Come fanno i lavoratori

dellavoro.altervista.org
Ho scritto questa poesia nel giugno scorso per un concorso.
Non saprei dire come sia andata a finire, perché di tal concorso niente nessuno m'ha saputo riferire... Ma adesso, a ridosso d'un viaggio e del giorno del 1° maggio, ho deciso di condividerla sul blog; codesto è il post numero novantanove... Senza averlo calcolato, il centesimo sarà il celebrativo del primo anno di Man esca allo scoperto. 






Come fanno le commesse
a restar sospese sui tacchi ore e ore
e come fanno le celeri cassiere
a sopportare dei soldi altrui il peso e l’odore?
Come fanno gli operai lassù
a passeggiare fra vuoto e vento
a restar equilibristi sulle gru
a modellar cemento?
E gli operatori di un call center qualunque
con la schiena rigida e la voce rauca
come fanno a chiamar chiunque
mentre il corpo curvo una passeggiata invoca?
E gli artisti, diffusori di cultura
autori d’opere a rischio disparte
commedianti d’un teatro a rischio chiusura
come fanno a vivere della loro arte?
E gli esodati come fanno
dopo decenni di fabbrica
a sperar nel riposo remunerato
o anche solo nel ritorno alla fatica?
Come fanno i lavoratori a sopportare
i contratti come clessidre
i turni notturni, i tagli al personale
Come fanno a regger tali sfide
e a ritrovare poi un quieto soggiorno
ove distendersi fra sudore e onestà
col cuore che adorno
trabocca dignità?

Qualora qualcuno volesse utilizzare / leggere / diffondere la poesia è liberissimo di farlo purché citi la fonte, cioè me :)
Personalmente mi farà soltanto piacere se qualcuno la decantasse in giro! Anzi, sotto sotto è forse questo il motivo per cui l'ho condivisa. Viva i lavoratori. Viva chi non si arrende.

Nessun commento:

Posta un commento

Post in evidenza

I BUONI PROPOSITI DEL LETTORE

Vorrei cominciare questo nuovo anno condividendo i buoni propositi... del lettore. Molte persone, infatti, mettono fra i buoni propositi qu...