Incontro o scontro

Sta succedendo un po' di tutto in Italia. Anzi, in Europa.
Nel nostro Paese un'altra discutibile legge è stata approvata tacitamente, in Senato, per mezzo di voto segreto. Già qui, qualcosa non torna. Segreto non fa rima con democrazia. E difatti questa legge, indegna di una democrazia, castigherà tutti i giornalisti 'cattivi': galera per chi diffama (sulla scia del caso Sallusti). Qual modo migliore per spaventare e imbavagliare ancora di più la stampa? E mentre la Lega promotrice di tale legge minimizza, da Strasburgo arrivano le critiche del commissario dei Diritti Umani. Guarda caso.

La giornata di oggi, quella del primo sciopero europeo, è stata contrassegnata da furiose e inaccettabili immagini di manganellate e sangue. Ci risiamo. Scontro divise- studenti. Come se già non bastasse la guerriglia ormai ordinaria in Val Susa. Se non è scontro non siamo contenti. Verbale, fisico, ideologico, comunque sempre violento. Chissà se le autorità si interrogano sul serio sul perché la gente protesti... In tutta Europa, oggi. Non sarà forse per i danni sociali che la crisi economica continua a mietere, mettendo in ginocchio imprenditori, operai, disoccupati, laureati con lode?

Penso ai dipendenti della FNAC e a tutti coloro che rischiano il posto di lavoro. Penso agli artisti che scrivono, cantano, recitano per professione in un Paese che li snobba. Penso alla mia generazione segregata in un call center. Penso ai piccoli imprenditori oppressi dai debiti. Penso agli italiani che diventano più poveri degli immigrati, che ritrovano poi in coda alla mensa della Caritas...
Le scuole cadono a pezzi, i paesi vengono travolti appena piove un po' più copiosamente, le fabbriche e i negozi chiudono. I debiti s'accumulano. A volte per beni di cui non abbiamo bisogno. E' la società degli stage, dei debiti, dei furti. Persone a pezzi, valori a pezzi, cultura a pezzi. E questo sarebbe il punto d'arrivo del capitalismo? V'era tutto questo nel modello ideale degli economisti, quando predicavano la crescita illimitata?

E' tempo di scegliere. Scegliere se continuare a tenere in vita un modello che, giusto o sbagliato, sta causando questi drammi sociali, oppure se intraprendere una nuova strada, magari rischiosa, ma che metta al centro le persone. Non aspettiamoci nulla dai politici, s'è visto cosa interessa loro... Perciò, lasciamoli con le loro auto blu e i loro vitalizi. Noi, preoccupiamoci del futuro. Spazio alle idee.
Ho deciso che porterò avanti la mia idea, che in realtà non è più soltanto mia, appartiene già a più persone. Fra non molto la racconterò, dato che si tratta di un'idea recente che punta proprio alla partecipazione collettiva. Possiamo essere produttori, non solo consumatori. Produttori in tutti i sensi. A partire dalle idee, potremmo proporre le nostre. Spazio alle idee. Spazio alle idee comuni. Uniamo le forze, incontriamoci, scontrarci suona come un'istinto di sopravvivenza, mentre per (ri)costruire il futuro bisogna tornare a vivere!
E' tempo di scegliere. Se preferire lo scontro, rude istinto individualista di sopravvivenza, oppure l'incontro, trama interpersonale assai impegnativa, ma mille volte più interessante.

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