“Chi coltiva la bellezza non userà mai
la violenza. È così: se coltivate l’arte, la musica, la poesia, il rapporto con
l’altro, la bellezza del vostro corpo, l’eleganza della vostra persona, avrete
anche la cultura della vostra anima.” Don Tonino Bello
Dimentichiamo per un attimo la crisi.
Scordiamoci del precariato, della disoccupazione, della retribuzione magra,
della pensione lontana. Lasciamo perdere i problemi sul lavoro, i conti che non
tornano, i debiti, le visite di controllo, il traffico e lo smog. Abbandoniamo
per un momento attacchi di vittimismo, lamentele varie di natura sentimentale o
professionale. Lasciamo tutta questa matassa di problemi e concentriamoci
sull’essenziale. Noi.
Chi siamo, intanto? E cosa vogliamo?
Intendo dire: cosa vogliamo davvero? Perché dire di volere il lavoro fisso o
uno stipendio soddisfacente indurrebbe ad un’altra domanda radicale: una volta
avuto lavoro e stipendio soddisfacenti, a cosa ci servirebbero? A star
tranquilli, a pagar le bollette, a non avere affanni… E poi? Tutto lì?
Domandarsi radicalmente chi siamo e cosa
vogliamo fare di questo tempo tanto prezioso quanto fuggente è fondamentale. E
scomodo. Sconvolgente. Perché accumulare cartamoneta non ci renderà più felici:
il denaro è (almeno tecnicamente) un mezzo e non un fine; una lussuosa casa vuota
è pur sempre una casa vuota. Ammucchiare cose non è il motivo per cui siamo
quaggiù.
Ho imparato a mie spese che la citazione
d’apertura è dannatamente vera, che la bellezza è specchio di ciò che portiamo
dentro. Perché non sappiamo quanto tempo avremo a disposizione. Nel dubbio,
meglio usarlo bene. E porsi come belle persone. Belle in tutti i sensi. Solari,
con la cura di sé attraverso sorrisi spontanei e non forzati, buoni abiti – no
non c’è bisogno che siano firmati! – eleganti e presentabili. Con un po’ di
stile, insomma: un uomo per essere affascinante mica deve avere lo smoking, a
volte basta uno sguardo a renderlo interessante (ragazzi, prendete appunti). E
un sorriso ad accompagnare non guasta mai.
Una vita soddisfacente deriva dalla
nostra capacità di cercare questa bellezza, e per farlo bisogna essere curiosi,
interessati, iperattivi, come i bambini: dipingere, costruire modellini, fare
il pane in casa, chiacchierare con la vicina di casa, aprirsi a nuovi incontri,
prendere lezioni di chitarra, darsi al giardinaggio, fare un gioco di società
con gli amici, imparare una nuova lingua… E se proprio non si può fare a meno della
violenza, beh, in tal caso iscriversi subito ad un corso di arti marziali.
Non smettere di cercare la bellezza,
dunque. È l’unico modo per evitare di massacrarci. Trovare il bello in sé, negli
altri, nella natura, respirare idee e cose nuove non può che allontanare dal
pensiero bellico. È un po’ come vedere il bicchiere mezzo pieno. Tramutare
l’odio verso una persona (o un popolo, un’etnia, una tifoseria…) in pura
curiosità: conoscere e confrontarsi con questa entità diversa, guadagnarsi il
rispetto e la stima attraverso ascolto e disponibilità. Rudimentali regole di
cooperazione: essere un po’ meno ego(o etno)centrici. Conviene a tutti, poiché
l’unione fa la forza, oltre che la differenza; chi è bello – dentro, fuori,
intorno – non fa la guerra. Non ne ha bisogno. Il potere della cultura…
Perché là fuori il mondo è meglio di
quanto si creda. Non c’è solo male. Il male viene soltanto amplificato molto
più del resto, perché fa notizia. E, a meno che non si compia l’impresa del
secolo, tutto il resto viene ignorato dai media. Tutto ciò che funziona, tutto
ciò che è bello. Per godere di questo bello bisogna muoversi e andarselo a
vedere di persona. E per questo non serve un viaggio intorno al mondo, basta molto
meno: passeggiare di più; conversare di più; incuriosirsi e appassionarsi di
più. Certo, occorre almeno alzarsi dalla poltrona. Eppure, uscire e camminare
accompagnati da un roseo tramonto è già un fantastico modo per trovar pace e
bellezza in una giornata altrimenti monotona.
Non è importante stabilire se i media
raccontano il vero o il falso, probabilmente mostrano una proiezione della
realtà; ciò che davvero conta è che quel che vediamo e sentiamo e proviamo
sulla nostra pelle è indubbiamente autentico.
http://www.uman360.it/chi-e-bello-non-fa-la-guerra/
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