Inizio
anno. Tempo di buoni propositi. Farò, toglierò, migliorerò, realizzerò? Buoni
propositi… Assomigliano tanto alle discutibili promesse elettorali dei politici...
E voi,
quale decalogo di buoni propositi avete recitato per il 2013? Un “voglio
smettere di fumare”, o un “voglio dimagrire”, oppure un “voglio fare più sport”?
Tutte e tre le cose? Oppure tutt’altro?
È
risaputo che dopo i clamori iniziali si tenda a dimenticare i buoni propositi,
ricadendo negli stessi vizi, per poi dare inizio ai lamenti. Ah, questi chili
di troppo… E il lavoro che manca, e il weekend così noioso, e questa condizione
di single cronico/a, e quel sogno ripiegato e richiuso nel cassetto...
Ma la
gente ha il potere, noi abbiamo il potere, come direbbe una certa Patti Smith.
Il potere di sognare. O, se preferite, il potere di cambiare.
Non è
così facile, cambiare. Anzi, è un’impresa. Da cosa deriva il potere di
cambiare? Dal volere. Bisogna volere
che le cose cambino, occorre una ferma volontà per essere parte del cambiamento
che si desidera, senza attenderlo passivi e silenti, senza attendere che le
istituzioni ci servano come piatti pronti servizi, opportunità, sostegno, perché
difficilmente lo faranno… La poltrona ingigantisce e devia la concezione di
potere, corrompendo l’esercente; la carica pubblica diventa come l’anello unico
del Potere che tenta ogni suo portatore. Il mio tesssoro…
Lasciamo
perdere i politici e le loro poltrone. Torniamo a noi.
La volontà di cambiare è il requisito fondamentale
per il potere di operare il cambiamento stesso. Ogni buon proposito
si regge infatti su una ferma volontà. Iniziale. Non basta però, altrimenti
tutti i nostri propositi sarebbero più efficaci della lampada di Aladino. Ora,
proviamo a ripensarli questi benedetti propositi, in modo diverso.
Anticonformista, se preferite. Sapete cosa manca davvero ai nostri bei propositi?
Un po’ di azione.
Allora,
azione sia. Proviamo a fare. Proviamo a tradurre la volontà in atti concreti,
tangibili. Insomma, anziché decantar propositi, muoviamo proposte. Che possano coinvolgere
gli altri.
Comincio
io: d’altronde, se scrivo e basta, non sarò certo un bell’esempio di azione
concreta…
Muoverò
quattro buone proposte. Partono da me singola, vero, ma sono rivolte a tutti
voi che leggete. Sarò schietta, diretta, seria (e speriamo anche credibile!)
Ecco le
mie buone proposte per il 2013:
1. Propongo
innanzitutto un’inversione di tendenza
generazionale. Mi rivolgo in particolare ai coetanei nati negli anni 80:
ragazzi, se prendiamo tutte le nostre capacità/ esperienze/ conoscenze per
fonderle in progetti collettivi, ne verrà fuori qualcosa di straordinario! Ora,
togliete il se ad inizio frase e
otterrete la prima buona proposta (di massa) dell’anno.
2.
Propongo
una canzone. Rock. Scritta da me. Testo
d’attualità. Già pubblicata in versione rudimental-acustica sul mio blog, in
realtà, ma con l’arrangiamento è un’altra cosa! Ve la farò ascoltare volentieri
qui su uMan 360, prossimamente.
3.
Propongo
una raccolta. Qui ho proprio bisogno
di voi. Avete oggetti culturali vintage (non vecchi, eh? Vintage, che hanno più
appeal) o anche nuovi/ inediti? Libri, fumetti, dischi, riviste, giornali, foto,
quadri, disegni… Sottobicchieri, perché no? Se ne avete da donare, teneteli da
parte. Serviranno per la bottega.
4. Infine, vi proporrei
un’Impresa. In tutti i sensi. Nessun
anello da distruggere ma… Orchi e ostacoli e tentazioni e sacrifici non
mancheranno. A qualcuno interessa un progetto che preveda il diretto investimento
di se stessi e delle proprie idee? C’è qualcuno fra voi che sia semplicemente
curioso, tanto da potersi appassionare ad un progetto abbastanza folle da
sembrare romanzesco? Insomma, c’è qualcuno fra voi che si è stufato di rimaner
impantanato nei buoni propositi e abbia voglia di muovere le sue buone proposte?
Perché il posto a
bordo c’è. Sono seria. Non sono solo parole di facciata. Contattatemi.
Cercatemi. Cercatevi. Cerchiamoci. Insomma, mettiamoci in cerchio, tutti ben equidistanti
dal centro. Così, per formare un anello del Volere. E poi muoversi, partire, in
compagnia. Non per distruggere, ma per creare.
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