Spazio recensioni- Il censimento dei radical chic

Oggi inauguro la quarta rubrica del blog, lo spazio recensioni. Ho deciso di iniziare con un libro, letto di recente. Attenzione però: non intendo competere con i vari bookblogger che recensiscono libri a raffica, poiché vorrei sentirmi libera di recensire diverse espressioni artistiche (libri, film, album...) seguendo il mio stile. L'obiettivo è quello di valorizzare ciò di cui vado parlando - un po' come la rubrica del lunedì. Buona lettura!


“Ma sì, prendete quel dizionario, come si chiama, dei sinonimi e dei contrari, e per ogni significato scegliete un solo termine, il più facile; dopodiché aprite un dizionario normale e cancellate ogni parola anche vagamente difficile, senza pietà, non voglio più vocaboli tecnici astratti!”
“Ma ‘astratto’ è un vocabolo astratto!” 

Il censimento dei radical chic, di Giacomo Papi, 2019
Edito da Feltrinelli    


La cultura che diventa un vizio. Gli intellettuali la categoria da odiare. E i libri prove di colpevolezza. Il censimento dei radical chic è una lettura tremendamente e ironicamente attuale, sconvolgente per la sua verosimiglianza con l'Italia odierna. Abbiamo un Primo Ministro dell'Interno che manipola a suo piacimento un popolo grezzo, frustrato e ignorante cui viene consegnata una nuova grammatica semplificata per sentirsi meno incapace. Lo scenario disegnato dall'autore è dei più spaventevoli, dunque: un popolo anestetizzato dalla propaganda e castrato nella capacità di pensiero non può che diventare un popolino manovrabile a piacimento. Benché il libro abbia forti richiami orwelliani e distopici in generale, la narrazione si svolge nel nostro tempo, nel nostro Paese, insomma: ci appartiene. E per questo spaventa!
L'autore possiede inoltre uno stile molto innovativo, basti pensare alla gestione delle parole vietate e sconsigliate su cui poggia tutta la narrazione: le troverete infatti depennate, con tanto di motivazione a fondo pagina.
Il censimento del titolo non è altro che un'azione governativa messa in atto per tutelare gli intellettuali, allo scopo di garantirne la sicurezza dopo che uno di loro è stato massacrato per aver citato Spinoza in un programma televisivo per famiglie. Leggere diventa sempre più un atto proibito - o rivoluzionario - mentre il popolo italiano scivola sempre più verso la mediocrità, accettando come cosa buona una semplificazione della loro lingua. Sul finale, poi, sembra che l'autore voglia mostrarci due possibili strade: la carta bruciata e le parole proibite imparate a memoria (con fortissimi richiami a Fahrenheit 451) per custodirle. Un finale dunque aperto, secondo la mia modesta interpretazione, aperto apposta perché il lettore possa riflettervi sopra. 
Tuttavia in quest'opera non sono riusciti benissimo i personaggi, troppo remissivi, a partire dalla protagonista Olivia. Sono dell'idea che un romanzo debba avere dei personaggi forti, profondi, che possono anche essere un disastro, a patto che evolvano e crescano fra le pagine... Altrimenti il rischio per il lettore è quello di sentirsi smarrito. Viene meno la speranza. Credo però che questa remissività fosse un preciso intento dell'autore (troppo abile per trascurarli così!) per metterci un po' spalle al muro col finale, di cui ho parlato poc'anzi. 
In conclusione Il censimento dei radical chic è un libro che si divora facilmente, per il suo stile inedito e irriverente. Andrebbe letto nelle scuole al pari di Manzoni e Dante. Perché ci riguarda, è del nostro tempo che si parla, in modo terribilmente verosimile.


Narrazione (coinvolgimento e svolgimento della trama) OK!
Linguaggio (grammatica, sintassi, ricchezza del lessico) SUPER!
Stile/ originalità (quanto l'autore sia riuscito a distinguersi) SUPER!
Personaggi (loro evoluzione, caratterizzazione, dialoghi) ACCETTABILI
Copertina e quarta di copertina (presentazione esteriore del libro) OK!


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