Trasloco

Stacco i pensieri dalle pareti, e con essi i ricordi di una vita. Sorridente e malinconica nel guardarli, li avvolgo con accuratezza in uno scatolone che celere prende a riempirsi. Accanto alla porta, ecco il già stracolmo scatolone dei rimpianti: dovrò portar giù anche quello, ma lo lascerò nel cestino dei rifiuti. Non voglio che essi prendano ulteriore spazio nel mio futuro appartamento.
Apro i cassetti e tiro fuori i sogni. Alcuni sono impolverati. Ma, guardandomi bene attorno, noto che ci son sogni e progetti sparsi un po' dappertutto, in ogni angolino di questo piccolo alloggio... Prendo a catalogarli uno per uno, ricordandomi così di quante cose volevo/vorrei realizzare. Alcuni, ahimè, devo gettarli. Non mi ci stanno tutti nello scatolone, devo per forza selezionarli. Abbandono dunque molte delle cose che vorrei. E tengo soltanto quelle che voglio davvero.
Dal comodino prendo le imprese, sono poche ma tutt'altro che leggere: le imballo per bene, col polistirolo, la carta e i cartoni, affinché si custodiscano nel migliore dei modi. Poi noto un cassetto aperto. Lì c'è il sogno che sto per realizzare, difatti sta già prendendo una forma interessante. Lo avvolgo in una carta argentata, per distinguerlo dal resto, e lo metto in mezzo ai sogni che ho deciso di tenere. Li lego insieme, con un filo conduttore, non sono poi così dissimili, anzi, potrebbero addirittura mescolarsi... 
Arriva però il momento di prendere le paure dall'armadio. Le maledette paure, con le quali ancora mi vesto. Evito di piegarle, le guardo con disprezzo e poi le infilo in valigia. Tranne una. E' una grossa paura di cui voglio provare a fare a meno, sebbene questo implichi l'andar in giro più scoperta. Decido di buttarla via, il cassonetto è il suo posto, non la mia pelle, via, lontana da me!
Proseguo il lavoro.
Svuoto la credenza dai valori, indispensabili per nutrirmi bene. Qualcuno è scheggiato, qualcun altro usurato, ma la maggior parte è ancora integra.
Esco fuori in balcone. Ho appena riseminato l'amore, non è ancora fiorito ma aspetterò. Fiorirà, basterà continuare a fornirgli acqua e soprattutto luce, tanta luce a questo amore. Più di quanto abbia potuto far qui, in questa casetta umida, ombrosa, celata, fredda. Difatti è la terza estate che provo a seminare. Ora voglio che fiorisca! Accetterò anche le spine, certo.

E' tutto pronto. Come al mio solito, sono in largo anticipo. Mi toccherà aspettare che arrivi il camion, sperando in qualche gentiluomo che m'aiuti a caricar ogni cosa, ogni scatolone, buttando via le cose inutili. Sperando di poter vincere l'imbarazzo di mostrarmi così, senza i miei abiti di sempre, spoglia di paure e prudenze che oggi scelgo consapevolmente di abbandonare. Certo, ora è facile lontana da sguardi e giudizi,  vedremo dopo, alla luce del sole... E' un trasloco da cui non posso tornare indietro. Si sa, nel trasporto tante cose si disperdono, altre si buttan via, e altre ancora si ritrovano. La prossima sistemazione sarà in alto, molto in alto; dovrò, per entrarvi, depositare nel cestino dei rifiuti il paio di vertigini di insicurezza e salire. Scalza. Non v'è altro modo.
So che il nuovo alloggio sarà molto più spazioso: dovrò darmi un gran da fare per tenere pulito e in ordine. Ma non avrò bisogno di tenere sogni impolverati chiusi nei cassetti, né imprese relegate sopra al comodino... E vedremo poi, se la luce che filtrerà da fuori sarà forte abbastanza per scaldarmi quanto basta per non vestirmi più di paure, e se aiuterà i fiori a sbocciare. 

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