Non è facile parlare dell’evento di ieri, ma ci proverò. A modo mio.
Fin dal mattino il locale era caotico, pieno di gente che pensava solo a caffè e brioche. Il contesto adatto per promuovere i libri, insomma.
Beh, ormai sono qui, mi son detta, puntiamo sul monologo, andrà meglio…
A mezzogiorno sono salita sul palco. Ho iniziato a parlare, ma non mi ha calcolata nessuno. Visto il disinteresse generale, dopo dieci minuti ho deciso di interrompere, salutando tutti. Nessuno deve essersene accorto, però, perché non è scattato nemmeno un applauso.
Wow, vado alla grande in questo periodo.
Meno male che in pausa pranzo c’era il Gran Balon a distrarmi. Deliziosi quei braccialetti. Ah già, non me li posso permettere, non sto vendendo niente.
Mi sono comunque concessa un’altra chance.
E difatti al pomeriggio è andata meglio (anche perché peggio era difficile). Complici alcune persone venute apposta per sentirmi, sono riuscita a catturare l’attenzione generale, e persino a portare a termine il monologo! Che, fra l’altro, funziona. Quindi faccio davvero ridere. In senso buono, dai.
Sul finale, in zona… recupero, ho piazzato una copia di Miracoli metropolitani. Tipo gol della bandiera miracoloso, non so se rendo l’idea.
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Anche se il primo intervento è stato mortificante, mi prendo tutta la responsabilità di aver valutato male vari aspetti. Ci ho provato, ma i teatri d’Italia dovranno attendere ancora, mi sa.


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