoro!


IL DIRITTO DI LEGGERE A VOCE ALTA

LEGGERE A VOCE ALTA


“L’uomo che legge a viva voce si espone completamente agli occhi che lo ascoltano”


C’è un senso di meraviglia, nella lettura ad alta voce.

Anche se nei luoghi di lettura in genere si impone il silenzio per non disturbare, e noi stessi siamo soliti leggere assorti nel silenzio, Pennac sottolinea con vigore l’importanza di questa pratica.


Leggere a voce alta è come recitare un testo, in un gesto altamente inclusivo: che ne sarebbe dei bimbi in età prescolare, o degli anziani che hanno difficoltà a vedere, altrimenti?


Questo nono diritto è quello a mio parere più sociale di tutti: se ami i libri, aiuta anche gli altri a scoprirne la magia! Scandendo le parole di una poesia di Alda Merini, o uno dei racconti di “Marcovaldo” di Calvino, oppure una fiaba classica di Apuleio… Condividere la lettura usando la propria voce è un atto educativo e divulgativo di grande impatto.


Ma si può coltivare la lettura ad alta voce anche in solitudine (pare che Dostoevskij scrivesse pure a voce alta). Ci sono tante declinazioni possibili: si può ascoltare un audiolibro, un monologo teatrale, si può partecipare a una presentazione…


Quando ho letto al pubblico degli estratti dei miei libri, li ho sentiti vibrare. Lì il senso di meraviglia l’ho sentito eccome!


Ti capita di leggere ad alta voce? Cosa ti suscita, invece, ascoltare un testo letto a voce alta?

Post in evidenza

I BUONI PROPOSITI DEL LETTORE

Vorrei cominciare questo nuovo anno condividendo i buoni propositi... del lettore. Molte persone, infatti, mettono fra i buoni propositi qu...