I DIRITTI DEL LETTORE: NON LEGGERE

NON LEGGERE


Non leggere (ma questo post sì, dai ;).


Il primo diritto del celebre decalogo di Pennac risuona pazzesco e contraddittorio.


Lettore, sappi che hai il diritto di non leggere!

Se non ti va. Se sei troppo stanco. Se lo fai solo per obbligo o inerzia. Non leggere. Fosse anche il mio libro, lo ripeto: non leggere se non ti va.


Da ragazzina fu il diritto che più mi rimase impresso: ma come? Questo tizio vuole promuovere la lettura, e mi dice di non leggere? Così lo presi alla lettera, più e più volte.


Ci sono stagioni dove si legge molto, magari per le circostanze che favoriscono la lettura, e in altre dove si legge poco e niente. Neppure una consolidata abitudine rimane immutabile, perché soggetta alla vita stessa. E, delle volte, "non leggere" è un diritto di cui dobbiamo servirci, almeno per un po’, senza sensi di colpa.


Allarghiamolo questo diritto, ed estendiamolo anche agli altri. Se i nostri figli non vogliono leggere non obblighiamoli, altrimenti odieranno quel che saranno costretti a fare: piuttosto, nell’educare, dobbiamo fornire loro gli strumenti per aiutarli a capire se hanno bisogno della lettura, avverte Pennac.


Che poi chiude così il commento su questo primo diritto: “se possiamo tranquillamente ammettere che un individuo rifiuti la lettura, è intollerabile che egli sia – o si ritenga – rifiutato da essa. È una tristezza immensa, una solitudine nella solitudine essere escluso dai libri. Anche da quelli di cui si può fare a meno.”


Cosa ne pensi di questo diritto? Quanto lo senti tuo?

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