Luoghi romantici nella città del Salone

 

La Fontana dei Dodici Mesi

Questa è la settimana del Salone del Libro.

Dal momento che L’amore provvede non sarà presentato alla fiera, ho pensato a un post che potesse contenere sia il romanzo che il Salone...

E in comune hanno Torino. Pronti per fare un breve tour?

Nel libro Chiara e Marcello passeggiano per il Valentino, il parco più rinomato della città; nel Giardino Roccioso, pieno di sculture e scoiattoli e scorciatoie, si soffermano alla celebre scultura dei Lampioni Innamorati su cui i due poggeranno le mani per ‘vederla’ meglio.

Nel capitolo successivo, i due si rivedranno di nuovo al Valentino, questa volta puntando verso la Fontana dei Dodici Mesi; da lì risaliranno la vicina uscita per sostare poi sul ponte Isabella.

È qui che si svolge la scena più importante del libro, con tanto di pioggia; dal ponte c’è una vista da cartolina sul fiume Po, con la Mole sullo sfondo e verde e colline tutt’intorno.

Nel romanzo cito anche il ponte Vittorio Emanuele I, che congiunge piazza Vittorio Veneto alla Chiesa della Gran Madre, con le colline sullo sfondo. Un panorama stupendo da ogni angolazione, in assenza di nuvole.

Torino ha da offrire tanto, oltre ai noti musei e monumenti; fra le chiese, nel libro cito quella di San Bernardino, che affaccia sulla pedonale via Di Nanni.

Sono diversi i quartieri della città che fungono da ambientazione alla vicenda; dal quartiere Crocetta, dove risiedono Chiara e Danielle Enister, al quartiere Vanchiglia, casa di Marcello e dei suoi amici. Sono inoltre citati Aurora e Borgo San Paolo. 

L’Eroma, il locale - fulcro del romanzo, è invece di fantasia; però l’ho immaginato vicino ai giardini Cavour, altro luogo ideale per una passeggiata romantica o per una sosta di ristoro.

Nell’atto II descrivo invece la stupenda basilica di Superga (sabato scorso ricorreva l’anniversario del Grande Torino, fra l’altro) e un locale rinomato la cui vista dà sul mercato del quartiere Crocetta.

Andrai a Torino per il Salone? Ti concederai una visita per la città e i suoi romantici luoghi?

Vista dal Ponte Isabella

Come costruire una biblioteca a costo zero

Oggi il blog compie 12 anni, ma desidero proporre questo post per ricalcare l'idea alla base di FaReSol: ispirare, incoraggiare un bel progetto facendo scoccare qualche piccola scintilla da qualche parte. Dentro di te. Buona lettura 

Ecco un post “tutorial” su come costruire una piccola biblioteca a costo zero!

Il mio riferimento diretto è la biblioteca in RSA che sto pian piano sistemando.

Ho pensato di lasciare qualche spunto per iniziare o perfezionare una piccola biblioteca nel tuo condominio/ ufficio/ classe/ bar… ovunque.

Ti piacerebbe allestire un angolino di libri in un luogo per te importante, senza bisogno di investire denaro?

Eccoti allora 5 pratici suggerimenti (più uno bonus):

1. Sensibilizza e osa chiedere. Informa le persone del progetto, provando a coinvolgerle. Fai una lista dei libri che vorresti nello scaffale e diffondila.

2. Lavora sulle risorse preesistenti, se ce ne sono già. Riordinarle con criterio aiuterà gli utenti a orientarsi meglio.

3. Cura i dettagli. Uno scaffale curato e colorato attirerà più facilmente potenziali lettori. Qualche decorazione a tema, un verso poetico a caratteri grandi, segnalibri a disposizione di tutti…

4. Dai il buon esempio: utilizza tu per primo la biblioteca. Usufruire del servizio accenderà il tuo entusiasmo di lettore!

5. Sii paziente. Un progetto del genere, pur piccolo, non attecchirà dall’oggi al domani. Accogli i risultati che arriveranno, e sii pronto a rimodellare tutto se quel tutto non funziona.

Suggerimento bonus. Un evento potrebbe aiutare ad accendere l’entusiasmo collettivo: magari una sorta di inaugurazione, un ospite speciale che si presti a sostegno del progetto, una gara poetica, una lettura ad alta voce, una scenetta teatrale… Insomma, spazio alla fantasia!

Trovi utili queste indicazioni? C’è un posto (azienda, associazione…) dove ti piacerebbe portare i libri?

Il fascino di scrivere lettere

Chi di voi scrive (e/o riceve) ancora lettere a mano?

So che può sembrare anacronistico, ma credo che la cara vecchia lettera abbia ancora un suo fascino, oltre che una preziosa funzione che nessun messaggino istantaneo potrà mai eguagliare.

La lettera ci consente di svelarci all’altro, un altro ben selezionato verso cui scegliamo di aprirci, magari inaugurando una relazione epistolare utile a entrambi per co-indagare reciproci sentimenti, aspirazioni, malesseri.

Da adolescente ne scrivevo tante di lettere, uscendo così dalla dimensione individuale del diario per aprirmi agli altri. Il potere di queste due pratiche insieme è immenso!

Piccola curiosità a tema: nel mio primo romanzo Damazerico” feci partire la vicenda proprio da una misteriosa lettera, grazie alla quale i personaggi protagonisti riescono a riunirsi... in un’ambientazione distopica in cui nessuno le scrive più, ovviamente.

Sono curiosa di conoscere le vostre esperienze: le scrivevate, le scrivete ancora? Ma, soprattutto, che emozioni vi portano le lettere, sia scritte che ricevute? Vi aspetto nei commenti

Un laboratorio tira l'altro

Attraversare il ponte, incontro di venerdì 5/4
 

UN LABORATORIO TIRA L’ALTRO

Venerdì ho ‘varato’ il laboratorio Attraversare il ponte, dedicato ai valori e ai processi decisionali.

Nelle prime chiacchiere, le partecipanti mi hanno raccontato che nel frattempo hanno coltivato la pratica del diario dal precedente incontro, pur non tutti i giorni. Che meraviglia vedere i loro quadernoni belli pieni di inchiostro!

Da Il diario provvede ad Attraversare il ponte, però, è stato un bel salto.

Valori e processi decisionali sono roba tosta, ma la condivisione in gruppo è stata ancora più fluida e spontanea.

Il testo di riferimento 86400 è stato impeccabile. Dice bene Mazzucchelli, nel libro, quando afferma che i valori siano il sistema operativo più importante e sottovalutato che esista!

Conoscere i propri valori significa conoscere a fondo sé stessi, tappa fondamentale per riuscire a orientarsi nel delicato momento delle scelte.

È difficile, lo so, ma il diario è lì a nostra disposizione, sempre, come sostegno e specchio interiore.

Vorrei concludere la primavera con una replica di questo incontro, per dare ad altre persone la possibilità di lavorare sulla propria interiorità. E andare poi oltre. Che un laboratorio tira l’altro.

Questo percorso sta prendendo forma in maniera inaspettata, anche se sto cercando di curarlo un passo alla volta. Senza fretta. Ecco perché il pezzo successivo (che virerà verso i nostri sogni…) si farà attendere. 

A conclusione di ogni incontro lascio ai partecipanti una dispensa, che contiene i riferimenti teorici più importanti dell'incontro stesso, ma non solo; le parti finali di questo materiali (bibliografia, breve filmografia e playlist di canzoni) sono piaciute molto! Io mi sono divertita a comporle, e pure sbizzarrita, anche se dietro c’è comunque un discreto lavoro che rende il materiale assai originale.

A cosa ricorri quando devi prendere una decisione? Ti affidi ai tuoi valori, ai tuoi diari, ai tuoi cari, o all’istinto? Oppure vai nel panico? In ogni caso, se il laboratorio ti incuriosisce, scrivimi!


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