Filare a votare!


Tempo di elezioni.
Immagino molti di voi siano alquanto disgustati dalla politica, dai politici, dalla politica dei politici, al punto da non voler votare per nessuno. Certo, collocare le elezioni in pieno inverno (con la neve in agguato) può scoraggiare parecchie persone già poco entusiaste o magari semplicemente indecise, aumentando il fenomeno dell’astensionismo.
Il problema, cari connazionali, è che non ce lo possiamo permettere. Di sbattercene. La politica ci riguarda eccome. Se non ce ne interessiamo, ne subiremo comunque le conseguenze.
Leggevo quanto sosteneva Oliviero lunedì, su uMan 360: concordo con lui. Andate a votare! Quello che vi pare, ma votate! Che il voto non è utile, ma sacrosanto diritto! Questo Paese ha bisogno di un governo, e tutte le cose di cui ci lamentiamo (corruzione, Porcellum, lavoro, tasse...) non potranno mai essere modificate senza un Parlamento vero rappresentante del Popolo! Tutti alle urne, per questo anomalo invernale conclave popolare. Tutti a votare, anche se non è primavera. Coprirsi bene, nonni e nonne, c’è bisogno anche del vostro voto. Che il futuro dei vostri nipotini non è esattamente roseo.
Penso che uno sforzo lo possiamo far tutti. Vista tutta quella gente in fila per ottenere la fiabesca restituzione dell'IMU, credo proprio che si possa tranquillamente rifare un’altra fila, stavolta alle urne, per il bene del Paese, per il nostro bene. E se la tentazione è quella di lasciare la scheda in bianco per indecisione, o di annullarla per protesta, pensate questo: abbiamo una scelta. Lo so, è dura. Ma abbiamo una scelta. E, pensandoci bene, sono certa che ognuno possa trovare fra quel groviglio di simboli quello che più lo rappresenta.
Dunque, filiamo tutti a votare! E vediamo che succede…
È innegabile l’urgenza che i neoeletti si troveranno ad affrontare: il lavoro, denigrato e fatto a pezzi con leggi assurde, denigranti i lavoratori trasformati in disoccupati, precari, esodati. Questa è la vera urgenza del Paese. E proprio per questo problema non sarebbe male incentivare la cultura, settore da troppi mortificato ("con la cultura non si mangia!") che invece potrebbe restituire stipendi agli artisti e sorrisi e sapienza alla gente. Basta investirci. Cominciando dalle scuole…
Politici e politica cambieranno solo se saremo noi a cambiare atteggiamento. Cominciamo a protestare qualora il nuovo governo cominci a farsi gli affari suoi... Cominciamo a credere meno alle favolette che ci raccontano - a parole son bravi tutti - e a guardare ai fatti, alle leggi che approvano!
Dovremo monitorare attentamente ogni loro mossa. E questo monitoraggio democratico dovrà valere per tutte le forze in campo. Perché qui ce n’è da ricostruire. Con tutte le problematiche che abbiamo non possiamo permetterci di litigare come tifosi al bar sport su ideologie e schieramenti. Onestamente, chi se ne frega! Pensiamo a collaborare e a rialzarci! Non è utopia, semplice punto di vista cooperativo. Che include però la discussione, la divergenza di opinioni, ma col fine di un obiettivo comune, non di un interesse personale. Il punto qui non è chi ha ragione. La verità è un concetto sfuggente. Il punto è ascoltarsi e confrontarsi l’un l’altro per il bene comune.
Occhi aperti cari elettori, su ciò che succederà alla Camera e al Senato.
Agli aspiranti deputati e senatori, per ben cominciare, non farebbe male rileggersi l’articolo 1 della nostra Costituzione prima di accomodarsi sulla lussuosa poltrona.
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
 http://www.uman360.it/filare-a-votare/

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