Sabato sera ho fatto il mio (primo) saggio di danza contemporanea.
Tutto è partito a ottobre da un “chissà quante lezioni reggerò”, fino al prestigioso palcoscenico del teatro Alfieri di Torino 🌟
Dovevo solo revisionare il mio romanzo della Ballerina, rivederne le coreografie. E invece sono finita a ballare in un corso!
La danza contemporanea non è una disciplina facile, specie se hai 39 anni e da piccola non hai mai preso lezioni di classica. Nel corso principianti del CUS Torino i livelli di esperienza e bravura erano diversi, ma tutti abbiamo condiviso durante l’anno la preoccupazione di non ricordare i passi della coreografia, specie quella del saggio, e poi la gioia di avercela fatta.
Ho imparato moltissimo da questa esperienza, guadagnando una fiducia e uno stato di forma inediti per il mio corpo. Erano anni che non mi concedevo un’uscita così netta dalla comfort zone.
Il palcoscenico fa bene: ti invito a provarlo almeno una volta nella tua vita, fosse anche per la recita di teatro condominiale.
Ma torniamo al racconto del mio saggio. Non ero così sicura di farcela...
Nell’ultima settimana ho dovuto infatti gestire un piccolo fastidio muscolare, più dell’ansia da debutto. Eppure, quando mi sono trovata sul palco per le prove generali – lo stesso palco che avevo immaginato per Flavia nel romanzo della Ballerina – è passato tutto, e... la ballerina sono diventata io 💖
Ho ballato con un gruppo fantastico! Nel camerino, poi, le distanze di genere, età, esperienze si sono annullate: abbiamo condiviso spazi e oggetti, prestandoci l’ombretto, dandoci una mano con l’acconciatura… Persino coi colleghi del corso avanzato c’è stata reciproca ammirazione, e non un’ombra di invidia, né di superiorità.
La nostra esibizione è stata preceduta da una maratona lunghissima: eravamo quarantunesimi in scaletta!
Finalmente, dopo le undici di sera, sul tema del balletto di “Romeo e Giulietta”, siamo andati in scena; non tutto è filato liscio nelle retrovie (ho rimediato un colpo fortuito), ma me la sono cavata bene. E che emozione!
Come mi sono sentita a fine spettacolo, sul palco a ballare e festeggiare? Libera. Mi sono sentita libera. E non c’è fatica che tenga: ne è valsa la pena.
Il cerchio si chiude proprio qui al teatro Alfieri, in quella stessa piazza Solferino che a lungo avevo romanzato. Tu guarda la vita 💖