Era ora. Una scrittrice
incallita come me non poteva non avere un blog.
Allora, chiariamo subito
il significato del nome... Sono stata manesca per tanto tempo,
metaforicamente. E dunque, ho pensato fosse buona idea intitolare il
blog a ciò che ero e, contemporaneamente, a ciò che sto scegliendo
di diventare, ben rappresentato dal gioco di parole: che la mano esca
allo scoperto.
Perché da quando ho
scoperto chi sono, chi sono veramente, e da quando ho deciso
di seguire tale indole di scrittrice-giornalista-cantautrice, ho
dovuto dire “ciao ciao” alla strategia dell’alzabarriere.
Perché? Avevo voglia di godermi il panorama intorno ;)
Questo blog nasce dal
bisogno-diritto-dovere di esternare e condividere con tutti voi
articoli, musica, proposte, link, post su vari argomenti, sorridendo
laddove possibile, confortando e conferendo coraggio (perché no) e
lanciando proposte laddove necessario. I tempi saranno anche brutti,
ma rimaniamo artefici del nostro destino!
Erano mesi che volevo
farlo, ma qualcosa mi tratteneva. Io stessa. Un blog, e a che serve?
Tanto non lo guarderà nessuno. Tanto non cambierà niente. Non
cambierà mai niente. E infatti non è cambiato niente. Son cambiata
io...
Ho iniziato a scrivere storie, e qualcosa dentro di me iniziava a cader giù, ad ogni parola, ad ogni passaggio.
Ne avvertivo forte il rumore, senza capire. Poi ho cominciato a
cogliere la mia contraddizione. Vivevo e avevo sempre vissuto in un
modo, ma scrivevo e predicavo tutt’altro. Che fare, allora? Fidarsi
di ciò che si è sempre stati, ciò che è nella propria natura, ciò
che si è sempre scelto di mostrare? Oppure abbandonare,
abbandonarsi, creare una rottura profonda con se stessi seguendo
l’inconscio? Beh… Ho optato per la seconda, mi fido molto di più
dell’Elisa scrivente. E così il rumore si è fatto più forte, più
forte, e son crollate giù barriere e maschere e muri e silenzi. Non
vi dico che grande macello a terra... Cocci dappertutto. Sto ancora
pulendo. Combino sempre qualche disastro!
Rompere con se stessi
però non è così facile – non si può certo dire: non ti voglio
più vedere! – anche se il mio sguardo è diverso, è nuovo,
riflette una bellezza che mi è sempre appartenuta. Me ne sono
accorta un po’ tardi, sì… Adesso intendo sfruttare queste
capacità che mi sono state date, che ho dentro da sempre. E dire che
l’ho sempre saputo. Ma ero troppo impegnata a fare a pugni col
mondo, da vera manesca, per accorgermene prima. Ora sono pronta a
parlare, a vivere, a far tutto senza filtri né maschere. Man esca.
Dunque, scusate il ritardo.
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