IL DIRITTO DI TACERE

 


IL DIRITTO DI TACERE


“Le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere. E nessuno è autorizzato a chiederci conto di questa intimità.”

 

Il celebre decalogo dei Diritti del lettore si chiude con questo diritto che è un invito a una non-azione.


Fin dai tempi della scuola siamo abituati a dire qualcosa su quanto letto: dalla scheda libro alla recensione sui social, fino al più semplice parere… Eppure Pennac ci ricorda che, dopo aver finito di leggere un’opera, possiamo avvalerci del diritto di tacere.


Possiamo non avere qualcosa da dire.

Non dimostrare a tutti i costi di aver capito quanto si è letto.

Non accelerare i tempi di “digestione” di un libro.

Possiamo, insomma, tenerci per noi le nostre intime sensazioni.


Questo decimo diritto è prezioso perché ci ricorda che non siamo tenuti a rendere conto per forza di quanto letto, compreso, interpretato.

Tacere è un diritto di cui dovremmo avvalerci senza problemi né sensi di colpa.


Il decalogo è finito, ma io ho preparato un ultimo approfondimento (lunedì prossimo) con cui chiuderò questa rubrica dalla quale ho imparato moltissimo, soprattutto grazie ai vostri preziosi interventi.


Quanto senti tuo il diritto di tacere?

C’è un libro che ti ha lasciato senza parole?

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