È giusto dirlo.
È un mezzo “straordiario”, ma non basta.
Se ci ritroviamo a scrivere le nostre convinzioni limitanti, non riusciremo a fare il salto di qualità. Se ci scriviamo sopra una bella lista di buoni propositi, tanto affascinanti quanto impraticabili, beh, non è che servirà a molto.
La scrittura diaristica è un ottimo punto di partenza per prendere coscienza (non solo dei problemi, anche delle aspirazioni), ma in seguito bisogna fare un passo concreto nella vita reale.
Andando a mettere in discussione la nostra comoda routine.
Come si fa?
Visto che siamo a fine anno, e quindi in odore di buoni propositi, fai così: pensa a una piccola cosa che vorresti migliorare del tuo quotidiano.
Qualcosa di misurabile e di preciso. Non scrivere “fare più sport”: parti proprio da una piccola cosa, ma concreta, che ti tolga per davvero dalla comfort zone. Ad esempio, “fare una passeggiata di dieci minuti per andare nel posto x senza l’auto”. Scrivila, e poi testala.
La tipologia che può aiutarti a rendere pratico questo processo è il diario di sviluppo personale. Se vuoi saperne di più, scrivimi a scopriti@yahoo.com.
Ti interessa l’argomento? Gradiresti un approfondimento?
PS: in questi giorni sta prendendo forma anche una storia a tema. Fra diario e narrativa, ormai, c’è una bella partnership 😉
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