I DIRITTI DEL LETTORE: NON FINIRE UN LIBRO


NON FINIRE UN LIBRO

Eccoci.

Cari lettori, lo so che avete (anzi, abbiamo) un grosso problema con questo terzo diritto del celebre decalogo di Pennac… Lo so che non finire un libro pare brutto, e genera sensi di colpa pazzeschi, ma cerchiamo di analizzare meglio il messaggio dello scrittore.

 

“Lascio perdere. O meglio, lascio da parte. (…) I buoni libri non invecchiano. Ci aspettano sui nostri scaffali e siamo noi a invecchiare”.

 

Insomma: se quel libro non ci prende, per varie ragioni, è inutile insistere. Forse non è il momento giusto. Forse, in futuro, lo apprezzeremo. Oppure no!

 

Mi è capitato varie volte di riprendere libri interrotti dopo anni; lo sguardo più maturo (o, semplicemente, più attento e rilassato) può in effetti servire per rivalutare un testo, ma non è detto.

 

A ogni modo, chiudiamo quello che ci provoca noia, sconcerto, difficoltà, chiudiamo e passiamo oltre, anche se parliamo di autori celebri e apprezzati. Perché sprecare tempo per qualcosa che non ci sta piacendo?

 

Non sarà la fine del mondo se non si finisce di leggere Moby Dick, Il Nome della Rosa o Cime tempestose.

…Li rimpiazzeremo con altri capolavori letterari a noi più congeniali.

 

Non finire un libro non farà di noi dei cattivi lettori, anzi: passare oltre ci permetterà di riconoscere con saggezza che quell'opera, adesso, non fa il caso nostro.

Quale testo avete richiuso e abbandonato? Riuscite a non finire un libro?

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