Spazio recensioni- La vita attesa


La vita attesa, di Gino Pitaro, 2019 
Edito da Golem Edizioni   

La vita attesa e altre storie/
libreria Belgravia, Torino

Non sono una book blogger, eppure recensire mi piace un sacco. Finalmente ho trovato il tempo di recensire La vita attesa - di cui avevo già parlato su Instagram - ma lo faccio con un valore aggiunto: sono stata alla presentazione e ho incontrato l'autore.

Di Pitaro avevo già letto in precedenza Benzine e Babelfish, ma l'impressione è che con La vita attesa l'autore abbia compiuto un ulteriore salto di qualità per coinvolgimento e profondità dei personaggi.
Ambientato negli anni 90, il libro rievoca fin da subito nostalgia, attraverso stralci di testi di canzoni, modi di fare e di muoversi oggigiorno ormai in disuso- che siamo sempre coi cellulari in mano. La prima parte del libro si fa apprezzare soprattutto per questo effetto nostalgia: vale la pena di leggerla anche solo per la bellezza della parola autoscatto, in un romanzo ambientato tempo addietro rispetto alla moda nostrana dei selfie compulsivi.
Non voglio anticipare nulla sulla trama, ma questa è soprattutto una storia di amicizia. Gianni e Federico sono i classici amici storici destinati a prendere strade diverse; ciò che è davvero interessante è il loro legame, anche quando questo comincia a essere latente, perché ci fa pensare a quanti amici abbiamo perso nel corso degli anni, senza tuttavia averli persi del tutto fintanto che rivivono piacevolmente nei nostri ricordi. 
Anche i personaggi minori funzionano a meraviglia, anzi, forse avrebbero meritato maggior spazio (ma nell’economia della trama viene un momento in cui l’autore deve sacrificarli con le rispettive sotto-trame). Tuttavia è nella seconda parte che il romanzo decolla definitivamente, prendendo il lettore e ‘costringendolo’ a rimanere attaccato alle pagine: la piega poliziesca è molto coinvolgente pur nella sua prevedibilità (se non volete troppi spoiler non leggete la quarta di copertina!).
La vita attesa è dunque un romanzo godibile e coinvolgente, ma soprattutto scritto bene, cosa che purtroppo non è da dare per scontata nella narrativa contemporanea. Pitaro ha buona padronanza del lessico, cosa che gli permette di particolareggiare le descrizioni curando al contempo la trama. Bravo, insomma, sia nella forma che nella sostanza. Da notare infatti come l’autore alterni il punto di vista di Gianni al narratore esterno, senza disorientare il lettore.
Infine, è apprezzabile che fra tutti i contesti storici drammatici che fanno da sfondo sia stato inserito un avvenimento più leggero come la storica partita Juve-Ajax del 96.
A me è piaciuto. Ho avuto poi la fortuna di assistere alla presentazione, il che mi ha permesso di conoscere anche il "dietro le quinte" della stesura. Inoltre ho potuto scoprire la libreria Belgravia, un luogo spazioso e accogliente, cosa volere di più? 


Narrazione (coinvolgimento e svolgimento della trama) OK
Linguaggio (grammatica, sintassi, ricchezza del lessico) SUPER!
Stile/ originalità (quanto l'autore sia riuscito a distinguersi) OK
  Personaggi (loro evoluzione, caratterizzazione, dialoghi) SUPER!
  Copertina e quarta di copertina (presentazione esteriore del libro) OK
La dedica dell'autore!

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