Ciao Sandro

L'ultima volta che l'ho visto se ne stava appoggiato alla ringhiera del suo balcone, pacifico, appostato lì in cima come a monitorare la situazione. "Ciao Sandro". Lui ricambia il saluto, con un sorriso.
Alessandro, per tutti Sandro, aveva 65 anni. Lo vedevo spesso occupato a fare. In genere pulizie, servizi, favori per qualcuno in difficoltà. Ad ogni Estate Ragazzi stazionava sempre col suo inseparabile fischietto. Era una sorta di jolly onnipresente, dedito alle sue mansioni di volontario come nessun altro: e fai attraversare tutti i bambini e blocca le auto, e vai a recuperare la seconda elementare sparsa per la piscina, e fai il servizio di portineria, e vai ad aprire il bar che c'è una coda interminabile di golosoni... Riguardo vecchie fotografie e lo ritrovo sovente, agli angoli dell'inquadratura, impegnato a supervisionare. Ma guai se si arrabbiava, quel fischietto era una bomba acustica assordante!
Sandro se n'è andato, colpito da un infarto bruciante e impietoso, in un tardo pomeriggio di inizio settembre; una domenica che sembrava luminosa, fino al momento in cui il suo cuore ha cessato di battere. Inspiegabile per tutti, credenti e non credenti. Provi a realizzare o almeno a capire ma è perfettamente inutile.
Ricordo, una volta lo incontrai per caso e per caso lui riuscì a spiegarmi la storia della sua famiglia partendo da un semplice come stai. Era fatto così Sandro, parlava e sviscerava e ritritava qualsiasi argomento...
Un paio di notti fa ho fatto un sogno. C'era lui con la sua famiglia, c'ero io con la mia, e altre persone di San Giak, la nostra mitica parrocchia. Ebbene, ci troviamo in alta montagna, ad una specie di festa che però dobbiamo presto abbandonare perché si è fatto tardi. E buio. Dunque ci incamminiamo insieme per scendere attraverso il sentiero, avvolto nell'oscurità. Non è facile da percorrere ma qualcuno mi fa notare le copiose stelle sopra di noi; mi fermo a guardarle, formano disegni bellissimi, anzi, costellazioni! Accidenti... Mi son fermata e quasi rischio di perdere il passo... è buio pesto e non posso restare indietro. Mi rimetto in cammino ma improvvisamente la luce del giorno scalza il buio. Sono incredula, c'è già la luce?! Proseguiamo senza più difficoltà, il sole illumina la nostra strada, fino a destinazione: una grande stanza piena di gente in festa, altra gente di San Giak. Che buffo sogno, ma che vorrà mai dire? Ho pensato subito. Poi ho capito. Dopo.
Sandro vive e vivrà nei nostri ricordi dei capodanni insieme e delle gite, della festa in strada con la gara di corsa, degli spettacoli di fine anno, delle chiacchierate collettive a fine Messa e al bar, dopo che mi aveva servito caramelle in quantità. Sandro vive e vivrà soprattutto nelle sue figlie, che fra l'altro hanno avuto il merito di avermi illuminato in un momento di smarrimento assai recente. Buon sangue non mente, direi. Sono straordinarie e nemmeno lo sanno. Ma. Adesso è dura, lo dicono i fiumi di lacrime. La prova è di quelle difficilissime, come sempre quando sopraggiunge la morte e per giunta in maniera così improvvisa. E' dura per sua moglie e per tutti i suoi familiari, ma ce la faranno. Li ho visti, li ho guardati bene: erano già forti prima, ora diverranno una famiglia di invincibili. E sono certa che, nei momenti di difficoltà, se si fermeranno ad ascoltare con attenzione, avvertiranno un suono che li farà rialzare. Il suono d'un fischietto.
Ciao Sandro.

1 commento:

  1. In Chiesa stamane c'ero anch'io.
    Mi viene in mente una frase: Non esistono persone sole, ma solo persone che hanno accanto qualcuno che non c'e piu'.

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