I DIRITTI DEL LETTORE: SALTARE LE PAGINE

SALTARE LE PAGINE


Lo ammetto: di tutti i diritti del lettore, saltare le pagine è quello che sento meno mio. Non sia mai! Eppure, ogni tanto, dovremmo ricordarci che possiamo (o potremmo) saltare quanti e quali pezzi vogliamo, senza rendere conto a nessuno.


Cosa dice Pennac su questo diritto?

A proposito di “Guerra e pace”, dichiara: “ho saltato delle pagine. E tutti i ragazzini dovrebbero fare altrettanto. In questo modo potrebbero buttarsi prestissimo su tutte le meraviglie ritenute inaccessibili per la loro età.”


Per lo scrittore è dunque meglio avvalersi di questo diritto piuttosto che accontentarsi di surrogati riscritti da altre mani: è importante rendere la letteratura accessibile fin dalla giovane età, senza la costrizione o la pretesa di una lettura integrale.


E che dire di noi grandi, invece?

Pennac liquida così la questione: se saltiamo delle pagine, “è una questione che riguarda solo noi e il libro che stiamo leggendo.”


Pensiamo a una biografia di cui ci interessano solo delle parti specifiche, o a un saggio difficile che si perde in capitoli troppo tecnici per noi; magari è controproducente interrompere la lettura, che più in là c’è qualcosa che ci interessa, e quindi si tratta solo di ‘andare avanti veloce’.


...Chissà che un giorno, spontaneamente, non ci venga voglia di riprendere il nostro bel mattone per leggerlo in maniera integrale! Chissà...


Di tutti i dieci diritti lo considero il più controverso, ancor più del precedente ‘non leggere’, e per questo ti chiedo: cosa ne pensi? Ti capita di saltare le pagine?

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