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Non saprei dire come sia
andata a finire, perché di tal concorso niente nessuno m'ha saputo
riferire... Ma adesso, a ridosso d'un viaggio e del giorno del 1°
maggio, ho deciso di condividerla sul blog; codesto è il post numero
novantanove... Senza averlo calcolato, il centesimo sarà il celebrativo
del primo anno di Man esca allo scoperto.
Come fanno le commesse
a restar sospese sui tacchi ore e ore
e come fanno le celeri cassiere
a sopportare dei soldi altrui il peso e l’odore?
Come fanno gli operai lassù
a passeggiare fra vuoto e vento
a restar equilibristi sulle gru
a modellar cemento?
E gli operatori di un call center qualunque
con la schiena rigida e la voce rauca
come fanno a chiamar chiunque
mentre il corpo curvo una passeggiata invoca?
E gli artisti, diffusori di cultura
autori d’opere a rischio disparte
commedianti d’un teatro a rischio chiusura
come fanno a vivere della loro arte?
E gli esodati come fanno
dopo decenni di fabbrica
a sperar nel riposo remunerato
o anche solo nel ritorno alla fatica?
Come fanno i lavoratori a sopportare
i contratti come clessidre
i turni notturni, i tagli al personale
Come fanno a regger tali sfide
e a ritrovare poi un quieto soggiorno
ove distendersi fra sudore e onestà
col cuore che adorno
trabocca dignità?
Qualora qualcuno volesse utilizzare / leggere / diffondere la poesia è liberissimo di farlo purché citi la fonte, cioè me :)
Personalmente mi farà soltanto piacere se qualcuno la decantasse in giro! Anzi, sotto sotto è forse questo il motivo per cui l'ho condivisa. Viva i lavoratori. Viva chi non si arrende.