La mia affollata e variegata libreria 2022



Non avevo mai letto così tanto e così bene come quest’anno.

Il mio 2022 si è aperto con “Il calamaro gigante” di Fabio Genovesi ed è terminato con “A libro aperto” di Massimo Recalcati (autore che curiosamente aveva concluso le mie letture pure l’anno scorso). Ho aperto e chiuso in modo meraviglioso insomma, nell’anno più prolifico e soddisfacente – per ora! – della mia vita di lettrice con ben 50 libri portati a termine.

Quest’anno ho scelto bene i miei compagni di viaggio, affinando un metodo e instaurando un’efficace e stabile abitudine alla lettura. Non sarà un caso se non sono inciampata in delusioni totali, che regolarmente mi capitavano negli anni passati.

Ho variato i generi, scelto più autori emergenti e scoperto un mucchietto niente male di classici. Ho recuperato autori noti e ne ho scoperti alcuni veramente interessanti. Ho gettato le basi per il mio futuro laboratorio sulla lettura (di cui vi racconterò), e imparato tante cose nuove che questa curiosità dentro di me sembra non volersi proprio spegnere!

Fra le mie conquiste più belle c’è la rivalutazione del genere rosa, le cui letture si sono andate a intrecciare alla mia ultima fatica da autrice. 

Sono passata ovunque per recuperare questi libri, dalla libreria di casa a quella dove lavoravo, dalle librerie degli altri cui chiedevo volumi in prestito alle librerie di quartiere, dal Salone del Libro alle presentazioni di autori emergenti, fino ad arrivare al Kindle che, devo ammetterlo, ha portato una linfa che non mi aspettavo.

Mi è difficile stilare una top ten dei migliori libri letti, anche per la loro varietà. Provo dunque a fare delle menzioni.

-          MIGLIOR LIBRO IN ASSOLUTO: La pura vida di Gianluca Gotto

-          MIGLIOR ROMANZO: Da dove la vita è perfetta di Silvia Avallone

-          MIGLIOR SAGGIO: Avere o essere? di Erich Fromm

-          MIGLIOR CLASSICO: I fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij

-          MIGLIOR LIBRO DI EDITORIA INDIPENDENTE: La cena dei coscritti di Michele Marziani

-       IL LIBRO CHE MI HA SORPRESO DI PIÙ: menzione speciale per la raccolta di Manzini, Ogni riferimento è puramente casuale

-          MIGLIOR RILETTURA: L’arte di respirare di James Nestor, già letto nel 2021


Una delusione vera e propria non c’è stata, come dicevo, anche se naturalmente alcuni libri mi hanno preso con maggior forza e con altri ho faticato almeno un pochino.

Il potere dei libri è straordinario, ma induce anche all’umiltà: ogni volta che mi sento figa per quanti ne leggo, puntualmente ne scopro altri, e altri ancora, che non ho mai letto; insomma, a ogni nuova opera ne saltano fuori altre due o tre interessanti, magari citate nel testo stesso, in un processo tendenzialmente infinito. Una sorta di circolo… virtuoso. Nel nuovo anno, dunque, voglio essere una “curiosa ignorante” che sa di non sapere, ma soprattutto che sa che vuol leggere.

Esplorautori: istruzioni per l'uso



Oggi vi parlo della rubrica Esplorautori, da me lanciata su questo blog un po’ di tempo fa. In cosa consiste? Semplicemente, cerco di promuovere un collega autore dedicandogli una recensione. Ho lanciato questa iniziativa dopo aver constatato le tantissime difficoltà che un qualsiasi autore emergente deve affrontare. Esplorautori è dunque un’azione disinteressata di promozione e valorizzazione delle opere altrui.

Potrò affermare che la rubrica ha avuto successo quando anche altri autori faranno altrettanto, allineandosi su questo binario; l’obiettivo infatti non è quello di ottenere uno scambio di favori, bensì creare un circolo virtuoso di attenzione verso i libri altrui, un volersi prendere cura di qualcun altro anziché cercare di vendere sempre e solo il proprio prodotto. Con questa iniziativa spesso si scoprono storie davvero molto belle, seppur non bestseller. 

L’effetto sorpresa per l’autore beneficiario è quanto di più bello questa rubrica abbia da offrire: mentre con un bookblogger è necessario chiedere e accordarsi prima, qui si può agire in maniera disinteressata lavorando sottotraccia.

La recensione dev’essere per forza positiva? Io tendenzialmente cerco di valorizzare l’opera; credo sia sempre meglio riferire in privato eventuali osservazioni o refusi o altro. Finora ho sempre apprezzato i libri scelti, lavorando con attenzione nella fase preliminare di selezione. Si può setacciare Instagram alla ricerca di autori interessanti, consultare eventuali recensioni già presenti e, se si vuole andare sul sicuro, si può anche recensire un autore a noi già noto che magari ci ha lasciato un buon ricordo (io l’ho fatto con Gino Pitaro, per esempio). Un’altra possibilità è recensire un proprio compagno di scuderia, dando così risalto alla nostra casa editrice (anche questo l’ho fatto nella prima puntata, con Sara Villa).

Proprio oggi ho recensito su Instagram “In volo con il vento a favore” di Roberta Capriglione, un libro che mi è piaciuto molto perché parla di cambiamento, di rinascita, di ricostruzione, tutti temi a me cari. Il libro è stato ripubblicato in modalità self-publishing: non posso che consigliarvelo.

 www.amazon.it/vento-favore-Roberta-Capriglione

Se sei un autore/ autrice, che ne dici di inserire nelle tue letture del 2023 qualche scrittore emergente che non conosci? Su Instagram e LinkedIn puoi utilizzare l’hastag #esplorautori e taggarmi in modo tale che possa esserne al corrente, e magari rilanciare a mia volta. Se non sei un autore, puoi comunque partecipare alla stessa maniera: ogni dieci libri leggine uno di uno scrittore poco conosciuto ma, a tuo giudizio, di valore.

Coltivare le buone abitudini

Inauguro oggi una piccola rubrica che, spero, potrà essere utile e stimolante. “Coltivare le buone abitudini” vuol essere una rubrica di riflessione con concreti spunti da applicare nel quotidiano.

                                ASCOLTARE UN BRANO MUSICALE OGNI GIORNO

Chi mi segue immagino starà subito pensando alla lettura come abitudine virtuosa, e in effetti sì, ma... Oggi vorrei partire dalla musica. La buona abitudine che vi invito a coltivare è, semplicemente, quella di ritagliarvi uno spazietto quotidiano per ascoltare anche solo un brano degno di… nota. Ascoltare musica, lo sa bene il nostro io adolescente, ci apre nuovi orizzonti, ci conforta, ci (s)carica, e in generale ci regala una sensazione di benessere. Solo che in una vita frenetica può accadere che ci si dimentichi della bellezza della musica, oppure che, all’opposto, essa sia talmente diffusa e sparata ovunque da non farci neanche più caso. Quel che serve per godersi davvero la musica è prestarvi la giusta attenzione, oltre che selezionarla con cura. Quest’abitudine è una pausa gentile che puoi concedere a te stesso, ma non serve spararsi decine di canzoni a tutto volume nelle orecchie, ne basta anche solo una, purché scelta con cura. Non entrerò troppo nel merito dei generi musicali (potrebbe venir fuori una bagarre!) ma coltivare quest’abitudine significa provare a coltivare il proprio buongusto, magari aprendosi a generi / brani mai ascoltati prima; ci sta anche di riascoltare i brani cui si è più affezionati, senza dimenticare di sperimentare ogni tanto aprendosi al nuovo (o al vecchio, dipende dai casi). Se però nellaprire YouTube o Spotify non sai proprio da dove cominciare... Ti lascio qui alcune proposte, ben diverse fra loro per testo, epoca e genere.

(Link YouTube solo ascolto, no videoclip)

1.       November rain- Guns ‘n’ Roses. Una celebre ballata di una grande rockband, in tema autunnale. Struggente, ma qui vi serviranno più di cinque minuti… www.youtube.com/watch

2.   Al di là dell’amore- Brunori Sas. Canzone del 2019 di un cantautore nostrano un po’ sottovalutato, testo stupendo e musica pure www.youtube.com/watch

3.      Burning love- Elvis Presley. Se cercate un brano frizzante, rockeggiante e non troppo lungo: un classico ancora affascinante www.youtube.com/watch

4.    Dance me to the end of love- Leonard Cohen. Brano romantico, sensuale, delicato. Io l’ho scoperto grazie al romanzo di J. Bertola, Di chi è questo corpo www.youtube.com/watch

5.      Il peso del coraggio- Fiorella Mannoia. Se vuoi un brano impegnato ascolta questo, fra l'altro scritto da Simone Cristicchi: rimane impresso www.youtube.com/watch

 

                        CAMMINARE (SENZA FRETTA E PER IL GUSTO DI FARLO)

Camminare.

Sembra scontato, lo facciamo tutti i giorni…

Eppure la maggior parte delle volte andiamo di fretta e basta, sicché camminare diventa un automatismo cui non badiamo troppo. Ecco la mia breve riflessione, seguita da qualche spunto pratico, per affinare un’abitudine in grado di regalarci benefici incredibili se praticata con maggior consapevolezza.

Prova a pensare all’ultima piacevole camminata che ti sei concesso, intendo senza fretta né impegni imminenti; magari eri all’aria aperta col tuo cane, col tuo partner, coi tuoi bambini, oppure per i fatti tuoi, completamente immerso nei rumori della natura? Magari eri in un bel parco cittadino di prima mattina? Come ti sei sentito dopo la camminata? Io in genere mi sento pervadere da una sensazione meravigliosa.

Ma non è così scontato, per chi abita in città, coltivare una così buona abitudine. È chiaro che la camminata a cui si allude non è certo la corsa frenetica per accompagnare i bimbi a scuola, per acchiappare il bus o per entrare in tempo a timbrare il cartellino…

Ritagliarsi uno spazio quotidiano da riservare a una camminata fine a se stessa è un’abitudine che può giovare molto alla nostra salute. Attenzione però: io che vivo in una città ahimè inquinatissima, Torino, mi rendo conto di quanto poco giovi camminare in mezzo allo smog e al traffico, specie nelle ore di punta. Ecco perché bisogna saper scegliere una fascia oraria e un luogo consoni alla camminata. Magari concedendosi una gita fuori porta, immersi nel verde.

Qualche accorgimento per godersi appieno la camminata:

Innanzitutto se sei disabituato a camminare, non esagerare. Come ogni abitudine, anche questa dev’essere introdotta con gradualità, magari partendo da dieci minuti al giorno.

Occhio alla postura: le mani in tasca non agevolano il nostro corpo in movimento, né sporgersi troppo in avanti. E assicurati di avere calzature comode.

Altro vizietto comune è quello del cellulare: se proprio non se ne può fare a meno, meglio munirsi di auricolare, oppure fermarsi per rispondere a un messaggio.

Ben vengano le camminate in compagnia! Ma ricordati che puoi benissimo concederti una passeggiata da solo senza per questo che vengano meno i benefici.

Prediligi uno zainetto anziché la borsa a tracolla per le passeggiate particolarmente lunghe.

Non preoccuparti troppo della performance, goditi il momento e il paesaggio!

London Bridge- Fine


Vi ripropongo questa storia a distanza di dieci anni. Una visione onirica forse sogno, forse racconto, forse viaggio. O tutte e tre le cose. Una storia che inizia con una fine e finisce con…

 

Fine.

Sgradevole odore di fine. Sensazione d’aver fallito, d’aver buttato via tempo, occasioni, sorrisi. E ora è tardi ormai, è la fine. Lo sento, dai rintocchi del grande Big Ben che risuona minaccioso nella mia Londra interiore, cupa e oscura, grande e desolata. E io, anima smarrita, vi vago.

Esploro questa Londra immaginaria, e mi par di vivere un’avventura alla Dylan Dog. Ma non v’è traccia di altre presenze umane, e nemmeno di mostri. Solo apocalittica atmosfera. Cammino accanto al Tamigi indecisa sul da farsi. Fermarsi?

Tanto è quasi la fine.

Una canzone dei Clash mi riecheggia dentro. London calling. Londra sta annegando. Il cielo è scuro, il Tamigi inquieto. La fine si fa molto vicina.

E, così prossima alla fine, comincio a pensare al fine. Che ci faccio qui? Che ci faccio qui, da sola?

Ho perso di vista il mio fine. E me ne rendo conto solo alla fine. Beffardo destino.

Ma attendere la fine vagando senza meta è un modo piuttosto noioso di concludere l’esistenza, pertanto, corro. Provo a inseguire il mio fine, al novantesimo minuto, ma ci provo; corro disperata, fiume alla mia destra, Clash nella mia testa, mossa dal folle tentativo di rincorrere il mio fine. Ancora corro, mentre poco a poco nei dintorni sbiadiscono i contorni. D’altronde è prossima la fine. Il buio non accenna a sbiadire, però. Rimane lì, vigilante. Eppure la mia corsa ora ha un fine, una meta, che imponente e improvvisamente si rivela ai miei occhi. Un ponte. Un ponte pieno di gente.

In questa visione onirica era mancata proprio, la presenza umana. Forse, come ogni fine che si rispetti, sarà un happy end, in compagnia!

Mentre ancora ci penso, il cielo si scuote ed esplode in un grande fragore. Scoppia a piovere. Le copiose gocce m’invadono, mi rallentano, e sbiadiscono i contorni del ponte, del mio ponte. No! Non sparire, ponte!

Corro verso di esso ma, appena vi metto piede, il ponte prende a sgretolarsi. Mi ritraggo, fradicia, esausta, scossa da un’imminente apocalisse acquatica che mi impedisce di raggiungere il mio fine... Ma, se salgo sul ponte, questo si sgretolerà, e le persone sopra sospese cadranno giù. Allora grido, ma i tuoni sovrastano il mio appello. Mi sbraccio, ma la nebbia s’alza per avvolgermi. Questa è la fine. Loro non sanno nemmeno che son qui. Sono tutti stretti gli uni contro gli altri, in attesa della fine. Ed io, sola, non ho raggiunto la meta. Ho fallito. Mi sento così incompleta. Potrei cedere alla disperazione. Oppure. Tuffarmi. Tanto, fine per fine... Che almeno sappiano ch’io son qui, per loro. Mi tuffo.

L’acqua è gelida, mi penetra la pelle e quasi mi toglie il respiro, tuttavia riesco a gridare e a sbracciarmi. Tanto basta a quelli sul ponte per vedermi. E nel vedermi si allarmano. Vogliono salvarmi. Ma tanto questa è la fine, non ha più importanza. Quel che conta è che sappiano ch’io son qui, per loro, il mio fine. A breve verrò sommersa. Li saluto, mando loro un bacio d’addio.

E poi, mentre attendo la fine di fronte al mio fine... Un’imponente imbarcazione sbuca alle mie spalle e mi acceca con grandi fari. Son troppo sensibile alle luci, dopo tante oscure corse. Mi agito, non penso, non aspetto, ma nuoto, alla cieca, verso i fari. Finché qualcuno mi afferra e mi tira su.

Quando riapro gli occhi, sono sul ponte. Anch’io. Finalmente. Evviva! La tempesta riecheggia solo più in lontananza, ormai. E i raggi del sole squarciano il buio. E un suggestivo arcobaleno gli dà il colpo di grazia riportando speranza; varie mani mi stringono. Risuonano ancora i Clash nella mia testa. Ma è cambiata la canzone. Should I stay or should I go?

Rimango, va’. Il clima è bello... Se non fosse ch’io, proprio io, sto causando lo sgretolamento del ponte, accidenti... Me n’ero scordata! Eppure, nessuno appare eccessivamente preoccupato. Anzi, la gente prende a camminare per passare dall’altra parte. Dall’altra parte... Mi avvio anch’io...

Il ponte sta sgretolandosi dietro di noi; facciamo appena in tempo a passar indenni dall’altra parte, ove s’erge l’arcobaleno, che il ponte cessa di esistere. Alle nostre spalle s’è consumata davvero la fine, sotto forma di vuoto.

Dall’altra parte la luce è così intensa. E rimane lì, vigilante.

M’ero sbagliata. Nulla finisce giacché tutto si trasforma.

Inizio.

Imparare a sognare


Lo cantavano i Negrita in una loro famosa canzone, "c’è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò". Come tutte le cose però, anche imparare a sognare richiede pratica. Ci vuole tanto fallire prima di poter vedere qualche timido risultato, il che può comportare tempistiche anche molto lunghe, a seconda della tipologia del proprio sogno. Ma in origine di tutto, sappiamo davvero sognare? Prima di parlare di metodi e strategie, siamo consapevoli di quali siano i nostri sogni?

In un suo video, lo psicologo Luca Mazzucchelli mette in dubbio il fatto che la gente abbia per certo dei sogni autentici. Ed è proprio così: spesso sono confusionari o troppo irrealistici, o vissuti come mere illusioni, o addirittura del tutto assenti perché risucchiati da un quotidiano stressante e frustrante.

Senza scendere ancora nei dettagli dell’argomento, vorrei provare a lasciarti una prima indicazione che spero possa esserti utile per orientarti verso la tua direzione. Ricordati dell’ultima volta in cui sei stato bene, completamente assorbito in un’attività tanto da perdere la percezione del tempo... Cosa stavi facendo? Stavi forse cucinando? Ballando? Leggendo? Giocando? Costruendo modellini? Disegnando qualcosa? Suonando uno strumento?

Non è certo da qui che estrarrai come per magia tutte le tue risposte esistenziali, ma inizia a farci caso: prendi nota di tutte quelle attività che ti fanno stare bene, che ti fanno insomma provare l’esperienza del flusso. Vai indietro negli anni, se necessario, e pensa a tutte le volte che ti sei sentito perfettamente a tuo agio in qualcosa. Fermati qui, per ora. Se un’attività ti ha fatto stare così bene, perché non rifarla?

C’è un’attività che ti ha fatto star bene ultimamente? Pensi che quest’attività abbia a che fare coi tuoi sogni? Oppure senti di non riuscire a trovare proprio niente? Fammelo sapere nei commenti 👇

A che serve una mira impeccabile, quando non sai a quale bersaglio mirare?

Essere esperti, talentuosi e pieni di idee è meraviglioso. Significa che si è pieni di frecce nella propria personale faretra, che si possiede un arco integro e di buona qualità, persino che ci è allenati a tirare così tanto che ora la mira è impeccabile... Ma. I bersagli sono troppi. O così distanti da imporci una scelta selettiva. Nel primo caso si comincia a tirare a casaccio le frecce, finché queste non si esauriscono, nel secondo caso si rimane invece bloccati dall’indecisione, oppure si sceglie con avventatezza un bersaglio qualunque. Conoscere il bersaglio che si vuole colpire fa la differenza. Potresti anche essere un pessimo tiratore, avere poche frecce a disposizione e fallire subito, ma sai dove vuoi arrivare! E, un tentativo alla volta, ci arriverai. Allenerai la vista, le braccia e la postura del tuo corpo, sbaglierai mira ma ci riproverai. Esaurite le frecce dovrai avere la pazienza di procurartene di nuove, che la faretra ha una sua limitata capienza. Quando poi finalmente farai centro, non sarà per fortuna, come qualche altro arciere invidioso magari ti dirà, ma per costanza e dedizione del tuo lavoro.

Hai chiaro il tuo bersaglio in questo momento? Oppure senti di non avere abbastanza frecce?

   Ti è piaciuta questa metafora? Lasciami un commento!



La pura vida

“I costaricensi vivevano per gran parte del tempo all’aria aperta e questo aveva un impatto positivo sul loro umore, la loro salute e il loro modo di prendere al vita. Erano soprattutto la lentezza e la calma del loro vivere a colpirmi.”

 

ESPLORAUTORI- PUNTATA SPECIALE: GIANLUCA GOTTO

INTRO- Gianluca Gotto è uno scrittore noto ma, per chi non lo conoscesse, è un nomade digitale che da molti anni ormai ha lasciato Torino per viaggiare in tutto il mondo scrivendo un blog di successo mangiaviviviaggia, nonché libri meravigliosi. Mi sono convinta ad acquistare La pura vida dopo aver letto ciò che lo stesso autore scriveva sui social: frasi di grande impatto, da cui coglievo una saggezza particolare. Di conseguenza le mie aspettative su questo libro erano belle alte. ... Vi dirò la verità, La pura vida le ha superate e stravolte, quelle aspettative! Avrà aiutato la location (l’ho letto con vista mare) ma si tratta davvero di un gran bel libro: a fine lettura mi sono sentita come se fossi appena atterrata da un lungo viaggio anch’io. Sono molte le frasi che mi sono rimaste impresse, tanto che ho dovuto sottolinearle come faccio coi volumi di saggistica. Mi sono sinceramente commossa durante la lettura, in particolar modo leggendo la cerimonia del cacao, un rituale descritto con accuratezza e autenticità dall’autore.

“Quanto ti pagano all’ora per rinunciare ai tuoi sogni?”

TRAMA- Alessio Sanna ha quasi trent’anni e vive a Milano. Lavora come copywriter. Riflessivo e introverso, si tiene dentro dolori e rimpianti mai superati, e ha difficoltà a esprimere i suoi sentimenti. Si innamora della collega Elena, di animo estroverso e libertino, ma non riesce a farsi avanti. Un giorno la paura della morte bussa alla sua porta interiore, sconvolgendo il suo fragile mondo. Una lista di cose da fare prima dei trent’anni, compilata quand’era adolescente, gli ripresenterà il conto del suo grande sogno abbandonato: visitare la Costa Rica. ... Sarebbe ingiusto rivelare altro della trama, ma preciso che il libro non è una storia d’amore (da romanzo rosa per intenderci) bensì una storia sull’amore e sulla crescita personale, una delle più belle che abbia mai letto.

L’OPERAIl libro costruisce i suoi presupposti nella prima parte, quella che potrebbe apparire meno appetibile, ma che in realtà serve per identificarsi col protagonista e il suo (nostro…) mondo frenetico e stressante e competitivo, per poi spedirci dall’altra parte del globo in un contesto pacifico, lento, felice, paradisiaco non solo alla vista. Si affronta dunque questo viaggio, per approdare infine ai 6 pilastri per una vita serena e orientata alla felicità (sono stata felice, è il caso di dirlo, di trovare molte analogie con la teoria del gioco infinito di Carse e Sinek, così come di ritrovare molti concetti della mindfulness).

Qual è dunque il messaggio di questo libro- viaggio?

No, non dobbiamo andare tutti in Costa Rica, sebbene un viaggio sia sempre unesperienza in grado di aprirci la mente e il cuore…

Però… Rivedere molti dei parametri che governano le nostre vite, quello sì. Ripensare alla nostra adolescenza può aiutarci perché, come suggerisce lautore nella prima parte, da ragazzi non ce ne fregava niente dei bollini del supermercato o di tutte le altre cose che scandiscono la nostra vita adulta: da ragazzi volevamo soprattutto esperienze! Recuperare il nostro io adolescente potrebbe aiutarci a (ri)costruire la nostra bussola interiore.

La pura vida significa amore per la vita; è un invito a rallentare per godersi il paesaggio, un modo di intendere la vita che non appartiene molto al mondo occidentale, troppo preso da se stesso a competere per accorgersi che la chiave di tutto è la semplicità. Non è forse vero che tendiamo a complicare tutto? Quante volte veniamo risucchiati dal vortice delle decisioni e della produttività e poi alla fine ci sentiamo comunque infelici? Quante volte consumiamo senza mai essere realmente soddisfatti? Quante volte buttiamo via i sogni in nome delle aspettative che gli altri e la società hanno su di noi?

Troppe volte.

Il messaggio della pura vida è dunque quello di imparare a vivere più consapevolmente e più semplicemente. La vita è troppo breve per sprecarne il tempo in cose futili o dannose, gli antichi lavevano compreso bene, ecco perché paradossalmente dobbiamo andare piano per godere del qui e ora! Non dopo, non domani, ora. Ora! Su, ora va alla finestra e goditi il tramonto di oggi. Allora, dimmi, non era forse meravigliosamente degno dei tuoi occhi?

---Ps: se hai già letto il libro, fammi sapere cosa ne pensi attraverso i commenti! E permettimi di suggerirti un saggio di approfondimento: Avere o essere? di Erich Fromm---

“… E così il mondo è pieno di gente che non farebbe mai scadere lo yogurt che ha in frigo, ma fa scadere tutti i sogni, le opportunità, i progetti”


per maggiori info sul libro clicca qui!

Leggere leggeri

Cerca il post su Instagram! @elisa_faresol


Dicono che l’estate sia il tempo perfetto per leggere. In vacanza, sotto l’ombrellone, cosa c’è di meglio di un buon libro?

Sì, ma quale libro?

In fondo non è mica obbligatorio portarsi un libro in spiaggia, anche se il titolo giusto “fa figo” e magari può servire per far colpo. (Occhio però: baccagliare sfoggiando Kafka o Dostoevskji può essere controproducente se poi non lo si approfondisce ;)

Da scrittrice penso che l’estate possa davvero essere loccasione giusta per approcciarsi alla lettura, se durante l’anno non siete riusciti a leggere granché per mille motivi. Attenzione: scegliete con cura il titolo o i titoli da buttare in valigia! Bisogna leggere leggeri. Dev’essere un piacere, non una tortura. Ecco perché proseguendo il post troverete dei suggerimenti - suddivisi per ‘ambientazione’ – di narrativa. Ho cercato di creare una lista variegata e qualitativa che non scordasse i classici ma che comprendesse anche qualche collega autore meno noto.  

Allora, dove andrete in vacanza?

MARE
Se la vostra vacanza sarà classica, sole-spiaggia-mare, allora meglio associarci un classico: Robinson Crusoe! La storia del naufrago per eccellenza Robinson (per la quale Defoe avrebbe tratto ispirazione da fatti realmente accaduti) vi travolgerà molto prima dello sbarco sull’isola, senza dubbio il momento topico del libro, ma tutto ciò che lo precede non sfigura affatto. La permanenza forzata sullisola si rivelerà piena di sorprese. Epico.

Vorrei lasciarvi però altri due suggerimenti, ideali per chi desidera una lettura più breve e scorrevole: Il calamaro gigante e Il gabbiano Jonathan Livingston. Nel primo caso abbiamo un’opera contemporanea, a firma di Fabio Genovesi, che nella sua particolarità saprà coinvolgervi attraverso la storia-leggenda del calamaro gigante; nel secondo caso abbiamo un classico breve di Richard Bach, forse meno gettonato di altri più fortunati come Il Piccolo Principe ma davvero piacevole. Un libro adatto ai sognatori e aspiranti tali che si perderanno con lo sguardo verso limmensità del mare.

MONTAGNA
Qui la letteratura è sterminata, ma spesso i titoli più gettonati sono quelli ambientati in alta quota, storie di sopravvivenza e di avventura. Quel che vi sento di consigliarvi, però, è La cena dei coscritti di Michele Marziani. Questo libro, ambientato in montagna, racconta di un anziano - lontano dai classici stereotipi - che si mette a lottare in difesa del suo territorio con due coetanei, anche quando sembra essere una causa persa. Nella parte finale il libro cambia bruscamente passo, ma l’abilità dello scrittore è tale per cui si rimane coinvolti e curiosi più che spiazzati.

Per chi vuol andare in alta quota, invece, suggerisco di leggere qualche autobiografia, magari a firma di Messner o Bonatti, le cui vite hanno ben poco da invidiare alle avventure letterarie! Infine, se cercate la lettura filosofica e impegnata, un buon libro da sfogliare a qualsiasi quota (ma anche a casa) potrebbe essere Il monaco che vendette la sua Ferrari di Robin S.Sharma. Il titolo dice già molto; garantisco che a fine lettura non si rimarrà più gli stessi.

CAMPAGNA
Se trascorrerete le vacanze in un bel rustico fuori città, immersi nel verde, allora potreste leggere Io non ho paura, che si svolge in un imprecisato Sud Italia. La storia potrebbe esservi già nota: l’incontro fra due bambini, che poco alla volta stringono amicizia nonostante uno sia libero e l’altro prigioniero… Temi forti ma trattati dal punto di vista innocente del piccolo protagonista.

In alternativa suggerisco un altro autore italiano: Andrea De Carlo. Ne ha scritti tanti belli, ma quello che si presta meglio all’aria aperta è Giro di vento. Ambientato in Centro Italia, fra misteriose colline boscose dove si nasconde un’isolata comunità di bizzarri individui con cui un gruppetto di facoltosi milanesi verrà a contatto. Amaro ma coinvolgente.

CITTÀ D’ARTE 
Se siete alla scoperta di città meravigliose fra escursioni urbane, giri per musei e foto a grappolo di ogni scorcio, potreste non aver tempo/ energie sufficienti da dedicare alla lettura. Il mio consiglio è di ritagliarvelo per il treno o per l’aereo, oppure di dedicare una mezz’ora in hotel, magari dopo cena o dopo una doccia rigenerante. Suggerisco di darsi ai racconti, che potete finire in breve, magari uno per tappa. Un ottimo compagno di viaggio potrebbe essere Babelifish di Gino Pitaro, di cui ho parlato recentemente sul blog.

Come classico, rimanendo sui racconti, potreste affidarvi a Edgar Allan Poe, Racconti del terrore, se naturalmente amate il genere. Se invece siete assolutamente tipi da romanzo, vi suggerisco lultimo che ho letto: Penelope alla guerra di Oriana Fallaci. Ambientato fra Roma e New York, è il libro ideale per scoprire questautrice se ancora non la conoscete. Altra opzione di qualità: quale che sia la vostra meta potreste aggiungere in valigia Mille splendidi soli di Khaled Hosseini, libro di rara bellezza anche se tratta tematiche forti. Ambientato in Afghanistan.

VIAGGIO D’AVVENTURA
Se il vostro sarà un viaggio d’avventura, poco strutturato o fatto di tante esperienze diverse, allora bisogna scegliere un libro all’altezza del vostro tour! Butto subito un titolo altisonante: Frankestein di Mary Shelley. Difficile inglobarlo in un solo genere, in un’epoca in cui peraltro non esistevano i generi commerciali così come li concepiamo noi, però ha tutti gli ingredienti per un’avventura: inseguimenti, azione, città e località europee, spostamenti, ambientazioni variegate… proverete angoscia, più che paura.

Se invece desiderate qualcosa di esotico suggerisco allora Vita di Pi, che ho già recensito in passato - faresol.blogspot.com/2020/07/spazio-recensioni-vita-di-pi.

A CASA 
Rimanete a casa? Oppure, siete appena rientrati? Nessun problema! Il titolo giusto saprà tirarvi su il morale. Quello che ci vuole è un’avventura per poter viaggiare restando fermi: Ventimila leghe sotto i mari. In generale qualsiasi libro di Jules Verne farebbe il caso vostro, ma questo in particolare è davvero leggendario. Un’avventura che Verne seppe curare nei minimi dettagli, rendendola verosimile.

Se desiderate un’avventura più “statica”, ma coinvolgente, allora leggete Il barone rampante di Italo Calvino. Un ragazzo dodicenne in un moto di ribellione sale su un albero e da lì non scende più, mentre nel frattempo cresce e si fa uomo.

PS: se volete rimorchiare con Dostoevskji, allora vi suggerisco Le notti bianche. Breve, semplice e romantico, farete un figurone con le ragazze (o coi ragazzi).

E se ancora questi consigli non vi bastano...

Eccovi i consigli bonus!

… Poteva davvero mancare la saggistica? Certo che no! Ecco qui i miei consigli per chi predilige la non-fiction.

-          Progettare la lentezza di Paolo Pileri. Un libro meraviglioso che vi racconta che cos’è la lentezza: capitoli scorrevoli ma chiari per comprendere quanto bene possa farci rallentare, con la bici oppure a piedi. Ottimo anche l’approfondimento turismo di massa e turismo lento.

-          Il gioco infinito di Simon Sinek. È stato il mio libro delle vacanze l’anno scorso, ve lo propongo soprattutto se faticate a non pensare al lavoro anche in spiaggia. Questo è perfetto, vi farà abbracciare un nuovo punto di vista.

-          La tentazione del muro di Massimo Recalcati. Psicologia sociale alla portata di tutti, un libretto per capire meglio quest’odio che sembra investire così tante persone. Utile e illuminante.

-         Avere o essere? di Erich Fromm. Un libro che mi è davvero piaciuto, forse il migliore letto quest’anno. Una profonda riflessione ancora molto attuale sul nostro modo di vivere, di consumare e di stare al mondo.

 Manca qualche titolo in questa lista? Hai un consiglio da lasciare agli altri lettori? Fammelo sapere nei commenti qui sotto e/o sui social!

Buone letture a tutti.

Esplorautori- Francesco Aki Schiatti


"Si ride sempre per qualcosa di stupido,
ma si sorride solo per qualcosa di speciale"

Riprendo volentieri la rubrica Esplorautori, con un’ultima puntata prima della pausa estiva. Questo nuovo episodio 'risente' delle mie stesse presentazioni, perché ho conosciuto l’autore in questione al Salone del Libro. Ho dunque l’onore e il piacere di parlarvi di Francesco Aki Schiatti, autore aretino e mio collega di scuderia (entrambi coabitiamo nella stessa collana, la Interlinea della casa editrice LuoghInteriori che potete scoprire qui: www.luoghinteriori.it/collane/collane/interlinea/e-se-un-bacio ).

L’OPERA- Il suo libro s’intitola E se un bacio... ed è semplicemente meraviglioso. La prima cosa che mi è arrivata di quest’opera è stata la sua ottima copertina, che gioca coi colori e le sfumature, come del resto fa lautore intitolando ogni capitolo a una diversa tonalità cromatica, talvolta in modo giocoso. Le oltre 300 pagine non stancano ma, al contrario, coinvolgono ed emozionano. I componimenti inseriti all’interno del libro, in una curiosa alternanza prosa- poesia, non distolgono dalla storia, anzi, sembrano amalgamarsi piuttosto bene con la stessa. Nel testo Schiatti riesce a far convivere poesie molto profonde e barzellette 'sceme' che vogliono esorcizzare la disabilità in generale, perché il linguaggio rispettoso non basta a includere veramente le persone, bisogna sforzarsi di andare oltre, anche attraverso lo scherzo. 

TRAMA IN BREVE- Il protagonista è un giovane liceale che, per caso, conosce un bambino di nome Aki nellIstituto dove lavora la madre. Aki non vede, non sente e non parla. Con un bacio sulle labbra suggella lincontro di conoscenza col nostro protagonista, che ne rimane sconvolto; quest’incontro è destinato a impattare la vita di entrambi, cambiandole radicalmente. I due trovano un modo tutto loro di comunicare, che li legherà indissolubilmente. Col susseguirsi delle stagioni la vicenda evolve, portando Aki a scoprire sempre più il mondo circostante, nonostante la sua condizione. Il romanzo è narrato in prima persona, il che consente di calarsi bene nei panni del protagonista vivendo le sue gioie, le sue paure, i suoi smarrimenti, le sue conquiste.

LAUTORE- Come dicevo, ho incontrato Francesco al Salone, assistendo a un pezzo della sua presentazione. Mi ha fatto subito una buona impressione, ho colto autenticità ancor prima di approcciarmi al romanzo. Ritengo, poi, una mossa molto coraggiosa quella di alternare prosa e poesia senza far perdere il ritmo di lettura, non è cosa da tutti. Inoltre questa storia è emotivamente forte, coinvolgente, ma cè spazio anche per ridere.

PUNTI DI FORZA- Tanti, in questo caso. Ne elenco alcuni: la forza evocativa della copertina, la scelta dei colori come punti guida di ogni capitolo, la verosimiglianza dei fatti, il tocco ironico unitamente alla delicatezza dei temi, le poesie. Dunque mi sento di consigliare la lettura di questo libro delicato e al tempo stesso spietato, che racconta la disabilità multisensoriale senza sconti, con autenticità quindi, ma lasciando spazio allamore e alla risata. In questo libro troverete tante emozioni, positive e negative. Si ride, ci si arrabbia, ci si commuove, si sorride.

LA CURIOSITÀ- Parte dei proventi del romanzo verranno devoluti alla Lega del Filo doro, che molti di voi sicuramente già conosceranno; azzeccato il modo in cui lautore è riuscito a inserire un filo doro allinterno della narrazione. Per questo e per tanto altro mi sento dunque di poter concludere: bravo Francesco! 


E se un bacio...

casa editrice: LuoghInteriori

anno di pubblicazione: 2021

genere: narrativa

pagine: 314

www.amazon.it/se-bacio-Francesco-Aki-Schiatti

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