Domenica sera da Fazio s'è parlato di un tema molto d'attualità, lo IUS SOLI.
Ovvero, il diritto alla cittadinanza italiana per chi nasce sul suolo italiano.
Si parla di un milione di ragazzi nati in Italia da genitori stranieri e quindi non considerati italiani, secondo quanto dettato dallo IUS SANGUINIS, per il quale almeno uno dei due genitori dev'essere italiano affinché la prole abbia diritto alla cittadinanza. In sé, la questione si ridurrebbe a favorevoli e contrari, ma c'è un problema che va oltre l'orientamento politico: questi ragazzi sono italiani quanto me. Sono nati e cresciuti qui, parlano non solo l'italiano, ma pure il dialetto delle regioni d'appartenenza... Del loro Paese d'origine, o meglio, del Paese d'origine dei genitori, ne sanno poco, alcuni non ci sono mai nemmeno stati (figurarsi che trauma se dovessero ritornarvi perché espulsi), e comunque appartengono all'Italia. E ora si trovano in una situazione paradossale per colpa di una macchina burocratica che impiega anni a rispondere loro, quando viene inoltrata la domanda per la cittadinanza...
Non è comunque una questione ideologica: non mi pare che gli Stati Uniti abbiano ignorato il fenomeno migratorio impedendo ai propri nuovi cittadini di acquisire la cittadinanza... Si tratta di un milione di giovani, un serbatoio di talenti che non si può proprio ignorare!
Il Governo deve occuparsi di questa questione, dopo aver sbrogliato quelle prioritarie (abbiamo un tasso di disoccupazione che fa paura) perché semplicemente conviene a tutti. Riconoscere a questi giovani la cittadinanza significa dar loro speranza. I leghisti dovranno farsene una ragione. Il Balotelli con l'accento bresciano è un qualcosa che bisogna accettare con positività. D'altronde, quando Mario segna per la Nazionale mi pare che nessuno osi fischiarlo. Ecco, ne abbiamo un milione di Balotelli, sparsi per la penisola, col loro parlar romagnolo, piemontese, napoletano. Non tutti potranno essere calciatori e guadagnare milioni di euro. Ma fra loro ci sono potenziali ricercatori, dottori, professori, lavoratori. Ministri. Che ne vogliamo fare?!
Del video qui sotto, con l'intervento di Saviano, vi inviterei a guardare dal minuto 8, e di soffermarvi sulle testimonianze dei tre ragazzi negli ultimi 5 minuti. Dà secondo me un'idea della questione.
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