Un tempo ero io a fuggire con la maschera.
Oggi, invece, sembra che il mondo intero lo stia facendo. Un
rattoppo sul volto, come supereroi con la maschera al contrario, nella speranza
che funga da protezione per se stessi e gli altri.
Benvenuti nel 2020, dove l’umanità ha perso le sue certezze e si
ritrova rinchiusa in una morsa di paura.
Anche se per la famiglia Ghift le cose sono andate un pochino
diversamente.
Tutta colpa, o merito, di mio padre Ivan. È stato lui a
pianificare una fuga, dalla città, dal mondo, dalla vita stessa, e l’ha pianificata
ben prima che dilagassero i contagi nel nostro Paese: era solo gennaio,
infatti, quando lui cominciò a muoversi nell’ombra prendendo decisioni che
tutti gli criticammo… Per esempio comprando una baita in montagna! Una follia,
se non fosse stato per l’eredità di nonno Antonello che gli ha permesso di
farlo. Concluso l’affare ha iniziato poi ad accumulare provviste, giusto per
non creare fraintendimenti su quanto aveva in mente. Io, Francesca, Dennis e Giulia
lo abbiamo sbeffeggiato alla grande, mentre mamma poco a poco si convinceva
dell’azione estrema del marito, rimproverandoci pure per il nostro sarcasmo.
A parte l’allarmismo paterno, devo dire che le cose mi stavano
andando bene, finalmente bene! Mancava solo una cosetta: che Alex me lo chiedesse.
Sapete, quella cosa lì che sognano tutte le ragazze... Specie se hanno
trent’anni. Mentre restavo in attesa, sul fronte lavorativo mi dilettavo a far
consegne a domicilio, dopo aver lasciato un noiosissimo lavoro d’ufficio. È che
ho intravisto della bellezza nel pedalare per la città. A tutte le ore del
giorno. Lavorando per due miseri spicci. Senza mutua. Senza ferie. Ho voluto la
bici e ho pedalato, insomma.
Poi è cambiato tutto, per tutti, quando il 21 febbraio è stato
accertato il primo caso di Covid-19 in Italia. Papà è andato in paranoia totale.
Noi abbiamo minimizzato anche dinanzi all’evidenza dei primi casi in Veneto e
Lombardia, mentre lui smetteva di andare a lavorare per provvedere alle provviste.
Infine ci ha messo alle strette: si va tutti in montagna. Le discussioni sono
state notevoli… Ne ho parlato con Alex, il quale però non ha mostrato il benché
minimo entusiasmo all’idea della fuga in montagna con noi, e nemmeno all’ipotesi
che io mi sistemassi nel suo appartamento, in quella che sarebbe diventata una
convivenza a tutti gli effetti. In realtà credo fosse risentito della nostra fresca
litigata sulla questione matrimonio, durante la quale l’ho mandato a cagare,
stanca del suo continuo vaneggiare e cambiar discorso. Non so di cos’abbia
paura, so solo che d’improvviso la fuga proposta da papà mi è sembrata
un’ottima idea.
(continua)
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