Rotolando

Non vado avanti perché non me ne va dritta una, ma a furia di curve finisco per girare su me stessa. Mi gira la testa. E poi, la caduta.
Devo stare calma, sebbene abbia un'immensa voglia di scrivere, di raccontare tutto quello che mi sto tenendo dentro, da troppo tempo... voglia di farlo esplodere fuori prima che imploda dentro, sarebbe un peccato... perdere storie e canzoni e versi e immagini pescate dal mio mare interiore. Sarebbe proprio un peccato. Cominciamo allora dalle cose semplici: due versi, così, come vengono vengono.

Non è mai troppo tardi
se pensi che non lo sia

Opinabile. Nulla è eterno, prima o poi sarà tardi, no? Ma relativizziamo: non è mai troppo tardi, basta (ri)cominciare e crederci. Parola di ritardataria cronica che iniziò questo blog con un post titolato "Scusate il ritardo", parola di chi, umanamente, ogni tanto si auto-impone il blocco dello scrittore perché scoraggiata dai non-risultati ottenuti, parola di chi arriva alle cose con tempi biblici. Ma ci arriva. In qualche modo. Sindrome da bicchiere pieno, dopotutto.

Se cadi e non riesci a rialzarti, 
allora... rotola
(perché l'importante è muoversi!)

Stare al tappeto può essere denigrante, se rimani fermo, ma sai che spasso muoversi in maniera alternativa, rotolando! Rotolando, e non strisciando, perché pur rimanendo umili non bisogna mai perdere il sorriso, né la dignità.

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