I libri cambiano la vita

Può un romanzo di pura fantasia arrivare ad influenzare il nostro quotidiano, i nostri valori, le nostre abitudini? Può un verso poetico restituirci la speranza perduta? O un saggio di economia illuminarci improvvisamente? Può lo stesso libro cambiarci profondamente per due volte, a distanza di anni? La risposta è: eccome!
Spesso le risposte che cerchiamo sono racchiuse nei libri. Leggere un libro è assai più coinvolgente di un film o uno spettacolo, che si esauriscono in poche ore. Un libro ti accompagna per giorni, settimane, a volte per mesi. I personaggi prendono vita come fossero reali, la trama pulsa dentro di te. Soffri, gioisci, rifletti. Leggere un romanzo è un'avventura estremamente coinvolgente (e figuratevi scriverlo...) al termine della quale non si è più gli stessi: è una sorta di grande viaggio. Non vedi nuove cose, ma hai nuovi occhi. Come fai a restare lo stesso dopo milleduecento pagine della trilogia de Il Signore degli anelli?!
Ci sono libri che divoriamo, altri che abbandoniamo a metà, altri ancora che terminiamo a fatica (magari per dovere, o perché ci sono stati regalati), altri che di punto in bianco ci travolgono, altri ancora che ci sconvolgono. Ogni lettore poi ha una diversa sensibilità e un diverso metro di giudizio.

In Italia si legge poco, si sente dire spesso. Non vale per tutti ma è verosimile, giacché molti trovano la lettura pesante, soporifera, noiosa, faticosa. Ma suppongo che leggere Harry Potter sia uno splendido modo per avvicinarsi alla lettura, difficile rimanerne delusi (e difficile staccarsi dalle pagine...). Suppongo che un Due di due di De Carlo vada altrettanto bene, oppure un'avventura contemporanea come Nel mare ci sono i coccodrilli di Geda, o Il Piccolo Principe, intramontabile... Se si vuol essere più temerari, perché non cimentarsi con un classico come Dracula di Bram Stoker? O Il Fu Mattia Pascal di Pirandello?
Comunque, prima che troviate il libro giusto, quello in grado di scatenare dentro di voi emozioni, immagini, fantasia, sentimenti, sogni, potrebbe volerci un po'.
Se diventa difficile acquistare libri nuovi per via dei costi si può virare verso le bancarelle dell'usato. Ma. Esiste un metodo molto più semplice: scambiarseli. La soluzione biblioteca va altrettanto bene, d'accordo, ma scambiarli con amici e parenti ha un vantaggio in più: si può beneficiare del parere dell'altro e si può esprimere il proprio, proponendo scambi di titoli in un vortice di prestiti il cui vantaggio è immenso... Mettere le mani su Dostoevskji, Tolstoj, Eco, Allende a costo zero e senza l'impiccio di accumulare volumi sugli scaffali... A dirvelo è una che tendenzialmente nel futuro dovrebbe venderli i libri, non incoraggiarne il prestito suggerendo collaudate tecniche low cost! Comunque sia, il tempo non è maturo perché possa parlarvi di quel che scrivo io, mannaggia, però mi piacerebbe farlo... fra due o tre secoli se avrete pazienza ;)
Nel frattempo, concludo lasciandovi una lista di dieci libri. Sono meri suggerimenti, non verità assolute! Buona lettura qualunque cosa scegliate di leggere stasera!

1. Qualsiasi libro della saga di Harry Potter, JK Rowling. Prova poi a staccarti...
2. Una volta nella vita, Danielle Steel. Genere rosa ma di ottima fattura.
3. L'arte di amare, Erich Fromm. Un saggio illuminante sulla cosa più bella che si possa fare: amare.
4. Il Santo, Susan Trott. Un libro non troppo lungo e ricco di insegnamenti.
5. Il Dono supremo, Paulo Coelho. Va dritto all'essenziale della vita. Ed è un libricino molto breve... 
6. Il banchiere dei poveri, M.Yunus. Un saggio-romanzo su un'idea da premio Nobel per la pace.
7. Uto, A. De Carlo. Romanzo atipico che cresce d'intensità con l'avanzare dei capitoli.
8. Mille splendidi soli, K.Housseini. Ancora più bello de Il Cacciatore di aquiloni.
9. Se per un anno una lettrice, N.Sankovitch. Storia vera di una donna che lesse un libro al giorno, per un anno.
10. Piedi di cerva sulle alte vette, H.Hurnard. Uno di quei libri che rileggi 3-4 volte sempre volentieri.

Lode alla bicicletta

Eccoli sfrecciare lungo le vie impegnati in improbabili slalom per le piste ciclabili affollate ora da passanti, ora da automobili con la doppia freccia, oppure semplicemente immersi nel roboante traffico cittadino come entità indefinite senza una precisa collocazione, il cui smog è duro a digerire...

Ciclisti metropolitani della nuova generazione. Quante (dis)avventure sull'asfalto.
Ogni tragitto diventa un atipico viaggio in sella, un’avventura urbana fatta di incontri-scontri a colpi di campanello, lotta per i propri diritti - la precedenza per esempio - e lavoro continuo di ginocchia. Ma cosa spinge tanta gente ad avventurarsi sulle due ruote?
Pedalando si guadagnano resistenza e tonicità muscolare. E poi, poter scorrere sulla destra a bordo della propria bici mentre fiumi di automobili sono ferme in coda, suona quasi come una liberazione… Dunque, oltre alle gambe ne giova anche l’umore, senza lo stress dell’imbottigliamento e dei clacson.
Soltanto con la bicicletta è possibile unire la necessità di spostarsi rapidamente a quella di svolgere un minimo di attività fisica, per non parlare del non-consumo di benzina che tanto bene fa al portafoglio, visti i prezzi esorbitanti dei carburanti. Vero è che il rischio di subire il furto del mezzo rimane sempre alto, ma con qualche piccolo accorgimento si può quantomeno rendere la vita difficile ai ladri: doppio lucchetto di qualità e blocco di ambedue le ruote. Non è una garanzia d’antifurto, ma è abbastanza per stare tranquilli.

A Torino è facile imbattersi in parecchi ciclisti, peraltro di ogni età, specie nella bella stagione. Tuttavia va detto che la bicicletta d’inverno non è un tabù: la si può utilizzare 365 giorni l’anno, l’importante è che testa, mani e piedi siano sempre ben protetti. In città esiste il TO Bike, un servizio che consente di affittare una bicicletta con l’ausilio di una tessera elettronica: si risparmiano così tempo e denaro, ed è un ottimo servizio per chi predilige brevi spostamenti.

Andare in bicicletta è uno stile diverso d’essere utenti della strada; ogni metro è una fatica per le gambe, ma anche uno splendido modo di spostarsi godendosi il panorama cittadino senza dover passare dal benzinaio a fare il pieno. Lodare questo mezzo è compito di chi, da anni, gode dei suoi immensi benefici.

Dieci buoni motivi per passare alle due ruote

Un cavolo per capello

Proverò a farvi ridere prendendomi gioco di proverbi e modi di dire.
E ogni premessa è debito.

Ridendo e scremando sul latte versato non piango...
Anzi, allegra saluto ogni persona che incontro
Sorrido al contadino funesto, che ha un cavolo per capello
perché ha scoperto che non è bello ciò che è bello
poi saluto il magistrato indolenzito dal dente del giudizio
in udienza dovrà giudicar il lupo che non perde il vizio.
Ah, sconcerto! In piazza si sta esibendo Gigi D'Alessio
che strazio, ma questo passa il concerto
"Le domeniche d'agosto quanta neve che cadrà..."
E perché no allora,
"Le domeniche di gennaio gavettoni in quantità?!"
Proseguo e incontro un bellissimo tennista
lo seguo, d'altronde è già amore a prima pista
vorrei parlargli ma l'approccio è arduo, giacché
tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare
a meno che...
nei dintorni non ci sia Mosé.
Potrei chiedere al tennista di darmi lezioni
e invece mi avvicino, gli sfioro le mani
poiché è meglio un uomo oggi che una pallina domani.
A un tratto ecco apparir il contadino funesto
a ricordare al bel fusto
che non è bello ciò che è bello,
figuriamoci ciò che è brutto
io sbotto
"che vorrebbe dire con questo?"
E ora son io ad aver un cavolo per capello...
Per salvare capra e tavoli
il contadino ritratta e completa
"è bello ciò che ti pare"
e scompare.
Il tennista.
Ah, ira funesta!
voglio la vendetta
che è un piatto da consumare adesso
così trascino l'ignaro contadino
ad ascoltar Gigi D'Alessio.  

Qualunque cosa (non) accada

Rieccomi.
Non ero andata via. O forse sì.
Il mini post precedente avrà suscitato forse un po' di stupore data la mia solita propensione a quantità e tematiche differenti. La siccità di cui parlo non mi rende triste né inerme, certo però mi spinge a cercare soluzioni nette, estreme, come penso tanti altri miei coetanei che vivono in questo guazzabuglio di Paese. 
Un anno fa scelsi di intraprendere il cammino da (aspirante) scrittrice a tempo pieno, cammino che nel corso del tempo mi ha portato a realizzare una quantità inaspettata di storie e racconti e poesie, mentre nel frattempo mi formavo come giornalista sportiva e pseudo-cantautrice. E' stato un anno intenso, denso di lavoro, un lavoro invisibile/ incomprensibile agli occhi altrui. Sono diventata una stakanovista creativa, convinta che bastassero impegno e costanza. E invece ho imparato presto che servivano anche pazienza e umiltà; ma nemmeno queste, una volta acquisite, mi sono bastate per. Col cuore e gli occhi aperti continuavo infatti ad imboccare una quantità inaspettata di vicoli ciechi. E alla fine del primo giro (o anno) v'era ben poco da raccogliere. Con frustrazioni e illusioni leste ad assalirmi. Fitte alla schiena, muscoli freddi, testa satura, vista annebbiata. Perciò, senza risposte né risultati, ho deciso di prendermi una pausa dal copione scrivere e cercare e aspettare. Ho provato a staccare da tutto l'irrisolto e a concedermi una piccola vacanza "mentale". E prospettive e sensazioni sono mutate.
E' capitata una cosa molto importante: ho ricominciato a correre, ritrovando una parte preziosa di me. Ho cominciato senza forzare. Via via sono andata in crescendo. Bello. Però... Quasi quasi... Corro per qualcosa di più. Una sfida collettiva, magari. Non ho più 17 anni, lo so. Ma per certi sogni non è mai troppo tardi. Qualunque cosa (non) accada ho il diritto-dovere di vivere pienamente il mio tempo senza lasciarmi divorare dall'attesa né da percorsi per cui non ne vale la pena. Qualunque cosa (non) accada ho il diritto-dovere di continuare a crederci. Perciò ora, se non vi dispiace, tornerei al lavoro. Ho un mucchio selvaggio di parole da plasmare e forse una sfida collettiva, chi lo sa. Per il momento resto ad aspettare questa benedetta pioggia. Non dipende da me ma, qualunque cosa (non) accada, resisterò su quest'arida terra. Se vi sta chiedendo quale sia il segreto, è presto detto: sono circondata da ottime persone, più di quante mi aspettassi. Gente che crede in me, che con poco mi fa sentire importante. C'è chi poi si è messo davvero d'impegno. Grazie a chi mi sostiene, con piccole parole, piccoli gesti. Il mio radar registra tutto!
Ah... quasi dimenticavo. Ho rifatto il look al blog. Ve gusta? Un tocco all'immagine è quello che ci vuole per ripartire. L'anno scorso ho camminato, quest'anno corro.

Siccità

Periodo di scarse parole, scarsi momenti, scarse occasioni. Siccità.
Periodo di esasperata ricerca, di logorante attesa che piova affinché germogli questa terra.
Un'immensa voglia di sentirsi parte di qualcosa, di qualcuno, un'immensa voglia di raccogliere frutti.
Eppure, ogni cosa sembra sfuggire. E non piove da troppo, troppo tempo ormai.
Nè sorrisi nè proclami, non ci siamo. Non ancora. Occorre attendere pazientemente. Tutto rimandato. A domani, a fra due settimane, al decennio prossimo, chi lo sa. Tuttavia, meglio confidare e levare lo sguardo, arido come questa terra, meglio levarlo al cielo, in una forma di rischio e fiducia e speranza.

Spirito Paralimpico

Sipario londinese di nuovo su, per le Paralimpiadi.

L'Italia sta andando molto bene, gli atleti di punta non hanno fallito e ci sono state anche delle belle sorprese... L'Italnuoto ha trovato il suo fenomeno, Cecilia Camellini, capace di vincere due ori e un bronzo. Il grande Alex Zanardi ha vinto l'oro nell'handbike cronometro, alla veneranda età di 45 anni. La Minetti (Annalisa s'intende...) smessi i panni di aspirante Miss Italia e di cantante sanremese è diventata un'atleta mezzofondista e ha acciuffato un bronzo incredibile. Assunta Legnante, già atleta normodotata prima di perdere la vista, ha stravinto nel lancio del peso. E poi, tanti altri trionfi azzurri per un bottino che cresce...

Beh, è lecito farsi alcune domande sul movimento paralimpico. Al bando, tanto per cominciare, pietismi e ipocrisie. Tralasciando la celebrità Oscar Pistorius (già nel mondo dei normodotati, però se non vince la gara paralimpica si infuria) è bene parlare di questi atleti- perché sono atleti a tutti gli effetti- e del loro grande spirito; nuotano e corrono e saltano e tirano senza braccia o senza gambe o senza vista. Non si sono arresi alla vita ma l'hanno anzi degnamente onorata.
Oggi tendiamo ancora troppo a vedere nelle persone diversamente abili la loro disabilità e basta; sapete in quante cose sono incapace io? Eppure sono normodotata... Mi viene in mente che troppo spesso noi pensiamo e ci concentriamo troppo su ciò che non abbiamo. Alex Zanardi si reputa un fortunato, uno che ha avuto tanto dalla vita. Proprio lui dice questo. Come la famosa ballerina Simona Atzori, che definì Dio un pittore perfetto, un pittore che scelse di disegnarla così, senza braccia. I normali le propinano un handicap e poi si stupiscono se lei utilizza le gambe come fossero braccia.

Ora, consideriamo la Paralimpiadi. Belle, certo, ma. Se davvero vogliamo raggiungere l'integrazione, quella vera, bisogna integrarsi sul serio. Mischiarsi. In futuro dovremmo andare oltre. Fondere le Paralimpiadi con le Olimpiadi e renderle una cosa sola. Dare a tutte le gare lo stesso valore. Perché la canoa è una specialità olimpica e non lo può essere l'handbike? Certo, occorrerebbe un lavoro organizzativo impressionante, ma niente di impossibile suppongo; di tecnologie e di cervelli buoni ce ne sono.
Un tempo nemmeno le donne atlete- quelle poche che esistevano- erano così ben viste, per non parlare degli atleti neri. Appunto. Tanto vale allora provare a buttarle giù tutte, queste barriere. Lo sport è una bellissima favola da condividere tutti insieme. Nel pieno dello spirito (para)olimpico.

Ciao Sandro

L'ultima volta che l'ho visto se ne stava appoggiato alla ringhiera del suo balcone, pacifico, appostato lì in cima come a monitorare la situazione. "Ciao Sandro". Lui ricambia il saluto, con un sorriso.
Alessandro, per tutti Sandro, aveva 65 anni. Lo vedevo spesso occupato a fare. In genere pulizie, servizi, favori per qualcuno in difficoltà. Ad ogni Estate Ragazzi stazionava sempre col suo inseparabile fischietto. Era una sorta di jolly onnipresente, dedito alle sue mansioni di volontario come nessun altro: e fai attraversare tutti i bambini e blocca le auto, e vai a recuperare la seconda elementare sparsa per la piscina, e fai il servizio di portineria, e vai ad aprire il bar che c'è una coda interminabile di golosoni... Riguardo vecchie fotografie e lo ritrovo sovente, agli angoli dell'inquadratura, impegnato a supervisionare. Ma guai se si arrabbiava, quel fischietto era una bomba acustica assordante!
Sandro se n'è andato, colpito da un infarto bruciante e impietoso, in un tardo pomeriggio di inizio settembre; una domenica che sembrava luminosa, fino al momento in cui il suo cuore ha cessato di battere. Inspiegabile per tutti, credenti e non credenti. Provi a realizzare o almeno a capire ma è perfettamente inutile.
Ricordo, una volta lo incontrai per caso e per caso lui riuscì a spiegarmi la storia della sua famiglia partendo da un semplice come stai. Era fatto così Sandro, parlava e sviscerava e ritritava qualsiasi argomento...
Un paio di notti fa ho fatto un sogno. C'era lui con la sua famiglia, c'ero io con la mia, e altre persone di San Giak, la nostra mitica parrocchia. Ebbene, ci troviamo in alta montagna, ad una specie di festa che però dobbiamo presto abbandonare perché si è fatto tardi. E buio. Dunque ci incamminiamo insieme per scendere attraverso il sentiero, avvolto nell'oscurità. Non è facile da percorrere ma qualcuno mi fa notare le copiose stelle sopra di noi; mi fermo a guardarle, formano disegni bellissimi, anzi, costellazioni! Accidenti... Mi son fermata e quasi rischio di perdere il passo... è buio pesto e non posso restare indietro. Mi rimetto in cammino ma improvvisamente la luce del giorno scalza il buio. Sono incredula, c'è già la luce?! Proseguiamo senza più difficoltà, il sole illumina la nostra strada, fino a destinazione: una grande stanza piena di gente in festa, altra gente di San Giak. Che buffo sogno, ma che vorrà mai dire? Ho pensato subito. Poi ho capito. Dopo.
Sandro vive e vivrà nei nostri ricordi dei capodanni insieme e delle gite, della festa in strada con la gara di corsa, degli spettacoli di fine anno, delle chiacchierate collettive a fine Messa e al bar, dopo che mi aveva servito caramelle in quantità. Sandro vive e vivrà soprattutto nelle sue figlie, che fra l'altro hanno avuto il merito di avermi illuminato in un momento di smarrimento assai recente. Buon sangue non mente, direi. Sono straordinarie e nemmeno lo sanno. Ma. Adesso è dura, lo dicono i fiumi di lacrime. La prova è di quelle difficilissime, come sempre quando sopraggiunge la morte e per giunta in maniera così improvvisa. E' dura per sua moglie e per tutti i suoi familiari, ma ce la faranno. Li ho visti, li ho guardati bene: erano già forti prima, ora diverranno una famiglia di invincibili. E sono certa che, nei momenti di difficoltà, se si fermeranno ad ascoltare con attenzione, avvertiranno un suono che li farà rialzare. Il suono d'un fischietto.
Ciao Sandro.

Che la man riesca allo scoperto

Oggi tira un'aria gelida e autunnale che francamente disorienta un po'. Ma non eravamo in vacanza?! Okay, è il segnale che è tempo di tornare dietro le nostre scrivanie pour travailler...
E allora, un augurio di buona ripresa dei vostri lavori/ studi/ attività/ progetti/ ricerche... Bentornati a tutti!

Che la Man riesca allo scoperto...
Entro pochi giorni potrete leggere un blog rinnovato: si tratta del classico restyling che ogni tanto ci vuole. Come un giornale che si rinnova e si presenta con un'edizione tutta nuova. Sto preparando nuove rubriche, nuove pagine, nuovi post e nuova grafica per rendere questo blog ancora più figo ;)
Non sto pensando di rivoluzionarlo, ma semplicemente di adattarlo ai cambiamenti che mi stanno attraversando. Tale rinnovo sarà pensato soprattutto per voi che lo leggete, per presentare contenuti interessanti per farvi sorridere/ riflettere/ interrogare/ intrattenere.
Dunque spero di poter amplificare questa voce, questa voce narrante. Proverò a raccontare storie verosimili e talvolta inverosimili, sempre alla ricerca di un significato utile per le nostre vite. Proverò a commentare fatti e fattacci senza scadere nella retorica. Proverò a sdrammatizzare spargendo un pizzico di ironia qua e là. E quale che sia il contenuto delle pubblicazioni, proverò a metterci sempre un barlume di originalità, ciò che denoto manchi sempre più nella nostra cultura odierna... E proverò ad andare a caccia di originalità altrui, affinché questo blog divenga un'originale gigante finestra sul mondo e per il mondo. Pertanto, lancio un invito a chiunque avesse del materiale inedito cui desidera far prendere vita; da questo momento il blog è a vostra completa disposizione per racconti, video, articoli ed anche per link esterni.
Cercasi altre voci, insomma.
Mi è già capitato di cercarne e di metterne di nuove voci, ma è giunto il momento di forzare ancor più la dimensione individualista che spesso caratterizza noi artisti (o aspiranti tali!).
Dunque, chiunque desiderasse sfruttare questa finestra per promuovere iniziative, opere, articoli o altre folli idee può contattarmi. L'invito resta aperto. Purché si tratti di folli idee ;)
A molto presto approfondirò e spiegherò le nuove rotte che già mi stanno contraddistinguendo.
Buona ripresa a tutti!

Post in evidenza

I BUONI PROPOSITI DEL LETTORE

Vorrei cominciare questo nuovo anno condividendo i buoni propositi... del lettore. Molte persone, infatti, mettono fra i buoni propositi qu...