Una bizzarra iniziativa para-editoriale

Avete presente quella storia degli incipit? Bene, è quasi giunto il momento di raccogliere il primo frutto di questa raccolta… il sequel di Fuga dall'amore!
Si tratta di un'operazione quantomeno bizzarra: il romanzo, come ricorderete, è stato distribuito in 66 copie ma non è mai stato pubblicato. Eppure la non-pubblicazione non mi ha impedito di scriverne un seguito, che sarà precisamente un racconto lungo, a disposizione di tutti. Insomma, gratis.
Perché lo faccio?
Perché penso che in questo difficile periodo ce ne sia bisogno. In attesa che riaprano le librerie, e che gli editori pubblichino nuovi romanzi, vi voglio regalare questa storia perfettamente contemporanea, ambientata in pieno lockdown.
Dovete però pazientare ancora un po', perché il mio lavoro in RSA di questi tempi è più faticoso, e poi c'è la mia bimba che richiede tante attenzioni, per non parlare delle lavatrici… Quindi mi occorre ancora del tempo per rifinirlo. Sapete, negli anni sono diventata estremamente perfezionista. Il fatto che si tratti di un racconto gratis non significa che debba essere anche mediocre, no?
Sarà comunque un racconto per tutti: non è indispensabile aver letto il primo libro (anche se i riferimenti non mancheranno). Fra l'altro, se siete stati sostenitori della campagna crowdfunding dell'anno scorso, è probabile che il racconto vi arriverà in automatico via mail.
Allora, siete almeno un po' curiosi di questa bizzarra iniziativa para-editoriale?!?
Se lo desiderate potete 'prenotarvi' già adesso per ricevere via mail la vostra copia digitale. Anche se non escludo un'operazione cartacea per il futuro. Per il momento vi dico...
A prestissimo lettori!
    

Chicco vuol fare lo scrittore


«Quei piccoli borghesi là, dietro le loro tendine ricamate, coi loro figli, i loro mobili dozzinali e le loro aspidistre, essi vivevano secondo il codice del denaro, senza dubbio, e riuscivano ciò nonostante a conservare la loro dignità. Avevano le loro norme, i loro inviolabili punti d’onore. Si “mantenevano rispettabili”: facevano garrire le loro aspidistre, come bandiere.»
(George Orwell, Fiorirà l'aspidistra)

Chicco vuol fare lo scrittore, ha talento e buone idee, perciò si mette al lavoro per scrivere un libro; una volta terminato, Chicco si mette alla ricerca di un editore... che non tarda ad arrivare, perché il suo testo è di ottima qualità. Il romanzo viene pubblicato e vende centinaia di migliaia di copie, inaugurando una brillante carriera. Chicco firma poi altri contratti editoriali per successivi lavori, ottenendo cospicui anticipi; soddisfatto, Chicco continua a scrivere nella villa fuori città che ha potuto acquistare, immerso nei rumori della campagna.
Scusate, ho dimenticato di scrivere c'era una volta.
Perché oggigiorno è più facile che Chicco sia un precario oppresso dal senso di fallimento che si diletta fra blog, Wattpad e concorsi letterari vari, la cui unica pubblicazione è rimasta soltanto un paio di mesi in libreria vendendo 30 copie.
Eppure, nel passato, come se la cavarono i grandi autori? Ve lo siete mai chiesto?
Pensate a Fedor Dostoevskji, celebre scrittore ottocentesco. Ebbe una vita molto travagliata. Problemi di salute, problemi con la giustizia, problemi economici... Quando si trovò a dover pagare debiti di gioco, però, escogitò la soluzione perfetta: in un solo mese scrisse Il giocatore. Ebbe così modo di compiere un'autoanalisi sulla ludopatia, e nel contempo tirò su un po' di soldi per pagare i debiti.
Al contrario di lui, Jules Verne poté scrivere e pubblicare senza grossi problemi, avendo sposato una ricca vedova. Insomma, era un mantenuto. E tale condizione gli consentì di scrivere un capolavoro dietro l'altro. Se leggete Dalla Terra alla Luna rimarrete sbalorditi dalla cura dei dettagli, scientifici e fantascientifici, in netto anticipo su quel che avverrà il secolo successivo. Per quanto agevolato nella condizione, però, il suo matrimonio fu infelice.
Franz Kafka dovette invece lavorare come agente assicuratore. Non gli piaceva affatto, perché arrivava troppo stanco la sera per potersi dedicare alla sua vera aspirazione, cioè scrivere. Mi ricorda qualcosa...
George Orwell visse per anni in miseria, riducendosi a fare anche lo sguattero. Narrò queste difficoltà nel suo splendido e poco conosciuto Fiorirà l'aspidistra, il cui protagonista è appunto un aspirante scrittore senza speranza. 
William Golding era un insegnante. Negli anni Cinquanta scrisse Il Signore delle Mosche, celebre romanzo distopico che narra di un gruppo di ragazzini naufraghi su un'isola deserta. Considerato un capolavoro, al principio fu rifiutato da ben 21 editori.
Più vicina ai tempi nostri, invece, negli anni Novanta una scrittrice inglese riuscì a tenere testa alla depressione e alla propria disastrosa condizione economica, terminando di scrivere il suo romanzo nel pub del cognato. Non so se l'avete mai letto, s'intitola Harry Potter e la pietra filosofale. Successivamente, però, anche JK Rowling subì il rito di iniziazione riservato a quasi tutti gli aspiranti scrittori: il rifiuto di più case editrici, nel suo caso 12. Incredibile ma vero.
Guardando bene questi esempi, si può concludere che la vita dello scrittore non è mai facile. In nessuna epoca. Il nostro Chicco immaginario non potrebbe comunque prescindere dalle difficoltà, e sapete perché?
Perché se la vita fosse così facile, egli non avrebbe niente di speciale da raccontare.
Ecco perché il nostro Chicco, se lo vogliamo verosimile, dovrebbe avere una storia diversa.

Chicco ha avuto un'adolescenza difficile e non sa quale strada imboccare per il futuro. Al culmine dei tormenti viene folgorato da un'ispirazione che lo porta a scrivere un romanzo. Non se ne accorge subito, ma i personaggi riflettono le sue paure, i suoi tormenti, le sue stesse incertezze. Chicco finisce di scriverlo entusiasta, a lui pare un capolavoro! Si sente meglio, molto meglio, tanto che per il futuro si vede scrittore. Lo manda a un po' di case editrici, ma nessuna gli risponde. Finalmente dopo vari tentativi e revisioni arriva la prima risposta, ed è una bocciatura. Chicco accusa il colpo, ma nel frattempo ha aperto un blog e diffuso alcuni suoi racconti sul web, raccogliendo primi consensi. È troppo tardi per autocommiserarsi, perciò riprende il suo manoscritto e lo rimodella, perché a furia di scrivere ha imparato a farlo davvero. Partecipa vanamente a qualche concorso, vorrebbe cedere a editori a pagamento, poi decide di mandare il suo lavoro ad alcuni editori selezionati con attenzione. Uno di questi gli risponde dopo sei mesi. Sì, siamo interessati al suo manoscritto. Chicco pubblica, vende 150 copie, fa presentazioni, cerca di accrescere il suo pubblico attraverso i social. E mette in cantiere un nuovo romanzo.

Se Chicco vuol fare lo scrittore, prima o poi ci riesce. Magari senza vendere milioni di copie. L'ingrediente fondamentale che gli occorre è la resilienza. Scrivere per anni senza vedere un centesimo, inanellando rifiuti in continuazione. Finché qualcosa si muove. L'esempio viene proprio dai grandi della letteratura. Pensate a JK Rowling: ha preso la resilienza e l'ha elevata all'ennesima potenza. I lettori, cioè tutti noi, l'hanno poi premiata per bene. Immaginate se, invece, avesse lasciato perdere dopo il dodicesimo rifiuto! Nessuno di noi avrebbe mai conosciuto Harry Potter. 
Forza Chicco, continua a scrivere. 

Tutti i miei incipit

Sono tutti i miei incipit.
Quelli che bizzarri e avvincenti dipingono i miei sogni notturni, accompagnandomi fino alla veglia. 
Di queste bizzarrie ne è nato un quadernetto- raccoglitore. Diciamo che la fila è imponente, un po' come quella davanti ai supermercati in questo periodo.
Non è facile conciliare il mio tempo di lavoratrice con quello di mamma e scrittrice, tanto meno in questo periodo, ma ci provo. Negli anni gli incipit si sono palesati con così tanta frequenza che qualche volta ho persino rimpianto il famoso blocco dello scrittore, che a quanto pare manco mi sfiora... Finché non ho deciso di accettare completamente questa piccola fortuna: ricevere in dono delle storie, riuscire a ricordarle, successivamente rielaborarle e trasformarle in racconti, o addirittura romanzi.
Come vedete, però, c'è anche il blog. E non ho un segretario ghostwriter che mi copre. Penserete che stia perdendo del tempo prezioso con FaReSol? Beh, no. Perché non c'è storia senza lettori.
E io di sogni nel cassetto ne ho lasciati dormire abbastanza.
Ecco perché mi sono definitivamente (ri)messa in gioco col blog, per poter comunicare con voi, per coccolarvi, intrattenervi, emozionarvi. Anche se in vetrina il mio libro non lo trovate. Non ancora.
Vi do una piccola anteprima- scoop di uno di questi incipit: recentemente ho sognato il sequel di Fuga dall'amore, non sto scherzando, con l'intero parquet dei personaggi alle prese con l'attuale situazione di quarantena. Ho pensato che poteva valer la pena buttare giù un racconto- sequel, anche se stiamo parlando di una non-pubblicazione... che tuttavia vanta una sessantina di lettori piuttosto entusiasti. Ricapitolando: dovrei scrivere un racconto sequel di un romanzo non pubblicato. Credo sarebbe il primo caso al mondo ;)
Non mi interessa se non è stato pubblicato, l'idea vi piace? Mi ci metto al lavoro? 
E non mi interessa se nessuno di questi incipit avrà successo. Se nessuno dei miei quattro romanzi già pronti finirà in libreria. Perché, statene certi, io ne scriverò un altro. Veramente ne sto già scrivendo uno. Allora diciamo che ne comincerò un altro. E poi un altro ancora!
Attingerò a piene mani dal mio serbatoio di incipit, redigendo nuove storie stravaganti per la mia piccola schiera di lettori (cioè voi), con esperienza ed entusiasmo. Manca qualcosa?
Ah già.
Mancherebbe un editore. Beh, non si può avere proprio tutto.
C'è chi ha una fila di editori davanti alla propria porta, chi una fila di critici, chi una fila di fans in attesa di nuovi sequel... io per ora mi tengo stretta la mia fila di incipit che freme per prendere vita su carta.

Festività resilienti

Quest'anno purtroppo non potremo muoverci per festeggiare Pasqua e Pasquetta. Beffa atroce, a quanto pare ci sarà il sole e farà molto caldo (perlomeno oggi, a Torino, sembra giugno). Le escursioni sono bandite, eccezion fatta per le quotidiane gite ai bidoni dell'immondizia. Quelle sono sempre un'ottima alternativa per sgranchirsi le gambe e respirare aria, ehm, fresca.
Bisogna inventarsi qualcosa qui, per trascorrere al meglio queste festività... Meno male che ci sono io! Vi lancio in soccorso un paio di fantastiche idee per rendere indimenticabili queste festività. 
La prima idea è il pic-nic sul tappeto: per quanto l'idea della grigliata in balcone sia suggestiva, io mi sento di suggerire qualcosa di più tranquillo e meno… fumoso. Un bel pic-nic sul tappetone dei bambini è la cosa migliore (e come super variante, pic-nic sul tappetone in balcone!). Correte allora a preparare la borsa frigo con insalata di riso, panini prosciutto e formaggio, frutta fresca e tanto cioccolato! Guardate i vantaggi: se per esempio avete dimenticato di aggiungere le forchette, potrete comodamente andare in cucina a prenderle. 
Che ne dite di proseguire poi il pomeriggio con un bel karaoke a tema?! Possibile anche in modalità flash mob, se siete coraggiosi. Potete utilizzare la chitarra per chi la sa suonare, oppure semplicemente una banale base musicale di YouTube. Però dovete cambiare le parole, eh. Vi lascio qualche esempio: 

ALBACHIARA
...E con la faccia mascherata cammini per strada
coi guanti usa e getta e l'autocertificazione
ti piace passeggiare, non te ne devi vergognare!
E qualche volta fai pensieri strani
poco più in là, poco più in là vuoi andare...
tu sola in mezzo al viale
e tutto il mondo dentro!

CERTE NOTTI 
...Certe notti coi bar che son chiusi
al primo autogrill c'è chi beccato sarà
Dobbiamo starcene da soli
queste notti qui
chi si accontenta gode
così così...

SI' VIAGGIARE 
Sì viaggiare
dal salotto spostarsi fino in balcone
dolcemente viaggiare
evitando i giochi sparsi da tua figlia
e valutare come meta alternativa
un bel giro fin sotto in cantina!

Altre fantastiche idee su come divertirsi e trascorrere il tempo in casa le trovate sull'apposito post: faresol.blogspot.com/2020/03/come-divertirsi-in-quarantena

Okay, scherzi a parte diciamo che non saranno proprio giornate indimenticabili, ma sono convinta che in questi casi dobbiamo ricorrere alla resilienza. Evitiamo di uscire di casa, ma evitiamo anche di fare gli sceriffi dal balcone, il nostro compito è quello di fare la nostra parte e basta. Proviamo a viverci la serenità di queste belle giornate primaverili attraverso ciò che ci fa sentire meglio: qualcuno di voi sfornerà pizze e torte, altri se ne staranno a leggere in balcone, altri ancora, magari, prenderanno sul serio le mie, ehm, magnifiche idee... L'importante è ricordarsi di quanto poco basti per portare il sole dentro di noi... Basta mettersi a cantare come scemi in corridoio mentre si fa una scivolata... Ma quant'è bello andare in giro con le pattine sotto i piedi...

P.S.: per approfondire la resilienza, per sapere davvero cos'è- www.stateofmind.it/tag/resilienza

Soli

Oggi è stato un fantastico sabato di sole. E noi chiusi in casa!
Il massimo che si può fare in questi casi è piazzarsi in balcone per ammirare il Sol Mancante.
Che bizzarra primavera, dove l'apoteosi giornaliera è poter scendere a buttare l'immondizia.
Costretti alla clausura domestica, immagino che la cosa più facile sia quella di buttarsi sul divano a guardare serie tv, pasticciando ogni tanto lo smartphone. Per sentirci meno soli ogni tanto video-chiamiamo i parenti e gli amici, ma... rimaniamo sempre al di qua di uno schermo. Non è proprio la stessa cosa che potersi abbracciare.
Ora che siamo soli e distanti, però, riusciremo a capire che prima... eravamo soli e distanti? La verità è che abitavamo un mondo in cui abbondavano individualismo, fretta e dipendenza da schermo.
Ora, invece, pagheremmo oro pur di uscire a fare un bel raduno, che so, al parco del Valentino.
Questa quarantena sarà un'esperienza utile non solo per recuperare il valore delle cose che avevamo, ma anche per ripensare al nostro modo di vivere; in un mondo contemporaneo dominato dall'immediatezza dell'immagine, non sarebbe il caso di tornare ad assaporare la bellezza del mondo stesso attraverso tutti e cinque i sensi?
Per esempio: recandosi in un qualsiasi posto, chiudere gli occhi e respirare a fondo l'odore che c'è.
Andando in una libreria a sfogliare libri nuovi. Andando in una biblioteca a sfogliare libri vecchi.
Gustandosi un buon caffè come se fosse la prima volta che lo assaggiamo.
Insomma, essere meno distratti e superficiali di prima. Tirare su lo sguardo, ogni tanto, dal telefonino.
Nel frattempo, però, c'è qualcosa di bello che possiamo fare anche da reclusi. A parte andare a buttare l'immondizia, s'intende.
Guardatevi bene attorno: possedete più tesori di quanto immaginiate.
Parlo dei pezzi della nostra vita.
E' tempo di riscoprire vecchi hobby, di riesumare diari, è l'occasione giusta per ricordare, ora che tutto rallenta!
L'album di figurine faticosamente completato in ogni suo angolo. I vecchi biglietti d'auguri del diciottesimo compleanno. Il sottobicchiere di una indimenticabile serata al pub con gli amici. L'affetto di mamma e papà in quel vecchio biglietto di Natale. I quadri appesi in corridoio ereditati dal bisnonno. Il modellino del Millenium Falcon costruito nel '97 accanto alla coppa vinta al torneo di biliardino delle medie. Le cartoline ricevute e catalogate per annate. Le mitiche Smemoranda del liceo con le dediche dei compagni. Il bigliettino d'amore divenuto cimelio preziosissimo. La pila di CD dei grandi del rock. Le cartine delle città d'arte, con le 'x' sui luoghi visitati. La saga di Harry Potter che troneggia sulla mensola. Le fotografie appese per la casa delle gite con i cugini. Non sarà materiale da British Museum, ma racconta comunque un pezzo di storia. La nostra.
Prendete tutti questi cimeli e sfogliateli, indagateli, cullateli, respirateli a fondo: i ricordi della nostra vita possono fungere da tanti piccoli soli, per farci sentire più consapevoli e meno soli. 

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