Racconto camaleonte (quinta puntata)

Ci avviciniamo alla fine. Adesso la storia prende una piega fantasy, surreale, mistica, nell'esercizio letterario più complesso fra tutte e cinque le puntate.

L'OROLOGIO DI ANDREA

Quinta puntata (magia)

Dannazione.
William ansimava di dolore, e Andrea non sapeva che fare, quella ferita era spaventosa...
“Qualcosa per lui puoi fare” si pronunciò qualcuno. Il qualcuno che li aveva tirati dentro la baita con velocità e destrezza superiori al normale.
Andrea lo squadrò: un uomo sulla sessantina dal singolare pizzetto bianco e gli occhi color verde smeraldo. “Mi chiamo Stam. Sono un alchimista. Benvenuta nella mia dimora.”
“Ma... i poliziotti fuori... e lui è ferito... chiamiamo un'ambulanza!”
“Ragazza mia, qui siamo in montagna, l'ambulanza impiegherà ventidue minuti e diciotto secondi solo per arrivare qui.” disse lui guardando l'orologio. “Perciò, credo proprio che William abbia bisogno di una pozione risanante.”
“Come sai il suo nome? E come fai a dire che l'ambulanza...”
“L'ha chiamata l'ispettore. Ma non farà in tempo. Ora ascoltami Andrea: lui ha bisogno di questa mia pozione. Io posso guarirlo.”
Andrea era troppo sconvolta per contraddirlo. Anche fosse stato un ciarlatano, non avrebbe potuto peggiorare la situazione del suo amato, cui restava poco tempo. Ma come mai nessuno faceva irruzione nella baita?
“So a cosa stai pensando”, proseguì Stam, “non fanno irruzione perché ho disseminato trucchetti e trappoline varie attorno alla baita. Abbiamo poco tempo a disposizione però, quell'ispettore è in gamba. Posso preparare la pozione per William, ma ho bisogno del tuo aiuto. Andrea, mi ascolti?”
“Shh... sì.”
“Ho bisogno che tu vada nel giardino sul retro a cogliere due rose bianche. Attenta: è un giardino allucinogeno, raccogli i fiori e non dare ascolto a nessuno. Nemmeno a loro.”
Andrea lo guardò stranita, poi si convinse a farlo quando udì il lamento di dolore di William. Così si precipitò fuori, mentre Stam cominciava a preparare l'intruglio.
Andrea uscì sul retro; si ritrovò in un giardino normale, almeno all'apparenza. La ragazza individuò le rose bianche e si chinò per coglierle, scoprendo ch'esse parlavano. “Aspetta fanciulla, quanta fretta!”
Andrea sussultò di paura. Le rose parlanti erano proprio il colmo dopo sequestri, scantinati, sangue e pallottole. “Prima di coglierci vorremmo raccontarti una storia.” La ragazza si ricordò di quanto Stam le aveva detto: non dare ascolto a nessuno. Perciò strappò con foga due rose, nonostante queste continuassero a parlarle.  “Beh, non importa, dovrai ascoltarci lo stesso!”
“Andrea...” si sovrappose un'altra, flebile voce. Un ragazzo alto e moro le comparve dinanzi. “Andrea, perché?”
Quel ragazzo era il suo defunto fratello maggiore. Andrea esitò. Aveva colto i fiori che le servivano, ma non poté resistere: avanzò verso di lui, scorgendo alle sue spalle un'autostrada. Quella stessa in cui egli aveva perso la vita. “Dani... sei proprio tu!”
Andrea si bloccò a guardarlo commossa. Poi udì alle sue spalle l'urlo di disperazione di William. “Mi dispiace, devo andare.” La ragazza si voltò, ma qualcun altro le stava dinanzi: sua madre, con una valigia in mano e suo padre, in lacrime. I fiori continuavano a infastidirla. I genitori a guardarla. Il fratello a chiamarla. Finché Andrea non decise di mettersi a correre: era l'unico modo per uscire da quel giardino. Corse, corse fino a inciampare rovinosamente. “Ti avevo detto di non dare ascolto a nessuno! Presto, sta morendo” le disse Stam mentre l'aiutava a rialzarsi.
L'alchimista fuse le due rose bianche nel pentolino dentro cui chissà cosa ribolliva.
“Ci siamo quasi, manca solo un ultimo ingrediente. Perché la pozione sia efficace, devi sacrificare qualcosa di tuo. Il tuo orologio Andrea, devi...”
“Il mio orologio? E perché? Assolutamente no! È troppo importante!”
“Proprio perché è importante ci serve. Devi sacrificarlo. Coraggio, buttalo dentro.”
“Qualunque cosa ma ti prego, non l'orologio! Appartiene a Daniele!”
William stava per perdere i sensi.
“Santi numi, Andrea! Gli resta pochissimo, salvalo! Butta dentro questo dannato affare!”
“Non posso!”
“Hai già perso Daniele, vuoi perdere anche lui? Liberati dalle tue paure e dai tuoi sensi di colpa!”
In lacrime e al culmine della disperazione, Andrea si decise e si portò una mano sul polso. “E va bene...”
Proprio allora, l'ispettore Pompiere irruppe nella baita intimando a tutti di alzare le mani.
Dannazione.

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