LEGGERE QUALSIASI COSA

 LEGGERE QUALSIASI COSA

Preparando il post, mi sono resa conto che questo diritto è più controverso di quanto ci si aspetti. Vediamo perché.


In sintesi dice che possiamo leggere quel che ci pare.

Attenzione, però…


Pennac distingue fra “buoni” e “cattivi” romanzi, con le dovute virgolette, per separare la letteratura industriale dalla letteratura… elevata. Inutile girarci attorno: certi libri sono più accessibili di altri, e quindi più confortevoli.


La vera sfida per il lettore, dunque, è decidere a un certo punto di “salire a prendere una boccata d’aria” avvicinando Tolstoj, Balzac, Svevo, chiudendo la porta in faccia ai bestseller.


Non c’è niente di male a leggere libri commerciali, anzi, credo che nella vita da lettori occorra una giusta via di mezzo, concedendosi anche un po’ di leggerezza.


È un diritto, questo, potenzialmente propedeutico, che può aiutare a compiere il salto di qualità in ogni momento e che al tempo stesso ci concede il conforto di un libro già letto o dallo stile semplice.


Ricordo che da ragazzina leggevo solo fumetti. Non sarà stata grande letteratura, eppure quelle storie con le nuvolette mi hanno ‘svezzata’. Forse per certi tomi non mi sentivo all’altezza. Finché non è arrivato l’incontro col libro giusto, che mi ha poi avvicinato a tutti gli altri, al di là delle imposizioni scolastiche.


E ora dimmi… Tu leggi di tutto?

Leggere qualsiasi cosa lo si può interpretare anche al contrario, cioè concedendosi i grandi classici?

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