Spirito Paralimpico

Sipario londinese di nuovo su, per le Paralimpiadi.

L'Italia sta andando molto bene, gli atleti di punta non hanno fallito e ci sono state anche delle belle sorprese... L'Italnuoto ha trovato il suo fenomeno, Cecilia Camellini, capace di vincere due ori e un bronzo. Il grande Alex Zanardi ha vinto l'oro nell'handbike cronometro, alla veneranda età di 45 anni. La Minetti (Annalisa s'intende...) smessi i panni di aspirante Miss Italia e di cantante sanremese è diventata un'atleta mezzofondista e ha acciuffato un bronzo incredibile. Assunta Legnante, già atleta normodotata prima di perdere la vista, ha stravinto nel lancio del peso. E poi, tanti altri trionfi azzurri per un bottino che cresce...

Beh, è lecito farsi alcune domande sul movimento paralimpico. Al bando, tanto per cominciare, pietismi e ipocrisie. Tralasciando la celebrità Oscar Pistorius (già nel mondo dei normodotati, però se non vince la gara paralimpica si infuria) è bene parlare di questi atleti- perché sono atleti a tutti gli effetti- e del loro grande spirito; nuotano e corrono e saltano e tirano senza braccia o senza gambe o senza vista. Non si sono arresi alla vita ma l'hanno anzi degnamente onorata.
Oggi tendiamo ancora troppo a vedere nelle persone diversamente abili la loro disabilità e basta; sapete in quante cose sono incapace io? Eppure sono normodotata... Mi viene in mente che troppo spesso noi pensiamo e ci concentriamo troppo su ciò che non abbiamo. Alex Zanardi si reputa un fortunato, uno che ha avuto tanto dalla vita. Proprio lui dice questo. Come la famosa ballerina Simona Atzori, che definì Dio un pittore perfetto, un pittore che scelse di disegnarla così, senza braccia. I normali le propinano un handicap e poi si stupiscono se lei utilizza le gambe come fossero braccia.

Ora, consideriamo la Paralimpiadi. Belle, certo, ma. Se davvero vogliamo raggiungere l'integrazione, quella vera, bisogna integrarsi sul serio. Mischiarsi. In futuro dovremmo andare oltre. Fondere le Paralimpiadi con le Olimpiadi e renderle una cosa sola. Dare a tutte le gare lo stesso valore. Perché la canoa è una specialità olimpica e non lo può essere l'handbike? Certo, occorrerebbe un lavoro organizzativo impressionante, ma niente di impossibile suppongo; di tecnologie e di cervelli buoni ce ne sono.
Un tempo nemmeno le donne atlete- quelle poche che esistevano- erano così ben viste, per non parlare degli atleti neri. Appunto. Tanto vale allora provare a buttarle giù tutte, queste barriere. Lo sport è una bellissima favola da condividere tutti insieme. Nel pieno dello spirito (para)olimpico.

Nessun commento:

Posta un commento

Post in evidenza

I BUONI PROPOSITI DEL LETTORE

Vorrei cominciare questo nuovo anno condividendo i buoni propositi... del lettore. Molte persone, infatti, mettono fra i buoni propositi qu...