Work in progress

Non so se questa strada imboccata sia giusta o sbagliata, ma son certa che sia la mia.
Con questa premessa aggiorno il mio blog, dato che ultimamente ho avuto poco, pochissimo tempo per farlo...
Un po' mi spiace, se penso che ero partita col botto, scrivevo praticamente ogni giorno e pubblicavo 3 post a settimana. Non è più possibile, per mia fortuna. Nel senso che sto lavorando e sto allo stesso tempo gettando le basi (concrete stavolta) per progetti futuri. E in generale per la mia vita.
Ma è tutto un work in progress. E difatti eviterei di parlarne adesso, non per scaramanzia ma perché ancora sono in piena fase di modellamento, e comunque ci vorrà un po'. Eppure credo proprio che alla fine di questo po' potrò mantenere la promessa sul romanzo. E non solo.
Vivo una situazione in continua evoluzione.
E il blog ne prenderà parte.
Il primo anno da Man esca s'è rivelato turbolento, mai scontato, chissà il secondo. So per certo che il blog sarà un veicolo preziosissimo per dar voce a quei progetti sui quali sto già lavorando.

Riguardo al progetto della cooperativa, le cose sono molto complicate, al momento posso dire che non è una strada fattibile. Per ragioni economiche soprattutto. Tuttavia sono dell'idea che nulla si distrugga, e tutta si trasformi. Ecco perché si può continuare, sotto diverse forme.
Così mi è successo.
Spesso non lo si decide, succede e basta. Succede che cerchi per anni le cose e poi le cose arrivano da te, ti prendono di sorpresa. Succede pure di non avere il tempo per raccontarlo! E' un bene, no? Comunque, qualunque cosa succeda, per ora è un mero work in progress. Siete pregati di non fare i pensionati della situazione che sbirciano al di là del cantiere. Un po' di pazienza. A presto :)
 

Semplicemente Francesco

Abbiamo un nuovo Papa. Speriamo di avere anche un governo... ci servirebbe pure quello!
Nel frattempo desidero esternare qualche fugace considerazione su questo nuovo pontefice che mi ha colpita, fin dal primo istante in cui si è esposto al mondo, spoglio e senza ornamenti.
Da credente non posso che essere contenta dei primi umili gesti di Bergoglio. Piccole cose ma estremamente significative. Voglio dire, si è presentato al mondo restando in silenzio per diversi istanti di fronte alla folla trepidante, ha giustificato il suo ingaggio in Vaticano con una battuta ironica e infine ha ammansito la folla prima col silenzio e poi con due preghiere. Il neo-Papa si è poi inginocchiato, ha chiesto che fosse il popolo a pregare per lui, il vescovo di Roma. Una presentazione suggellata da un nome, Francesco, che dice tutto.
Appena nominato, Francesco ha già manifestato chiari segnali di sobrietà. L'abbiamo visto quasi inciampare mentre salutava un cardinale, l'abbiamo visto con la sua croce di ferro (e accanto a lui quanto strideva quella d'oro del vescovo...) parlare ai "fratelli" ed esortarli ad andare in mezzo ai poveri. Nel suo primo Angelus ha raccontato aneddoti e dispensato battute. Questo vale tantissimo. Ma dove lo trovate un Papa che paga il conto dell'albergo, ride, scherza e vi augura buon pranzo?! E' anche andato in strada a incontrare la gente. Per uno che usava i mezzi pubblici è cosa normale. Uno di noi. Un uomo. Semplicemente.

Ecco però, quello che non mi va è il modo in cui molti non-credenti si siano scagliati contro di lui a poche ore dalla sua nomina, speculando sulla scelta del nome, facendo circolare una foto (che poi s'è scoperto esser falsa: non era Bergoglio il prete!) con Videla ed esternando quelle che comunque rimangono illazioni.
E' partito bene, ma avremo modo di valutare il suo operato. Diamogli tempo, diamogli fiducia.
Ora la Chiesa è, almeno così pare, in mani molto buone. Mi piace Francesco, non ho mai provato tanta simpatia verso un Papa. Lo seguirò attentamente, spero davvero possa riformare la Chiesa. Il suo predecessore non ci è riuscito. Benedetto XVI si è trovato suo malgrado di fronte allo scandalo dei preti pedofili. Una cosa orribile, inaccettabile. E durante il suo pontificato c'è stato pure un maggiordomo spia! Non ha avuto fortuna, Benedetto. Ma se c'è una cosa che ho davvero apprezzato è stato il suo gesto dimissionar-rivoluzionario. Ammettere di non avere più le forze per proseguire è stato un qualcosa di sublime, umile, utile, spiazzante. E' il mio pensiero, per carità, ma dimettersi non è necessariamente un gesto di debolezza. Politici, prendete nota.

Ognuno è libero di pensarla come vuole, ma mi chiedo con quanta passione i non-credenti parlino di Chiesa quando di per sé a loro non interessa, dacché, appunto, non credono. Dibattere delle ricchezze del Vaticano è giusto, anzi, sacrosanto, per restare in tema; fare pulizia dei preti che commettono certe porcherie altrettanto giusto e necessario, ma non c'è solo questo. Parlare del male è una tendenza oggi mediaticamente troppo frequente. Non dimentichiamoci dei don Ciotti. Né dei vescovi come Cesare Nosiglia. Li ho sentiti parlare entrambi dal vivo, vi assicuro che sono predicatori e uomini eccezionali. 'Spaccano'!
La fede non è solo dogmi. Credere è universalmente molto di più, che dovrebbe accomunare tutte le religioni, e in un vivere frenetico e materialista un poco più di spiritualità non ci guasterebbe affatto. L'importanza del silenzio, della riflessione, del perdono... queste sono cose umane, mica soltanto religiose!
Ecco, ho esternato i miei pensieri, ma non ho la verità in tasca: sono solo una giovane scrittrice intrisa di speranza. E Papa Francesco me ne ispira molta.

Dal riparo alla selva

Affrontare la paura di petto. Facendo tutto ciò che più temiamo, andando incontro proprio alle cose che più ci spaventano, giacché questo è il modo più tremendamente efficace per liberarsi della paura stessa.
Intorno a me vedo un Paese sempre più allo sbando. Negozi che chiudono, gente disperata, governi che nemmeno riescono a costituirsi. Tutti temono il futuro. La paura è dunque il sentimento dominante.
Non posso che unirmi alla corrente di pensiero "sono stufa" ma con una riserva. Cioè che non voglio né posso permettermi di attendere un cambiamento; dunque, ho deciso che cambierò io.
Questo in verità accade già da parecchio. Ma non mi era mai successo di chiudere delle esperienze importanti, rimettermi di nuovo in discussione, e poi vedersi aprire delle nuove porte presso le quali nemmeno avevo bussato. Okay, è successo. In un solo giorno poi, ho 'vinto' un lavoro e un viaggio. Davvero. Avanti di questo passo chissà, entro fine anno mi sposo e vinco il premio Nobel :)

In questo debutto di 2013 ho dovuto chiudere alcune porte.  Mi ero resa conto che quello che vivevo era un equilibrio precario, una sorta di riparo. Un rifugio che mi conferiva protezione ma che mi impediva di andare avanti. Se volevo di più, dovevo cambiare. E così ho fatto. Ma non è stato affatto facile. Mi sono ritrovata ferma. Tutto da rifare. Una nuova tabula rasa fra le mani. Poi. Si sono aperte alcune porte. Cose inedite, inaspettate, non mi era mai successo negli ultimi anni, ero sempre stata io a proporre e a propormi... Che succede? Mi è venuto spontaneo chiederlo. Quale strana congiunzione astrale mi ha condotta a questa nuova conformazione? http://manesca.blogspot.it/p/prossimi-progetti.html
Comunque, fortuna o non fortuna, sono consapevole che nei prossimi mesi si renderanno necessarie delle azioni ancor più difficili. Ho una selva oscura interiore ancora tutta da attraversare. Una bella selva di paure. Chi non ha paure? Chi non ha paura delle proprie paure? Io ho deciso che attraverserò le mie. Dal riparo alla selva. Me ne infischio del rischio di possibile fallimento, del grande livello di difficoltà, me ne infischio. Vado. Incontro. Alla paura. Masochista? No, devota al cambiamento.

Nelle ultime settimane ho preso decisioni clamorose, ma nulla in confronto a quello che sto meditando. Perché qualunque cosa accada o non-accada in questo Paese, io ho solo molta voglia di sentirmi felice. Detta in altri termini, ho voglia di vivere e di sentirmi viva. Se potrò farlo qui, non è tempo per dirlo. Vedremo. Non so proprio come immaginare il mio futuro, qui gli equilibri che si sovvertono sono ormai all'ordine del giorno.
Parlo di me ma in realtà potrebbe servire anche a voi questa riflessione sulle paure. E' scomoda lo so, ma non v'è altro modo di vincerle se non affrontandole.
Provate così: quando vi capiterà di rinunciare/rimandare/evitare qualcosa perché sentite paura, andateci incontro. Lasciate i vostri ripari e mettetevi in gioco; fate quella determinata cosa proprio perché la temete. Andate spavaldi. Immagino che molte delle paure in questione abbiano a che fare con l'amore, il rapporto con gli altri, l'esposizione di se stessi. Pensate sia sconveniente o folle affrontare così di petto la paura? Beh, può darsi. Ma ricordate anche questo: chi non rischia niente, non si aspetti niente.
Elisa

legislatura creativa


 
L’italico scenario cui siamo di fronte ha del grottesco. Facciamo le elezioni e non le vince nessuno.
A Sinistra la coalizione vincente nega la vittoria, abbassando la testa. «Abbiamo perso.»
Invece, a Destra, l’altra coalizione esulta come se avesse vinto: «Berlusconi ha fatto il miracolo!» mentre lo stesso Berlusconi risulta di nuovo indagato per corruzione, tanto per cambiare. Nel mezzo, ecco poi un non-partito agguerrito e rompiscatole che si prepara ad entrare per la prima volta in Parlamento per «aprirlo come una scatoletta di tonno» ma rischia di godersi la conquista di apri e rompiscatole per poco, pochissimo tempo. Grottesco.
In questo pantano politico rischiamo di non avere un governo né un Parlamento funzionante. Ah, fra poco saremo anche senza Presidente della Repubblica… Queste elezioni senza vincitori né vinti proprio non ci volevano.
Beh, avremo anche combinato un disastro ma, come ricordava lo stesso presidente Napolitano, il governo Monti è ancora in carica. Dunque cari tedeschi, non è vero che siamo senza un governo e nemmeno che siamo in una situazione di ingovernabilità. Non ancora.
Vista l’incredibile situazione in cui ci troviamo potremmo pensare ad un’altrettanta incredibile soluzione. Per esempio: lasciare in carica il governo tecnico di Monti e darsi da fare in Parlamento con le leggi che servono. Non sarebbe male, così Bersani & company non dovrebbero chiedere fiducia a nessuno e nessuno dovrebbe fare inciuci. Certo, occorrerebbe comunque un minimo accordo alle camere fra le correnti politiche, almeno per portare a termine le riforme necessarie. Daltronde andare a votare di nuovo non sarebbe molto più saggio, per tanti motivi, a cominciare dall’attuale fantastica legge elettorale, quella stessa da tutti definita porcata. Finora però non l’ha ancora cambiata nessuno. Bene, direi che è giunto il momento di farlo.
Ci sarebbe poi da eleggere un nuovo Presidente della Repubblica (magari sotto gli ottanta...), sebbene si vociferi di una possibile proroga annuale del mandato di Napolitano. Potrebbe anche essere, vista la situazione. Poi, se non si chiede troppo, bisognerebbe occuparsi della scuola, del lavoro, del welfare. Da cittadina votante mi aspetto queste cose. Formino un fanta-governo, tengano quello vecchio, mettano su un governo tattico, facciano Renzi premier, basta che ci si dia una mossa! Perché qui, Borse a parte, siamo in una situazione - reale - tragica in cui fabbriche, negozi e imprese continuano a chiudere. Non possiamo rimanere precari-esodati-cassintegrati-disoccupati a vita. Bisogna fare qualcosa subito!
Ho un consiglio su dove cominciare a prendere i soldi per gli investimenti necessari: dalla stessa politica. Tagliandone i costi. È così semplice. Ridurre il numero di parlamentari e magari anche gli stipendi. Porre un numero massimo di mandati. Che so… porre il divieto di esercitare più cariche. Oppure, non so, fare una legge contro il conflitto d’interessi e non a favore. Essere un pochino più severi su tangenti e corruzione. E poi, via auto blu, privilegi, pensioni d’oro, via. Qualche spicciolo si dovrebbe racimolare da azioni di questo tipo. A tal proposito, i Cinque Stelle (non Grillo, ma coloro che entreranno in Parlamento! Che non sono né perfetti né esperti, ma si spera almeno in buona fede) dovranno fare la loro parte, ricordandosi che adesso non sono più protesta ma proposta...
Bersani e il PD avranno comunque l’onere di condurre le operazioni per quella che sarà forse una legislatura breve, ma intensa. Molto dipenderà da loro, e dal loro modo di porsi alle camere. Certo, non sarà facile. Abbiamo votato così purtroppo, e il PD dovrebbe chiedersi perché. Ma ora non c’è tempo per le analisi, urge affrontare la bizzarra situazione così com’è. In fondo siamo italiani, un popolo di creativi. Gente che sa improvvisare, far di necessità virtù. E allora forza, che sia una legislatura... creativa!
Comunque è grottesco. Fra poco si ritroveranno sotto lo stesso onorevole tetto tre forze politiche imperfette che si detestano e che si sono reciprocamente ostacolate verso la vittoria. Ma nessuna di esse regge in mano lo scettro del potere... Chissà che da una situazione tanto assurda, per una volta nella storia della Repubblica, non ne esca qualcosa di buono.

lo stesso articolo su: http://www.uman360.it/legislatura-creativa/

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