ItalCaos

Italia nel caos, Italia ingovernabile. Giovedì non avremo più un Papa. Non abbiamo un governo. Anzi, non abbiamo manco un Parlamento funzionante. Fra poco scade il mandato del Presidente della Repubblica.

Ragazzi, solo noi italiani eravamo capaci di tanto. Fare delle elezioni in cui praticamente non vince nessuno. Solo noi! Ho sentito membri del PD dire "abbiamo perso". Poco fa l'ha ribadito anche Bersani. Primi, ma abbiamo perso. Quelli del PDL dicono che hanno vinto, i numeri della Camera li smentiscono entrambi, comunque... E poi si parla di vittoria di Grillo quando lui, lo ricordo, non ci entrerà nemmeno in Parlamento. E il M5S avrà anche fatto il boom, ma non ha la maggioranza. Intanto Monti si dice soddisfatto del magro risultato. Fini, Ingroia, Di Pietro e il fanta-lauree Giannino sono fuori.
Voi avete capito qualcosa? Chi ha vinto dunque? Chi ci governerà? Faranno inciuci, compromessi? Si può far peggio di così?
Pesa in tutto questo, quel 25% di elettori che ha pensato bene di astenersi. Pessima notizia.
Ci troviamo adesso con tre correnti politiche che si sono reciprocamente sottovalutate, e che adesso si ritroveranno sotto lo stesso tetto parlamentare; hanno una responsabilità enorme, le Borse sono già impazzite e l'Europa trema. 

Non mi stupisce la non-vittoria del PD. Hanno sottovalutato gli avversari e il malcontento popolare. La campagna elettorale di Bersani non è stata efficace quanto quella di Berlusconi che, coi suoi soliti trucchetti, è riuscito a recuperare quando nessuno avrebbe scommesso su un 30% del PDL. Con Renzi sarebbe stata un'altra storia.
E poi c'è il boom del Movimento 5 Stelle. Ho letto di tutto e di più, ho ascoltato Grillo e altri esponenti in piazza, ho seguito le loro mosse in campagna elettorale... A parte qualche errore (la mancata intervista su Sky, il divieto ai giornalisti italiani di far riprese, la scarsa esposizione dei candidati) devo dire che hanno lavorato bene, facendo leva sul malcontento popolare, parlando dei problemi reali della gente, andando ad incontrare la stessa gente nelle piazze. Non come gli altri, rinchiusi nei palazzetti e nei salottini TV. Certo, ora bisognerà vedere all'opera questi 'sbarbatelli' della politica: come se la caveranno dentro al Parlamento?
Hanno una responsabilità enorme, tutti loro. Che ne prendano atto: vittoria o non vittoria questo Paese ha bisogno urgente di riforme. Lavoro e legge elettorale, subito. Non si può più aspettare. Che la Sinistra si svegli, visto che è quella che ha ottenuto il premio di maggioranza alla Camera. Sveglia! Pensare a qualche proposta. Per esempio, cambiare questa assurda legge del Porcellum e farne una più sensata e democratica.

Filare a votare!


Tempo di elezioni.
Immagino molti di voi siano alquanto disgustati dalla politica, dai politici, dalla politica dei politici, al punto da non voler votare per nessuno. Certo, collocare le elezioni in pieno inverno (con la neve in agguato) può scoraggiare parecchie persone già poco entusiaste o magari semplicemente indecise, aumentando il fenomeno dell’astensionismo.
Il problema, cari connazionali, è che non ce lo possiamo permettere. Di sbattercene. La politica ci riguarda eccome. Se non ce ne interessiamo, ne subiremo comunque le conseguenze.
Leggevo quanto sosteneva Oliviero lunedì, su uMan 360: concordo con lui. Andate a votare! Quello che vi pare, ma votate! Che il voto non è utile, ma sacrosanto diritto! Questo Paese ha bisogno di un governo, e tutte le cose di cui ci lamentiamo (corruzione, Porcellum, lavoro, tasse...) non potranno mai essere modificate senza un Parlamento vero rappresentante del Popolo! Tutti alle urne, per questo anomalo invernale conclave popolare. Tutti a votare, anche se non è primavera. Coprirsi bene, nonni e nonne, c’è bisogno anche del vostro voto. Che il futuro dei vostri nipotini non è esattamente roseo.
Penso che uno sforzo lo possiamo far tutti. Vista tutta quella gente in fila per ottenere la fiabesca restituzione dell'IMU, credo proprio che si possa tranquillamente rifare un’altra fila, stavolta alle urne, per il bene del Paese, per il nostro bene. E se la tentazione è quella di lasciare la scheda in bianco per indecisione, o di annullarla per protesta, pensate questo: abbiamo una scelta. Lo so, è dura. Ma abbiamo una scelta. E, pensandoci bene, sono certa che ognuno possa trovare fra quel groviglio di simboli quello che più lo rappresenta.
Dunque, filiamo tutti a votare! E vediamo che succede…
È innegabile l’urgenza che i neoeletti si troveranno ad affrontare: il lavoro, denigrato e fatto a pezzi con leggi assurde, denigranti i lavoratori trasformati in disoccupati, precari, esodati. Questa è la vera urgenza del Paese. E proprio per questo problema non sarebbe male incentivare la cultura, settore da troppi mortificato ("con la cultura non si mangia!") che invece potrebbe restituire stipendi agli artisti e sorrisi e sapienza alla gente. Basta investirci. Cominciando dalle scuole…
Politici e politica cambieranno solo se saremo noi a cambiare atteggiamento. Cominciamo a protestare qualora il nuovo governo cominci a farsi gli affari suoi... Cominciamo a credere meno alle favolette che ci raccontano - a parole son bravi tutti - e a guardare ai fatti, alle leggi che approvano!
Dovremo monitorare attentamente ogni loro mossa. E questo monitoraggio democratico dovrà valere per tutte le forze in campo. Perché qui ce n’è da ricostruire. Con tutte le problematiche che abbiamo non possiamo permetterci di litigare come tifosi al bar sport su ideologie e schieramenti. Onestamente, chi se ne frega! Pensiamo a collaborare e a rialzarci! Non è utopia, semplice punto di vista cooperativo. Che include però la discussione, la divergenza di opinioni, ma col fine di un obiettivo comune, non di un interesse personale. Il punto qui non è chi ha ragione. La verità è un concetto sfuggente. Il punto è ascoltarsi e confrontarsi l’un l’altro per il bene comune.
Occhi aperti cari elettori, su ciò che succederà alla Camera e al Senato.
Agli aspiranti deputati e senatori, per ben cominciare, non farebbe male rileggersi l’articolo 1 della nostra Costituzione prima di accomodarsi sulla lussuosa poltrona.
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
 http://www.uman360.it/filare-a-votare/

Imprendiattori


Da grande voglio fare l’imprendi-attrice.
Voglio calcare palcoscenici. Costruendomeli prima. Perché non ce ne sono di disponibili, qui.
Voglio aprire uno spazio su misura di persona. Uno spazio che dia spazio e respiro e sostegno. Un palco su cui potersi esibire in libertà.
Perché qui si pensa solo a salvare il (proprio) salvabile, a bivaccare, sopravvivere, lasciando indietro i cosiddetti ultimi. Qui si sente solo più parlare di soldi e di banche e di spread. Non esiste altro. La cultura non è nemmeno nei più remoti pensieri degli ometti che in questi giorni saltano da un salottino televisivo all’altro per la campagna elettorale. Mentalità chiusa, retrograda: l’Italia potrebbe vivere solo di turismo e arte, se lo volesse! Con tutto quello che c’è da contemplare in giro, dal Trentino alla Sicilia… E invece si parla solo di manovre, di IMU, di burocrazia, tasse, contratti, scartoffie, soldi, crisi, delitti. Ma la vita non è solo questo. Per fortuna.
Dunque, scelgo. Di dissociarmi da questa mentalità, da questo modo di concepire il mondo. E chi si dissocia o fugge, o resta a contrastare. Per il momento e fintanto che mi sarà possibile, scelgo la seconda. Contrasto. Imprendi-attrice, che roba difficile. Richiederà sacrifici. Che scelta impopolare. Ma ad ognuno il suo posto. Mica son qui per fare la manager, né la superstar. Sono un’iniziatrice. Una sceneggiatrice di trame difficili e appassionanti.
Vero, qui da anni mi tarpano le ali, io stessa in certe fasi mi sono auto-ostacolata, eppure, il mio sogno non è volare, ma far volare gli altri. È differente. È sempre stato questo. La felicità di volare sola non sarebbe tale. “Guarda che bello il mondo da quassù!” A chi lo dici se voli alto, ma da solo?
Eppure aiutare gli altri, lavorare per guadagnare e mangiare, dar voce alle proprie idee, diffondere e vivere la cultura sono cose fra loro inconciliabili. Lo sanno bene gli educatori e gli artisti in ascolto, dico bene ragazzi?
Di fronte a un contesto tanto difficile sarebbe stato saggio lasciar perdere. E invece no. Perché? Perché ho visto. Ho vissuto sulla mia pelle l’esperienza del teatro sociale, ho respirato il bene che fanno musica, arte, ironia. Ho visto, vissuto e beneficiato di una magia incredibile. E ho pensato: cavolo, questo progetto s’ha da (ri)fare! E difatti ci ho riprovato, più e più volte, qui in patria.
Ma la volontà non basta, me ne sono accorta subito. Perché poi… ci si mettono quei maledettissimi soldi. Se già manca l’attenzione generale, vallo a trovare un palcoscenico gratis.
Ho accantonato l’idea. Beh, più o meno. In realtà, nel frattempo, ci ho scritto un libro su quest’idea del contrastare un ordine chiuso e ingiusto; e, a forza di ripetermi che fuggire sarebbe darla vinta all’ordine stesso, alla fine ho pensato di costruirmelo direttamente, un palcoscenico. Nel pieno di una crisi generazional-nazional-generale. Senza soldi e senza lavoro. Senza aiutini e senza raccomandazioni. Senza il favore dei pronostici e senza garanzie. Ma c’è almeno una discriminante a mio favore: altri giovani mi affiancano, con i miei stessi intenti, forse persino più profondi e autentici. So che chi mi affianca mi crede e ci crede. E tanto è bastato per concepire un progetto di cooperativa sociale.
Dunque stiamo per andare in scena. Una scena anomala, in cui gli (imprendi)attori si dovranno costruire il palco pezzo dopo pezzo... Una bella impresa, non c’è che dire.
E già che siamo in tema di libera iniziativa e apertura mentale, cominciamo a lanciare appelli: se tu caro lettore o lettrice hai un’idea personale in testa, se ti intriga questo binomio: teatro sociale, se pensi che musica, sport, gioco, teatro, arte possano esser mezzi facilitatori del dialogo e della tolleranza, se credi nella cultura nonostante tutto, allora questo progetto potrebbe interessarti. Preciso infine che non intendiamo far soltanto teatro, già che ci siamo vorremmo proporre tante altre belle attività. Oh, le cose difficili vanno fatte bene! Se pensate sia un bluff… beh… allora sarà un bluff in grande stile, con tanto di statuto sociale e atto costitutivo. Ora vado, la costruzione del palco attende: dobbiamo ancora completare i gradini.

Il medesimo articolo anche su: http://www.uman360.it/imprendiattori/ 

Piano C... siamo!


Da novembre parlo in maniera del tutto vaga e misteriosa di un piano C. E piano piano ci siamo.
È giunto il momento di svelare di cosa si tratta esattamente.Anche perché... potrebbe interessarvi...
Secondo voi, come si può far coesistere manie artistiche, culturali, associative, sportive, musicali, sociali con la necessità - anch’io prima o poi - di lavorare e guadagnare?
Sono partita da un’immagine. Una bottega. Una folgorazione. http://www.uman360.it/cancello-riscrivo/
Da quell’immagine ho sviluppato una prima idea; quel che non potevo prevedere, però, era di incontrare portatori di idee complementari. E difatti ne è nato un progetto, ehm, un tantino complesso. 
Okay, scopro le carte...
Fonderemo una cooperativa sociale. Avete capito bene. No, nessuno scherzo. Una cooperativa sociale. Sì, lo sappiamo che non c’è lavoro, che investire su un progetto del genere è da pazzi, che le cooperative sociali sono in crisi e che realizzare qualcosa di innovativo in questo Paese è un’impresa… Appunto. Per tutti questi validi motivi faremo un’impresa, sociale, una cooperativa. Un’opera di contrasto a questa mentalità retrograda, monetaria, bancaria, vecchia, logora, consunta. Perché vogliamo un progetto nuovo, innovativo, che metta al centro la persona!

Son cresciuta fra Barriera di Milano, Aurora e Porta Palazzo, i tre quartieri di Torino che mi hanno formata. Ho camminato e incrociato per anni lineamenti di terre lontane, di volti poveri e stanchi, lineamenti di coetanei senza futuro. Non potevo non inventarmi una cosa simile, un’impresa su misura di persona, e mai più speravo che altri avessero simili idee tanto da confluire nella mia iniziale che, oltre alla bottega, prevedeva quel che vado sbandierando da anni: il teatro sociale.
Per non parlare del resto... Idee da capogiro...
Per realizzarle però, servono innanzitutto le giuste risorse umane; siamo a caccia di giovani, che come noi siano in cerca di sfide e opportunità. Se è il vostro caso allora siete capitati nel progetto giusto: stiamo cercando sia aspiranti soci fondatori che semplici e futuri collaboratori: in entrambi i casi è necessario innanzitutto avere una forte propensione a lavorare nel sociale, sul territorio torinese.
Nello specifico stiamo cercando queste figure:
Ehm, più che figure così cerchiamo persone. Persone vere, autentiche, preferibilmente:
- giovani educatori, commedianti, musicisti, sportivi, comunicatori, artisti con voglia di fare e proporre
- giovani con interessi/esperienze nel sociale
- notai, commercialisti, avvocati, imprenditori, educatori, ecc. disponibili per darci qualche dritta
Per spiegazioni più dettagliate sul progetto è necessario contattarmi personalmente affinché possa illustrarvi meglio l’idea. Se poi la cosa si dimostrasse di vostro interesse, allora potrete salire a bordo. Facile. Basta volerlo. http://www.uman360.it/buone-proposte/
In generale avremo modo di farci conoscere e di agire sul territorio, individualmente e come gruppo, ben prima dell’apertura fisica della futura sede; questo post non è che l’inizio ;)
Certo, è chiaro che vi sono e vi saranno molte difficoltà. Una di queste è che noi dovremmo diventare imprenditori senza possedere basi né cultura imprenditoriale. Dunque, ci caleremo in un ruolo nuovo che non ci è mai appartenuto. Saremo imprendiattori. Si sa: un buon attore può giocare qualsiasi parte.
Continua (ovviamente!)

Chi è bello non fa la guerra



“Chi coltiva la bellezza non userà mai la violenza. È così: se coltivate l’arte, la musica, la poesia, il rapporto con l’altro, la bellezza del vostro corpo, l’eleganza della vostra persona, avrete anche la cultura della vostra anima.” Don Tonino Bello

Dimentichiamo per un attimo la crisi. Scordiamoci del precariato, della disoccupazione, della retribuzione magra, della pensione lontana. Lasciamo perdere i problemi sul lavoro, i conti che non tornano, i debiti, le visite di controllo, il traffico e lo smog. Abbandoniamo per un momento attacchi di vittimismo, lamentele varie di natura sentimentale o professionale. Lasciamo tutta questa matassa di problemi e concentriamoci sull’essenziale. Noi.
Chi siamo, intanto? E cosa vogliamo? Intendo dire: cosa vogliamo davvero? Perché dire di volere il lavoro fisso o uno stipendio soddisfacente indurrebbe ad un’altra domanda radicale: una volta avuto lavoro e stipendio soddisfacenti, a cosa ci servirebbero? A star tranquilli, a pagar le bollette, a non avere affanni… E poi? Tutto lì?
Domandarsi radicalmente chi siamo e cosa vogliamo fare di questo tempo tanto prezioso quanto fuggente è fondamentale. E scomodo. Sconvolgente. Perché accumulare cartamoneta non ci renderà più felici: il denaro è (almeno tecnicamente) un mezzo e non un fine; una lussuosa casa vuota è pur sempre una casa vuota. Ammucchiare cose non è il motivo per cui siamo quaggiù.
Ho imparato a mie spese che la citazione d’apertura è dannatamente vera, che la bellezza è specchio di ciò che portiamo dentro. Perché non sappiamo quanto tempo avremo a disposizione. Nel dubbio, meglio usarlo bene. E porsi come belle persone. Belle in tutti i sensi. Solari, con la cura di sé attraverso sorrisi spontanei e non forzati, buoni abiti – no non c’è bisogno che siano firmati! – eleganti e presentabili. Con un po’ di stile, insomma: un uomo per essere affascinante mica deve avere lo smoking, a volte basta uno sguardo a renderlo interessante (ragazzi, prendete appunti). E un sorriso ad accompagnare non guasta mai.
Una vita soddisfacente deriva dalla nostra capacità di cercare questa bellezza, e per farlo bisogna essere curiosi, interessati, iperattivi, come i bambini: dipingere, costruire modellini, fare il pane in casa, chiacchierare con la vicina di casa, aprirsi a nuovi incontri, prendere lezioni di chitarra, darsi al giardinaggio, fare un gioco di società con gli amici, imparare una nuova lingua… E se proprio non si può fare a meno della violenza, beh, in tal caso iscriversi subito ad un corso di arti marziali.
Non smettere di cercare la bellezza, dunque. È l’unico modo per evitare di massacrarci. Trovare il bello in sé, negli altri, nella natura, respirare idee e cose nuove non può che allontanare dal pensiero bellico. È un po’ come vedere il bicchiere mezzo pieno. Tramutare l’odio verso una persona (o un popolo, un’etnia, una tifoseria…) in pura curiosità: conoscere e confrontarsi con questa entità diversa, guadagnarsi il rispetto e la stima attraverso ascolto e disponibilità. Rudimentali regole di cooperazione: essere un po’ meno ego(o etno)centrici. Conviene a tutti, poiché l’unione fa la forza, oltre che la differenza; chi è bello – dentro, fuori, intorno – non fa la guerra. Non ne ha bisogno. Il potere della cultura…
Perché là fuori il mondo è meglio di quanto si creda. Non c’è solo male. Il male viene soltanto amplificato molto più del resto, perché fa notizia. E, a meno che non si compia l’impresa del secolo, tutto il resto viene ignorato dai media. Tutto ciò che funziona, tutto ciò che è bello. Per godere di questo bello bisogna muoversi e andarselo a vedere di persona. E per questo non serve un viaggio intorno al mondo, basta molto meno: passeggiare di più; conversare di più; incuriosirsi e appassionarsi di più. Certo, occorre almeno alzarsi dalla poltrona. Eppure, uscire e camminare accompagnati da un roseo tramonto è già un fantastico modo per trovar pace e bellezza in una giornata altrimenti monotona.
Non è importante stabilire se i media raccontano il vero o il falso, probabilmente mostrano una proiezione della realtà; ciò che davvero conta è che quel che vediamo e sentiamo e proviamo sulla nostra pelle è indubbiamente autentico.

http://www.uman360.it/chi-e-bello-non-fa-la-guerra/ 

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I BUONI PROPOSITI DEL LETTORE

Vorrei cominciare questo nuovo anno condividendo i buoni propositi... del lettore. Molte persone, infatti, mettono fra i buoni propositi qu...