oggi è un giorno speciale, compi due anni!
Lo so, lo so, non puoi leggere questa lettera, ma sento comunque il bisogno di scriverla, quasi fosse il mio di compleanno… Perché quella notte sono nata anch'io con te, in un nuovo ruolo che sarà per sempre, quello di mamma.
Ah, quella notte di luna piena. Mi sentivo pronta, eppure nulla andò come l'avevo previsto… La prima grande prova non furono i dolori delle contrazioni, ma l'accettare il cesareo. Dovetti per il tuo bene, anche se non volevo, perché ero impreparata a quell'evenienza che non avevo minimamente preso in considerazione… Ricordo tutto, non si dimentica così come si suole pensare. Ricordo il freddo della sala operatoria, il senso d'impotenza, lo stuolo imponente di infermieri e dottori attorno a me, le braccia bloccate, le parole dolci sussurrate dall'ostetrica per tentare di placare la mia agitazione, la sensazione terribile al momento della tua nascita, suona strano dirlo, che non era dolore vero e proprio ma peggio! Senso di svuotamento, come se ti stessero strappando via da me... E così era, in effetti… Poi ti sentii piangere. Mi tranquillizzò sapere che eri nata e che stavi bene.
E poi, Dio mio, ti ho vista per la prima volta.
Non potevo prenderti, maledette braccia bloccate, ma ti diedi un bacio fugace sulla testolina piena di capelli. Ricordo il mio primo pensiero, nitido, quando ti ho vista: sei bellissima. Se nella vita non mi ero mai veramente sentita all'altezza di niente, cavolo, tu hai spazzato via di colpo qualsiasi senso di insicurezza, qualsiasi presunto fallimento avessi accumulato fino a quel momento.
La mattina successiva fu il tuo papà ad avere l'onore di tenerti per primo, per me fu bello guardarvi.
Che dire, poi, della nostra prima coraggiosa notte insieme... Acconsentii per farti stare con me, anche se non avevo ancora latte da offrirti. Ti giuro che non dormii neanche mezzo secondo, quella notte. Tu avevi fame e piangevi in continuazione. Io affrontai la situazione con quella forza misteriosa che affiora nelle neo-mamme, nonostante i dolori. Quella fu la mia notte di, ehm, tirocinio. E che tirocinio.
Poi il latte arrivò: altri dolori! Non me li aspettavo, meno male che stalkerare le ostetriche fu utile per farmeli passare e, soprattutto, per farmi spiegare come funziona l'allattamento. La mia vicina di letto, lo ricordo bene, dovette rinunciare ad allattare per problemi lavorativi. Così va il mondo, spesso le mamme non sono in condizione di affrontare al meglio il loro ruolo. Io per fortuna riuscii a gestire bene il mio corpo, trasformatosi nel frattempo in latteria ambulante (a proposito: sono talmente incredibili le potenzialità del nostro corpo che i complessi adolescenziali vanno dritti nel dimenticatoio).
Ma devo confessarti, Giulia, la mia più grande difficoltà di quel primo periodo; non le notti in bianco, non la stanchezza, non i chili in più, nemmeno i dolori del cesareo, bensì l'isolamento... Il diradarsi delle amicizie, degli aperitivi, della matita sugli occhi, del buon profumo, del vestito elegante. Non posso mentirti su questo, Giulia, è stata dura. Se ho evitato la famigerata sindrome post-partum lo devo all'aiuto della nostra famiglia. E' stato importante, fondamentale direi, il contributo di nonni e zii. E poi il tuo papà, te l'ho già detto? Hai un papà splendido. Si è dato tanto da fare, ha sopportato tutti i miei sbalzi d'umore senza batter ciglio, si è preso cura di te ogniqualvolta potesse. Sono comunque pronta a scommettere che sono tanti i papà che si danno da fare per aiutare le loro compagne durante il puerperio.
In primavera tornai poi a lavorare, mentre tu entravi al nido. Anche questa è stata una scelta, coi suoi pro e i suoi contro, ma sono contenta del beneficio che ti ha portato, a dispetto dello sforzo economico.
In futuro, Giulia, spero di poter vivere i miei molteplici ruoli nel migliore degli equilibri possibili… perché tu hai diritto ad avere una madre serena. Non si smette di essere donne quando si fanno figli, e si continua a essere donne anche senza diventare madri. In ogni caso bisogna essere forti, reggere l'urto di ogni domanda fuori luogo, come ad esempio quando fate il secondo?; tante volte ci si dimentica di partire dalle domande semplici. Come stai? Hai bisogno di qualcosa? Come ti senti?; una neo-mamma impara il suo ruolo sul momento, le persone a lei vicine dovrebbero supportarla sempre. Giulia, non per tutte è così. Riteniamoci fortunate per ciò che abbiamo avuto dunque, la mamma potrà sempre recuperare le cose cui ha dovuto rinunciare.
Di tutte le scelte che ho fatto nella vita, avere te è stata la scelta più bella. I sacrifici sono evidenti, io e il tuo papà siamo molto più stanchi di prima... Ma anche molto più felici.
Perché la felicità sta nelle piccole cose, ancorché faticose.
I nostri mini-musical la sera nel letto, in attesa del papà.
La tua voracità quando mi vieni in braccio per mangiare quel che sto cercando di mangiare io.
Le tue risate quando io o papà ti riempiamo di baci facendoti il solletico.
Le tue esultanze, i tuoi uao colmi di sincero stupore.
Il tuo venire a curiosare cosa faccio se vado in un'altra stanza, anche in bagno naturalmente.
Le tue paroline, ora quasi frasi.
Piccola bimba boccolosa dagli occhi azzurri, ti voglio un bene infinito.
Tanti auguri amore mio,
la tua mamma scrittrice
Nessun commento:
Posta un commento