FUGA DALL'AMORE- VIA DI NUOVO

Finalmente posso presentarvi il sequel di Fuga dall'amore! Si tratta di un racconto ambientato due anni dopo gli eventi dell'epilogo del romanzo. Qui trovate giusto l'incipit: chiunque desideri leggerlo per intero me lo richieda via mail- elisa.freesoul@gmail.com. Provvederò a inviarvelo gratuitamente. 


(Attenzione! Se desideri leggere prima il romanzo, non proseguire a leggere quest'anteprima, contiene spoiler)

PROLOGO

Un tempo ero io a fuggire con la maschera.

Oggi, invece, sembra che il mondo intero lo stia facendo. Un rattoppo sul volto, come supereroi con la maschera al contrario, nella speranza che funga da protezione per se stessi e gli altri.

Benvenuti nel 2020, dove l’umanità ha perso le sue certezze e si ritrova rinchiusa in una morsa di paura.

Anche se per la famiglia Ghift le cose sono andate un pochino diversamente.

Tutta colpa, o merito, di mio padre Ivan. È stato lui a pianificare una fuga, dalla città, dal mondo, dalla vita stessa, e l’ha pianificata ben prima che dilagassero i contagi nel nostro Paese: era solo gennaio, infatti, quando lui cominciò a muoversi nell’ombra prendendo decisioni che tutti gli criticammo… Per esempio comprando una baita in montagna! Una follia, se non fosse stato per l’eredità di nonno Antonello che gli ha permesso di farlo. Concluso l’affare ha iniziato poi ad accumulare provviste, giusto per non creare fraintendimenti su quanto aveva in mente. Io, Francesca, Dennis e Giulia lo abbiamo sbeffeggiato alla grande, mentre mamma poco a poco si convinceva dell’azione estrema del marito, rimproverandoci pure per il nostro sarcasmo.

A parte l’allarmismo paterno, devo dire che le cose mi stavano andando bene, finalmente bene! Mancava solo una cosetta: che Alex me lo chiedesse. Sapete, quella cosa lì che sognano tutte le ragazze... Specie se hanno trent’anni. Mentre restavo in attesa, sul fronte lavorativo mi dilettavo a far consegne a domicilio, dopo aver lasciato un noiosissimo lavoro d’ufficio. È che ho intravisto della bellezza nel pedalare per la città. A tutte le ore del giorno. Lavorando per due miseri spicci. Senza mutua. Senza ferie. Ho voluto la bici e ho pedalato, insomma.

Poi è cambiato tutto, per tutti, quando il 21 febbraio è stato accertato il primo caso di Covid-19 in Italia. Papà è andato in paranoia totale. Noi abbiamo minimizzato anche dinanzi all’evidenza dei primi casi in Veneto e Lombardia, mentre lui smetteva di andare a lavorare per provvedere alle provviste. Infine ci ha messo alle strette: si va tutti in montagna. Le discussioni sono state notevoli… Ne ho parlato con Alex, il quale però non ha mostrato il benché minimo entusiasmo all’idea della fuga in montagna con noi, e nemmeno all’ipotesi che io mi sistemassi nel suo appartamento, in quella che sarebbe diventata una convivenza a tutti gli effetti. In realtà credo fosse risentito della nostra fresca litigata sulla questione matrimonio, durante la quale l’ho mandato a cagare, stanca del suo continuo vaneggiare e cambiar discorso. Non so di cos’abbia paura, so solo che d’improvviso la fuga proposta da papà mi è sembrata un’ottima idea.

(continua)


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