Hai mai immaginato di avere un alter ego?
E come sarebbe? Un supereroe intrepido che si lancia dai grattacieli, un mattacchione stile The Mask, oppure una Mrs Doubtfire dalle buone maniere?
L’alter ego in letteratura (e, a ruota, nel cinema) rappresenta una parte repressa della persona, una sorta di “dark side of the moon” che nessuno vede eppure c’è, e che si manifesta sotto forma ben diversa: ricordi il Dottor Jekyll e Mr Hyde di Robert Louis Stevenson?
La persona indossa una maschera e diventa un altro sé, (s)coprendosi.
E a volte il concetto di maschera è solo metaforico, perché materialmente non c’è nulla a coprire il viso – pensa a Superman – anche se ci sarà un altro oggetto simbolico a ristabilire la prima identità, come il paio di occhiali di Clark Kent.
Nel mio prossimo romanzo, Fuga dall’amore, la protagonista Flavia si crea un alter ego. Di grande successo. Mentre lei nella vita non lo è affatto. E quando si innamorerà, saranno guai.
Manca ancora un po’ all’uscita del libro, ma intanto dimmi: che tipo di alter ego saresti, se te ne creassi uno? Cosa faresti, se indossassi una maschera e una nuova identità?
--- Nelle foto sono in uno dei luoghi cruciali del romanzo, il Cortile del Maglio a Torino ---
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