Esplorautori- Cristina Origone

Bentornati alla rubrica Esplorautori, amici lettori!

Questo mese mi occupo di una collega autrice che ho avuto l’onore di conoscere: Cristina Origone. Abbiamo presentato insieme i nostri libri nell’evento Mangiare parole dello scorso 2 febbraio con l’altra collega Valentina Di Rienzo (di cui mi occuperò prossimamente). 

Il genere giallo non rientra fra i miei preferiti ma, da lettrice ormai navigata, non mi precludo mai niente a priori. Con questo libro, in realtà, avevo già una garanzia: l’ottima casa editrice torinese, la Golem Edizioni, di cui avevo letto in passato La vita attesa di Gino Pitaro (pure lui protagonista in una vecchia puntata di Esplorautori).

Veniamo al libro Gatti, dolci e delitti, composto da un doppio episodio. Cristina Origone, scrittrice ligure prolifica e versatile, riesce a distinguersi in un genere solitamente rigido e ben delineato (delitto- sospettati- indagini- scoperta del colpevole). Il protagonista del libro è Simone, un cameriere che non riesce a star lontano dai guai, e che puntualmente si ritrova coinvolto nelle indagini di turno col maresciallo Bonelli. Nel primo episodio, Morte di una barlady, ci sono tutti gli ingredienti tipici del genere, col lettore che diventa investigatore insieme ai protagonisti; nel secondo, Al diavolo piace il cioccolato, la vicenda si fa più psicologica e introspettiva, affrontando temi quali la malattia e la redenzione. I personaggi sono ben tratteggiati e le vicende risultano sempre credibili.

Il libro è la pubblicazione più recente dellautrice, che su questi personaggi ci ha costruito una serie intera (precisamente, in Gatti, dolci e delitti troverete il 5° e 6° episodio, che possono però essere letti senza conoscere i precedenti). Le storie sono scorrevoli, col simpatico gatto Mameo a irrompere di tanto in tanto nelle scene ad alleggerirle; il tutto è condito - è il caso di dirlo - da una gustosa ricetta a fine di ogni episodio. Un’altra caratteristica che rende interessante questo giallo è l’ambientazione ligure: molte sono le località citate, soprattutto della Riviera di Levante.

Cristina Origone è come me una scrittrice versatile: ha al suo attivo anche romanzi rosa, che potrete scoprire facilmente su Amazon; anche qui, tante sono le opportunità attraverso il Kindle Unlimited e quindi… che aspettate? Correte a leggere!

amazon.it/cristinaorigone

sito web dell'autrice

Perché non leggiamo?

Ti invito subito, così, di botto, a rileggere il titolo- domanda.

Potrebbe immediatamente evocarti un quesito sul perché non si legga. A ben rileggerla, però, potrebbe anche rappresentare un invito nel linguaggio più colloquiale: dai, perché non leggiamo qualcosa? Ti va?

Così com’è formulata può essere sia una domanda provocatoria che un invito.

Perché non leggiamo?

Rispondo con una domanda: forse non leggiamo perché altre cose ci portano via? Un film, un videogioco, uno zapping distratto mentre già sonnecchiamo sul divano, una scrollata compulsiva sullo schermo del telefono, una serie di video divertenti, e il tempo intanto ne se va... Intendiamoci: queste cose non sono cattive in sé, il vero problema è la mancanza di un’abitudine. Se manca l’abitudine alla lettura, vuol dire che non è inserita nel nostro quotidiano, quindi non è una priorità (ma magari un desiderio, o uno dei buoni propositi di inizio anno che giace lì, insieme alla palestra e alla dieta).

In primavera lancerò un progetto sperimentale, che ha come obiettivo proprio quello di promuovere la lettura; la prima parola chiave sarà curiosità: il solo fatto di parlare di bei libri fa già leva su questo importante concetto, perché raccontare storie è l’apoteosi del nostro potere creativo. La foto qui sopra è molto evocativa, per esempio: rappresenta una sorta di paradiso del lettore!

Ma che si può fare per diventare (più) lettori (più) curiosi?

Si può lavorare sui segnali ambientali, andando a caccia di libri per fiere, eventi, biblioteche, bancarelle, librerie… ma non solo per comprare, anche per esplorare, mettendosi alla ricerca di cosa ci può piacere. Insomma: bisogna dedicare del tempo alla faccenda della lettura, stimolandoci in qualche modo, perché altrimenti sarà qualcos’altro di più accattivante a vincere la nostra attenzione.

La curiosità va allenata. E io ho pensato che la forza di un gruppo possa fare la differenza. Poter condividere le proprie esperienze (e difficoltà) di lettore è proprio ciò che contraddistinguerà il mio futuro progetto.

Tuttavia non basta essere curiosi. Come già detto, spesso quel che manca è semplicemente un’abitudine consolidata alla lettura. Lo so perché l’ho provato su di me; stanca di attraversare periodi in cui non riuscivo a leggere, sebbene lo desiderassi, ho iniziato a costruire un’abitudine stabile, rendendola nel tempo una sorta automatismo, oltre che un piacere irrinunciabile.

Non posso, in un solo post, affrontare la complessità di questo argomento, ma posso certamente fornire qualche utile spunto.

Cominciamo allora col dire quanto la motivazione sia perlopiù sopravvalutata, altrimenti saremmo tutti in palestra dal primo gennaio a rispettare la lista dei buoni propositi. Oltre alla motivazione ti occorreranno, per radicare qualsiasi abitudine nella tua vita, la pazienza unitamente alla costanza.

Ci sono lettori che divorano libri per un mese, e poi il mese dopo non riescono a leggere niente, vinti magari da stanchezza e stress. Lavorando sull’abitudine, invece, si sarà portati a restringere sempre più il tempo per le attività superflue (che ognuno riterrà tali: la tv, lo smartphone, i videogiochi…) in favore della lettura, che poco a poco diverrà sempre più una priorità. Per introdurre una buona abitudine occorrerà però togliere anche qualcosa, è inevitabile. Bisognerà fare dunque delle rinunce. 

Sembra difficile, ma procedendo un passetto alla volta ci puoi riuscire. Inizia col ritagliarti uno spazietto quotidiano da dedicare alla lettura, fosse anche di cinque miseri minuti. Inizia a leggere una paginetta (o anche meno, se una pagina ti sembra troppo: diresti di no se chiedessi a te stesso di leggere una riga al giorno?) sempre alla stessa ora. Aumenta il carico solo quando senti che quello spazietto è già diventato un automatismo, e aumenta di poco alla volta: la costanza farà la differenza sul lungo periodo...

Se la cosa ti sembra ancora troppo difficile, ma senti in cuor tuo di volerti migliorare, resta connesso: prossimamente parlerò del mio progetto sperimentale che sarà aperto a tutti.

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