IL DIRITTO DI LEGGERE A VOCE ALTA

LEGGERE A VOCE ALTA


“L’uomo che legge a viva voce si espone completamente agli occhi che lo ascoltano”


C’è un senso di meraviglia, nella lettura ad alta voce.

Anche se nei luoghi di lettura in genere si impone il silenzio per non disturbare, e noi stessi siamo soliti leggere assorti nel silenzio, Pennac sottolinea con vigore l’importanza di questa pratica.


Leggere a voce alta è come recitare un testo, in un gesto altamente inclusivo: che ne sarebbe dei bimbi in età prescolare, o degli anziani che hanno difficoltà a vedere, altrimenti?


Questo nono diritto è quello a mio parere più sociale di tutti: se ami i libri, aiuta anche gli altri a scoprirne la magia! Scandendo le parole di una poesia di Alda Merini, o uno dei racconti di “Marcovaldo” di Calvino, oppure una fiaba classica di Apuleio… Condividere la lettura usando la propria voce è un atto educativo e divulgativo di grande impatto.


Ma si può coltivare la lettura ad alta voce anche in solitudine (pare che Dostoevskij scrivesse pure a voce alta). Ci sono tante declinazioni possibili: si può ascoltare un audiolibro, un monologo teatrale, si può partecipare a una presentazione…


Quando ho letto al pubblico degli estratti dei miei libri, li ho sentiti vibrare. Lì il senso di meraviglia l’ho sentito eccome!


Ti capita di leggere ad alta voce? Cosa ti suscita, invece, ascoltare un testo letto a voce alta?

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